Prima settimana di aprile e del nuovo trimestre nel segno della volatilità, con i principali listini europei in maggiore spolvero rispetto a quelli statunitensi. Wall Street chiude la settimana al ribasso (fatta eccezione per il Dow Jones), dopo tre settimane consecutive di rialzi, vacillando in risposta ai segnali di rallentamento dell’economia. Gesto quest’ultimo di un cambiamento rispetto al sentiment passato, quando gli investitori gioivano per i numeri economici deboli nella speranza che la Federal Reserve potesse allentare la sua campagna di rialzi dei tassi di interesse. Ora il mercato sembra essere in difficoltà nel decidere se le preoccupazioni per la recessione o quelle per i rialzi (o meglio di non prossimi tagli) dei tassi siano più significative per i prezzi delle azioni.
I dati della scorsa settimana hanno in particolare evidenziato un mercato del lavoro che, benché sia ancora robusto, inizia a mostrare i primi segnali di rallentamento. Sebbene vi sia un tasso di disoccupazione al solo 3,6%, la scorsa settimana ha rilevato un rallentamento sugli ADP, cresciuti in marzo di 145 mila posti di lavoro rispetto all’atteso dato di 250 mila. Inoltre, le aperture di posti di lavoro (JOLTS) sono scese per la prima volta in quasi due anni al di sotto dei 10 milioni. Infine, i NonFarm Payroll hanno evidenziato una crescita di 236 mila posti di lavoro nel mese di marzo, il minimo dal dicembre 2020, rispetto alle previsioni di 239.000. Dati importanti nella lotta all’inflazione per la Federal Reserve, sebbene sia ancora prematuro pensare che questi possano far virare le prossime scelte della Fed. Anzi, la probabilità di un aumento di 25 punti base è aumentata venerdì al 71% da una probabilità del 49% di giovedì.
Anche i dati relativi all’attività manifatturiera e dei servizi degli Stati Uniti per il mese di marzo sono risultati, la scorsa settimana, ben al di sotto delle aspettative. L’indice manifatturiero ISM resta in territorio di contrazione, a 46,3 (contro aspettative poste a 47,5). Anche l’indice ISM dei servizi si è attestato a 51,2, al di sotto delle aspettative di 54,4. Gli indici manifatturieri e dei servizi sono considerati indicatori anticipatori di una crescita economica più ampia e mostrano chiari segni di rallentamento.
In un tale contesto a dominare sui mercati americani, nella scorsa settimana, i settori difensivi – Consumer Staples +0.9%, Utilities +3.1% e Healthcare +3.1% – mentre i settori ciclici registrano correzioni – Financials -0.7%, Industrials -3.4%, Materials -1.3% e Consumer Discretionary -3%. Bene il comparto Telecom +2.3%. ma soprattutto quello Energy +3%, il quale beneficia dei rialzi del greggio dopo i tagli alla produzione da parte dei principali produttori OPEC+.
Gli appuntamenti per questa settimana vedono il ritorno di scena dell’inflazione negli Stati Uniti, con il dato atteso per questo mercoledì 12 aprile. Lettura nella quale ci si attende una crescita mensile a marzo dello 0,3% con l’inflazione su base annua al +,2% (dal precedente 6%) mentre l’inflazione core è vista nuovamente in crescita al 5.6% (dal precedente 5,5%). I prezzi alla produzione, la cui lettura è attesa per giovedì 13 aprile, sono attesi in leggero rialzo su base mensile al +0,1%. Dato che tuttavia dovrebbe consentire di portare il tasso annuale al 3,1% dal 4,6%, dato più basso da febbraio 2021. La settimana prevede anche il rapporto sulle vendite al dettaglio (venerdì), con previsioni che indicano un calo dello 0,4% su base mensile. Inoltre, nella stessa giornata di venerdì, saranno pubblicate le letture preliminare del sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan e le stime dell’inflazione per il mese di aprile. Il FOMC è atteso mercoledì pubblicare i verbali della riunione.
Nell’Area Euro, vendite al dettaglio in rilievo con attese per un calo dopo una piccola ripresa a gennaio. Allo stesso tempo, i rapporti aggiornati sull’inflazione al consumo saranno protagonisti in Italia, Germania, Spagna e Francia.
Nel Regno Unito sono attesi i dati mensili del PIL, oltre alla produzione industriale e alla bilancia commerciale.
In Asia, la settimana sarà caratterizzata dalla bilancia commerciale cinese, dal tasso di inflazione e dalla crescita dei prestiti di marzo. Si prevede che i dati chiave cinesi possano influenzare i mercati, dato che i recenti dati PMI hanno sollevato l’incertezza sull’impatto della riapertura economica del Paese sulla crescita.
Settimana che darà inoltre il via alla stagione delle trimestrali per il primo trimestre 2023, con i grandi nomi del settore bancario atteso questo venerdì.
Primo trimestre del 2023 che vede una crescita attesa degli utili in calo del -5,2%. Quattro degli undici settori dell’indice americano prevedono un miglioramento degli utili rispetto al primo trimestre 2022, con i settori dei consumi e industriali che riportano i tassi di crescita attesi degli utili più elevati per il trimestre, mentre il settore dei materiali è quello che prevede la crescita più debole.
Con uno S&P 500 in rialzo di circa il 7% da inizio, con i recenti guadagni guidati in gran parte dall’espansione delle valutazioni, le attenzioni restano alte. Il rapporto P/E dello S&P 500 è aumentato, con le aspettative di crescita degli utili ridotte. Con lo scorso trimestre che ha registrato una variazione in negativo degli utili operativi l’attenzione dei margini resterà certamente importante, soprattutto alla luce delle preoccupazioni per una prossima recessione economica.
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