Venti sui mercati

Proseguono le vendite e le preoccupazioni sui mercati finanziari, in un contesto alle cui inquietudini in merito all’inflazione si aggiungono le notizie di:

  • incidenti/sabotaggi nei gasdotti russi,
  • revisioni al ribasso sulla crescita (vedi ultimo la Banca Mondiale),
  • vendite sul mondo del credito, alla continua ricerca del loro minimo e con un nuovo allargamento sugli spread nazionali (BtpBund sopra i 250 punti)
  • riduzioni sul giudizio di peso azionario (vedi Goldman Sachs)
  • e preoccupazioni sugli utili societari a causa dell’impennata dei tassi d’interesse, del dollaro estremamente forte e delle prospettive di una recessione economica.

Qualora questo non fosse sufficiente ad esacerbare la situazione le parole falco di alcuni membri Fed, con il presidente della Fed di Chicago Charles Evans e il presidente della Fed di St. Louis James Bullard i quali si sono espressi a favore di ulteriori rialzi dei tassi nelle prossime riunioni. A sostegno della posizione aggressiva della Fed sono arrivati anche i dati economici positivi: i nuovi ordini di beni strumentali manifatturieri statunitensi sono aumentati più del previsto ad agosto e le vendite di case sono inaspettatamente rimbalzate il mese scorso.

Risposta dei mercati che ha visto vendite in Europa mentre a Wall Street solamente il Nasdaq riesce a limitare le perdite, chiudendo in lieve rialzo.  Tutti e tre i listini americani sono ora in territorio di mercato orso, mentre il rendimento statunitense a 10 anni si avvicina a 400 bp, il dollaro americano ritorna sui livelli del 2002 e il Vix chiude sui 32 punti.  Dall’altra parte possiamo osservare come i titoli a bassa capitalizzazione abbiamo chiuso in rialzo, insieme alla sovraperformance dei settori dei beni discrezionali, della tecnologia e dell’energia, indicando un sottofondo ciclico più ottimista all’interno dei movimenti di ieri. Sebbene sia prematuro trarne conclusioni, i movimenti potrebbero voler indicare segnali di stabilizzazione. Dopo sei giorni consecutivi di ribasso si è alla ricerca di un po’ di sollievo temporaneo. Tuttavia, per ottenere qualcosa di più duraturo sarà necessario assistere ad attenuazioni sulla crisi dei mercati valutari e obbligazionari, le quali si sono autoalimentata e hanno provocato il contagio.  I tassi globali sembrano essere alla ricerca di un’ancora di stabilità. I gilt inglesi sono stati nuovamente al centro dell’attenzione, in particolare nell’ultima parte della sessione in cui i titoli lunghi sono stati venduti rapidamente. I Gilt a 30 anni sono saliti al di sopra del 5% per la prima volta negli ultimi 20 anni.

Sul fronte delle materie prime, oltre ai decisi rincari sul gas europeo, dopo la notizia delle perdite sui gasdotti, abbiamo ieri assistito ad un rimbalzo sul fronte del greggio, con il mercato che valuta la possibilità che l’OPEC+ possa annunciare ulteriori tagli alla produzione nella riunione della prossima settimana e dopo il taglio per lo più simbolico di 100 kb/g del mese scorso.

L’attenzione odierna del mercato rimane sui discorsi dei banchieri, con nomi di primo rilievo quali Christine Lagarde per la BCE, Jon Cunliffe per la BoE e Jerome Powell, Raphael Bostic, James Bullard e Charles Evans per Fed.

Il calendario macroeconomico sarà invece maggiormente tranquillo con gli indicatori di fiducia dei consumatori attesi per Germania, Francia e Italia.

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