Dow Jones tocca nuovi record nonostante il calo generale dei mercati azionari

La prima seduta della settimana si è chiusa con i mercati azionari in lieve calo, ma non tutto è andato male. Il Dow Jones, uno dei principali indici statunitensi, ha persino raggiunto un nuovo massimo storico, chiudendo in positivo. Dopo il discorso accomodante di Jerome Powell al Jackson Hole Economic Symposium di venerdì scorso, l’attenzione degli investitori si è concentrata su due temi fondamentali: l’aggiornamento sull’inflazione, sia in Europa che negli Stati Uniti, e gli attesissimi risultati di Nvidia. Per chi segue i mercati, Nvidia è ormai un punto di riferimento per comprendere l’andamento della spesa nel settore dell’intelligenza artificiale. Con quattro trimestri consecutivi di crescita annua del fatturato a tripla cifra, è normale che ci sia una certa ansia in vista dei nuovi risultati.

Le tensioni geopolitiche spingono il prezzo del petrolio al rialzo

Nell’attesa di questi eventi e in un contesto segnato dalle tensioni geopolitiche, non solo in Medio Oriente, molti investitori hanno preferito adottare un atteggiamento più cauto, ritirando un po’ i remi in barca. Le tensioni internazionali hanno anche contribuito al recente rimbalzo del prezzo del greggio: ieri il Brent ha superato gli 80 dollari al barile, mentre il WTI è rimasto poco sotto i 78 dollari. Uno dei principali fattori di pressione sui mercati proviene dalla Libia, dove il governo orientale ha annunciato l’intenzione di interrompere la produzione e l’esportazione di petrolio, sollevando timori per un nuovo ciclo di conflitti. La disputa per il controllo delle risorse petrolifere e della banca centrale tra il governo orientale e il rivale di Tripoli continua a minacciare la stabilità del Paese. Sebbene non ci siano ancora conferme ufficiali dalla compagnia petrolifera nazionale o dal governo occidentale libico, alcune sussidiarie hanno già segnalato la volontà di ridurre le attività a causa delle tensioni interne. La Libia, pur ricca di riserve petrolifere, è bloccata da un conflitto prolungato che ostacola costantemente la produzione, e attualmente rappresenta solo il 4% della produzione totale dell’OPEC. Secondo i dati dell’organizzazione, il Paese esporta circa un milione di barili di greggio al giorno, principalmente dalla parte orientale.

Intanto, il mercato del petrolio continua a oscillare in un intervallo compreso tra 68 e 93 dollari al barile dall’agosto 2022. Con un prezzo di breakeven fiscale per l’Arabia Saudita fissato a 84 dollari, il recente rimbalzo sarà sicuramente ben accolto a Riyad.

Il mercato italiano: Telecom Italia in evidenza

In Italia, nonostante una seduta per lo più caratterizzata da lievi flessioni, Telecom Italia si è distinta con un guadagno del 2,1%, sostenuto dalle speculazioni su un potenziale consorzio interessato ad acquisire la quota di Vivendi. Anche i titoli petroliferi, con Eni in testa, hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi del greggio, registrando una buona performance.

I mercati americani: energia in testa, tecnologia in sofferenza

Negli Stati Uniti, sei settori su undici hanno chiuso in rialzo, con l’energia a guidare la classifica. Al contrario, la tecnologia ha registrato la peggiore performance della giornata, confermando una tendenza negativa: nelle ultime cinque sedute, è stato l’unico settore statunitense a riportare perdite.

Investitori cauti: i settori difensivi prendono il comando

Nel complesso, il sentimento degli investitori sembra orientato verso la difesa. Lo vediamo anche nelle buone performance di settori più difensivi, come i consumi di beni di prima necessità, che hanno superato la tecnologia nelle prestazioni da inizio anno, posizionandosi ora al quarto posto. Ancora più rilevante è stato il balzo delle utilities, che hanno superato il settore delle comunicazioni e si sono affermate come il comparto con il miglior rendimento da inizio anno, con un incremento del 21,83%.

A differenza della prima metà dell’anno, una gamma più ampia di settori e titoli sta ora guidando il rally. Questo cambiamento nella leadership di mercato era atteso, e l’ampiezza del mercato sta migliorando: l’80% delle società dell’S&P 500 è ora scambiato al di sopra della propria media mobile a 50 giorni, la percentuale più alta dal marzo 2024. In sole tre settimane, questa percentuale è quasi raddoppiata, grazie alla rapida ripresa dopo le turbolenze del carry trade. Questo significa che la stragrande maggioranza dei titoli dell’S&P 500 ha partecipato al recente rimbalzo. Sebbene l’indice non abbia ancora raggiunto un nuovo massimo dopo la correzione di inizio agosto, l’indice equiponderato – che riflette meglio l’andamento del titolo “medio” – ha toccato nuovi massimi nelle ultime due settimane.

PDD Holdings: crollo storico dopo risultati deludenti

Passando al fronte societario, ieri PDD Holdings, nota per la piattaforma e-commerce Temu, ha vissuto la sua peggiore giornata di sempre in borsa. Dopo la pubblicazione di risultati deludenti, la società ha perso circa 55 miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato. Per fare un confronto, Eni, la quinta società italiana per market cap, ha una capitalizzazione di 52 miliardi di dollari. Con una flessione del 28,5%, PDD è stato il peggior titolo del Nasdaq 100, influenzando l’indice nonostante rappresenti solo lo 0,62% del totale. Questo calo ha contribuito a una perdita di 25 punti base nel Nasdaq 100, misurato dall’ETF QQQ.

Le difficoltà di PDD derivano principalmente dalle “nuove sfide legate ai cambiamenti nella domanda dei consumatori, all’intensificarsi della concorrenza e alle incertezze globali”, secondo quanto riportato dalla direzione. Questi fattori continueranno probabilmente a pesare sui risultati finanziari nel breve termine. Il co-fondatore Chen Lei ha riconosciuto che l’attuale traiettoria della società non è sostenibile, specialmente con concorrenti come TikTok di ByteDance e Alibaba Group che competono per attrarre consumatori attenti al budget. Nel tentativo di espandersi oltre i confini cinesi, PDD ha investito molto nella crescita internazionale della sua piattaforma Temu, cercando di sfuggire alla debolezza dell’economia cinese. Tuttavia, la concorrenza globale è feroce – persino Amazon sta valutando di entrare nel settore – e i dirigenti sono stati cauti nel parlare delle prestazioni internazionali. Chen ha sottolineato l’importanza di investire ulteriormente nel supporto ai commercianti, poiché i concorrenti cercano di sottrarre loro quote di mercato.

Nel trimestre di giugno, PDD ha registrato un fatturato di 97,1 miliardi di yuan (circa 13,6 miliardi di dollari), inferiore alla stima media di 100 miliardi di yuan. L’utile netto è stato di 32 miliardi di yuan, leggermente superiore alle previsioni di 27,5 miliardi di yuan. In Cina, PDD ha guadagnato quote di mercato rispetto a rivenditori come Alibaba e JD.com, grazie a una strategia di prezzi bassi e a promozioni aggressive che hanno contrastato concorrenti emergenti come Kuaishou Technology.

Questo successo aveva reso il fondatore Colin Huang l’uomo più ricco della Cina, con una fortuna di 49,3 miliardi di dollari. Tuttavia, con il crollo delle azioni, Huang ha perso questa posizione, che è stata nuovamente conquistata da Zhong Shanshan, il miliardario dell’acqua in bottiglia, con una fortuna di 50 miliardi di dollari.