Vittoria di Trump e Mercati in Euforia…ma la Fed è in Agguato

Con le elezioni statunitensi appena concluse e il mondo in attesa dei risultati, è inevitabile che la politica resti al centro dell’attenzione degli investitori. D’altronde, stiamo parlando della prima economia mondiale, in un contesto internazionale reso incerto da dinamiche geopolitiche complesse. I conflitti aperti, come quelli in Russia e Medio Oriente, e le tensioni latenti con la Cina, alimentano venti di divisione tra Occidente e Oriente. Basti pensare alla continua espansione dei membri del blocco BRICS (un nome che, a ben vedere, necessiterebbe ormai di un aggiornamento), alle frizioni commerciali e alle rinnovate misure protezionistiche.

C’è, tuttavia, un aspetto fondamentale da considerare. Per il mercato, l’identità dell’inquilino della Casa Bianca non è di per sé rilevante: la politica fornisce uno sfondo alla finanza, generando volatilità. Questa volatilità, però, tende a ridursi nel momento in cui i risultati elettorali diventano certi. In definitiva, i mercati non temono chi sarà al potere, ma cercano certezza e stabilità; è l’incertezza a preoccupare gli investitori, non il nome del vincitore.   Infatti, osservando l’andamento dei mercati nelle elezioni di questo secolo, emerge come essi abbiano invariabilmente seguito la propria traiettoria, indipendentemente dall’esito politico. L’incertezza, quindi, si dissipa, e il mercato prosegue la sua direzione, con una resilienza che supera le oscillazioni del momento.

Con il nome di Trump ormai considerato quasi certo come vincitore, con probabilità stimate tra il 97% e il 99%, e il Senato confermato in mano ai repubblicani, i mercati stanno iniziando a reagire.

Bitcoin ha aggiornato i suoi massimi storici, scambiando a oltre 74.000 dollari, con una capitalizzazione che ha superato i 1.473 miliardi di dollari, portando la sua dominance del mercato crypto oltre il 60%.

L’intero settore celebra la vittoria di Trump, indipendentemente dal colore politico di supporto: da Ripple in progresso di circa il 5% fino a Dogecoin è salito di circa 20%, sospinto dal supporto esplicito di Elon Musk alla corsa di Donald Trump. Il mondo dei cryptoasset sembra accogliere positivamente la possibile vittoria repubblicana. L’ex presidente, infatti, ha dimostrato un’apertura verso gli asset digitali durante la sua campagna, sostenuto dall’influenza crescente del settore, che ha investito ingenti risorse nel finanziamento di agende politiche favorevoli. Trump ha promesso di trasformare gli Stati Uniti nella capitale globale delle criptovalute, creare una riserva strategica di Bitcoin e nominare regolatori favorevoli al mondo digitale.

Oltre a Bitcoin e Dogecoin, un altro “Trump Trade” rilevante è rappresentato da Trump Media & Technology Group Corp. (DJT). Le azioni di DJT stanno registrando un incremento di oltre il 10% nel trading after-market. Con una capitalizzazione di mercato di soli circa 6,79 miliardi di dollari, DJT resta molto al di sotto di colossi come NVIDIA e Apple, le due aziende con la capitalizzazione più alta al mondo. Tuttavia, il titolo DJT ha registrato volumi di scambio impressionanti, superando quelli di Apple e avvicinandosi a quelli di NVIDIA, a dimostrazione dell’interesse speculativo e politico che lo circonda. Attenzioni quindi a possibili futuri movimenti buy the rumors sell the news.

Anche Tesla festeggia questa vittoria, così come i futures sugli indici S&P 500 e Nasdaq 100. Ancora più soddisfatto appare il Russell 2000, che beneficia della posizione protezionistica del partito repubblicano. Sul fronte valutario, il dollaro mostra forza con un incremento dell’indice DXY dell’1,5%, mentre il peso messicano cala del 2,6%. Anche lo yen giapponese e l’euro subiscono flessioni, scendendo rispettivamente dell’1,5% e dell’1,7%. Rafforzamento del dollaro, accompagnato da rialzi dei rendimenti dei decennali, che frenano la corsa dell’oro, così come delle altre materie prime. Se le principali Piazze finanziarie asiatiche hanno chiuso in positivo e quelle europee si preparano a un’apertura rialzista, sui mercati cinesi si osservano vendite, con l’indice di Hong Kong in calo di oltre il 2%. Inoltre, le tensioni si riflettono sui rendimenti decennali americani, mentre quelli europei puntano verso il ribasso.

Oggi l’euforia dei mercati potrebbe proseguire, sostenuta da un clima di maggiore stabilità. Tuttavia, è necessario prestare attenzione: domani la Fed potrebbe raffreddare questo entusiasmo. Sebbene un taglio dei tassi resti possibile, la banca centrale potrebbe mantenere un approccio più prudente sul futuro percorso della politica monetaria. Con il settore tecnologico, principale pilastro di Wall Street, che aveva scommesso su una vittoria democratica, la pressione dei rendimenti decennali in aumento e una Fed meno espansiva rispetto alle attese del mercato, questa situazione potrebbe rappresentare la prima doccia fredda per i mercati.