Wall Street nervosa, continua il sell-off

Prosegue l’alleggerimento delle posizioni azionarie sui listini, in una giornata dove diversi fattori d’innesco (le dichiarazioni di Trump e Boris Johnson ed il caso Softbank) concorrono ad un’estensione del ribasso. La debolezza è generalizzata e coinvolge anche i c.d. “safe assets”, come oro e Treasuries USA, a conferma delle prese di profitto generalizzate in queste ore.

Le borse europee ieri hanno da subito perso terreno, a causa dei timori di un’uscita del Regno Unito dall’Unione europea senza un accordo commerciale, mentre anche i titoli tecnologici hanno mostrato evidente debolezza, in vista dell’apertura di Wall Street. Sul fronte Brexit, il Regno Unito ha iniziato questa settimana con una nuova serie di trattative su Brexit, informando l’Unione europea di volersi preparare a lasciare l’EU senza un accordo commerciale, mentre le due parti discutono su norme che coinvolgono scambi commerciali per quasi 1.000 miliardi di dollari. La borsa di Francoforte, almeno nella prima parte della mattinata, ha limitato le perdite, rispetto agli altri indici, dopo che i dati sulle esportazioni tedesche a Luglio hanno mostrato una crescita, restando però a livelli inferiori a quelli visti prima della crisi.

Con l’apertura di Wall Street, gli indici americani sono andati a correggere ulteriormente, con il Nasdaq che è arrivato a perdere un altro 3% nella prima parte della seduta, in seguito a un’ondata di vendite su Tesla e altri titoli del settore tech, mentre pesano sul sentiment le crescenti tensioni tra Usa e Cina e i timori per la fragile ripresa economica. Tutti gli 11 settori dell’indice S&P hanno chiuso in negativo, in particolare il settore energetico e il comparto tech.

La flessione di Wall Street è proseguita nella seduta asiatica, dopo la pubblicazione dei dati sui prezzi alla produzione in Cina, in calo del 2% su base annua, mentre i prezzi al consumo sono aumentati del 2.4%, sempre su base annua. L’indice MSCI Asia ex Japan ha chiuso in ribasso dell’1.06%.

Sul piano macroeconomico, oggi non usciranno dati sensibili in Europa e negli Stati Uniti. L’unico dato rilevante è la decisione della Bank of Canada sui tassi d’interesse e in materia di politica monetaria.

TECHNICALS IN FOCUS

NSDQ100

Il Nasdaq ha raggiunto il primo supporto chiave in area 11.000. Sul timeframe a 4 ore la MM a 200 periodi è stata rotta a ribasso. Sul piano della price action, un recupero dell’area 11.400 sarebbe un segnale fondamentale in ottica di una stabilizzazione dei prezzi. Sotto area 11.000 il primo supporto significativo è 10.300, dove passa il 61.8% di Fibonacci del rally Aprile – Agosto del 2020.

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Navient Corporation: titolo high yield, ma business solido   

Nella ricerca di rendimenti, in una fase in cui molte aziende hanno dovuto tagliare i propri dividendi, esistono singole realtà in specifici settori che possono essere considerate come scelte tattiche di portafoglio, nell’ottica di accettare il profilo rischio/rendimento di alcuni titoli.

Navient Corporation è una società di gestione dei prestiti al mondo studentesco universitario e di soluzioni di software che vende a clienti di settori quali l’istruzione e la sanità, oltre ad applicativi aziendali per clienti del mondo governativo a livello federale, statale e locale. Navient opera attraverso il segmento Federal Education Loans, il segmento Consumer Lending e il segmento Business Processing.

Il 22 Luglio Navient ha riportato i risultati del secondo trimestre, con l’azienda che ha generato ricavi per 300 milioni di dollari durante il trimestre, in aumento dell’1,4% rispetto al trimestre dell’anno precedente. I ricavi di Navient hanno facilmente battuto le stime degli analisti, che avevano previsto un calo più significativo e la società è riuscita a battere le stime anche sul fronte degli utili per azione, poiché Navient ha guadagnato $0,92 centesimi per azione, sopra la stima di consenso che era di $0,50.

Il management ha annunciato una nuova guidance per il 2020, prevedendo ora utili per azione in un intervallo compreso tra $2,95 e $3,00, il che rappresenterebbe un aumento significativo rispetto al 2019. L’attività di prestiti al consumo, sia nel segmento Federal Education Loans che nel segmento Consumer Lending, è sotto pressione e ciò rappresenta un ostacolo per i profitti dell’azienda, sebbene l’aumento dei margini di interesse abbia avuto un impatto sostanziale sul conto economico. Il management prevede che l’attività di prestito rimarrà un notevole fonte di flussi di cassa nei prossimi anni.

Navient utilizzerà una parte dei suoi flussi di cassa per ridurre il debito, dopo aver rimborsato prestiti per oltre 2 miliardi nel 2019.

Il management è pero anche intenzionato a restituire una parte significativa dei rendimenti agli azionisti della società, tramite dividendi e riacquisto di azioni. I riacquisti aiuteranno a stimolare la futura crescita dell’utile per azione e la società ha pagato un dividendo trimestrale di $ 0,16 per azione negli ultimi anni. Il pagamento annuale di $ 0,64 è pari a circa un quinto degli utili netti dell’azienda, il che si traduce in un payout ratio decisamente basso.

È possibile che Navient resti sotto pressione durante le fasi di flessione del mercato, motivo per cui il dividendo potrebbe essere in parte a rischio. Ciononostante, l’attuale dividendo è coperto dagli utili e i fondamentali di Navient hanno mostrato solidità nel 2020. Un dividend yield pari al 7% al momento è interessante per investitori disposti ad accettare un livello più elevato di rischio intrinseco.

 

Edoardo Fusco Femiano,

Market Analyst

 

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