Una fotografia di contrasti tra Europa e Stati Uniti

Nonostante un allentamento, anche ieri, delle preoccupazioni provenienti dal mercato obbligazionario (rendimenti dei decennali in discesa), la giornata di giovedi si è conclusa con mercati americani in ribasso e listini europei in rialzo, una fotografia contrastante che potrebbe lasciare interrogativi a letture veloci.

Europa in rialzo: il lusso traina il convoglio

L’Europa trova ieri nel settore della moda la sua locomotiva, grazie alle trimestrali della svizzera Richemont. Tra i vagoni carichi di speranze e attese, con il DAX che aggiorna nuovi massimi storici e con il FTSE MIB che testa i 36.000 punti (su livelli che non si vedevano dal lontano 2008) il fascino del lusso ha ieri guidato il convoglio. Sul FTSE MIB, Moncler ha dominato la scena con un +6,32%, sul DAX tedesco Zalando ha segnato un balzo dell’8,57%. Anche l’IBEX spagnolo ha visto primeggiare Puig Brands (+3,75%), ma è sul CAC 40 francese che si concentra l’essenza del movimento: LVMH (+9,15%), Kering (+6,18%) e Hermès (+4,91%) hanno spinto il listino verso l’alto, consolidando la leadership della moda parigina. Questa tendenza emerge chiaramente anche osservando l’indice paneuropeo Stoxx 600, dove Richemont, LVMH e Christian Dior occupano stabilmente il podio della seduta di ieri. Se negli Stati Uniti il settore finanziario apre tradizionalmente, seppur in modo non ufficiale, la stagione degli utili, in Europa è il lusso a prendere il testimone, e in Italia la moda sembra dettare il ritmo.

Dopo le letture di lunedì su Brunello Cucinelli (dove si deve ricordare che il titolo è stato controcorrente alle tendenze ribassiste del settore in borsa nel 2024), che ha descritto il 2024 come un “anno incantevole”, ieri i dati di Richemont hanno aggiungono un’ulteriore spinta alle speranze di un 2025 più luminoso per il settore. Dal “rosso Valentino” che ha segnato le difficoltà dell’ultimo anno, si spera di passare a un 2025 con tinte ben più brillanti. Tutti gli occhi sono puntati sul 28 gennaio, quando LVMH, la prima azienda al mondo per capitalizzazione nel settore del lusso, svelerà i dati trimestrali. Un momento chiave, che potrebbe offrire maggiore chiarezza sulle prospettive del comparto, con la Cina che continua a rappresentare una variabile cruciale per definire il futuro del mercato.

La Cina sorprende: PIL in crescita

Cina che tuttavia offre oggi nuove speranze. L’economia del dragone ha concluso il 2024 su una nota più positiva del previsto, con il PIL del 4° trimestre in crescita del 5,4% annuo (il più forte aumento in 18 mesi). La crescita è stata favorita dall’ondata di misure di stimolo che ha preso slancio e dalle esportazioni robuste, guidate dal front-loading pre-tariffario da parte degli importatori statunitensi. Di conseguenza, il PIL per il 2024 è cresciuto del 5,0%, allineandosi all’obiettivo ufficiale del governo. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 3,7% a dicembre, influenzate dalle iniziative di Pechino per sostenere la domanda interna in ritardo. A controbilanciare l’entusiasmo del dato i prezzi delle nuove case hanno continuato a scendere e la crescita della disoccupazione. I mercati continuano a sperare su nuovi stimoli, quale ad esempio la riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria per le banche prima del Festival di Primavera alla fine di questo mese.

Stati Uniti: segnali di equilibrio dietro il ribasso

Sul fronte americano, la giornata di ieri, pur segnata da una performance negativa, lascia intravedere una nota decisamente positiva. Il ribasso è stato infatti guidato quasi esclusivamente dalle vendite sulle “Magnifiche 7“, tutte in calo. Tra queste, Apple ha avuto l’impatto maggiore, sottraendo da sola 30 punti base allo SPY, mentre il miglior contributo positivo è arrivato da Eli Lilly, con un modesto ma significativo +2 punti base.

Il quadro complessivo, però, racconta una storia diversa. Ben 8 settori su 11 hanno chiuso in rialzo – che diventano 10 su 11 considerando i settori equiponderati – con 376 titoli in positivo a fronte di soli 124 in negativo. Questo ha permesso all’S&P 500 equiponderato di registrare un solido progresso, confermando una serie positiva di rialzi giornalieri iniziata lunedì, una serie che non si verificava dallo scorso novembre.

Un altro segnale incoraggiante arriva dal rapporto tra l’S&P 500 equiponderato (RSP) e l’indice S&P 500 tradizionale (SPX), che ha registrato un incremento dell’1%, la maggiore variazione giornaliere dallo scorso 11 luglio 2024. Questo dato è rilevante perché evidenzia un ampliamento della partecipazione al rialzo, con i guadagni che non si concentrano più esclusivamente sulle grandi capitalizzazioni – come le “Magnifiche 7” – ma coinvolgono un numero maggiore di titoli. Una dinamica di questo tipo suggerisce un mercato più equilibrato e potenzialmente meno dipendente dalle performance delle big tech. A livello tecnico, i segnali di miglioramento sono evidenti: il numero di azioni dello S&P 500 sopra le medie mobili sta virando al rialzo. Quelle sopra la media a 50 giorni sono salite dal 14% di lunedì al 36% attuale, quelle sopra la media a 100 giorni sono passate dal 30% al 46%, mentre quelle sopra la media a 200 giorni sono cresciute dal 48% al 58%, superando così la metà dei titoli dell’indice.

Il mondo cripto: XRP e Litecoin sotto i riflettori

Nel mondo delle criptovalute, mentre Bitcoin flirta con l’area psicologica dei 100.000 dollari, XRP e Litecoin si mettono in evidenza. XRP, in particolare, ha raggiunto un picco di 3,39 dollari – il livello più alto dal dicembre 2017 – con un incremento settimanale di circa il 30%. Questo rally è alimentato da un rinnovato entusiasmo sulle probabilità di approvazione di un ETF basato su Ripple entro il 31 luglio 2025, stimate al 52% secondo la piattaforma di predizioni Polymarket.

A contribuire ulteriormente all’ottimismo, si aggiungono speculazioni sull’intenzione del prossimo presidente americano, Donald Trump, di includere criptovalute come XRP in una riserva strategica degli Stati Uniti. Dopo una cena tra Trump e i dirigenti di Ripple, Brad Garlinghouse e Stuart Alderoty, sono emerse indiscrezioni che potrebbero trasformare il 2025 in un anno cruciale per il settore. Garlinghouse ha descritto l’incontro come un “forte inizio per il 2025”, in linea con le precedenti promesse di Trump di istituire una riserva strategica di Bitcoin durante la campagna del 2024.

Nonostante ciò, XRP potrebbe non essere il primo altcoin ad ottenere un ETF nel 2025, dato che Litecoin è in pole position con la recente domanda per il suo ETF presentata al Nasdaq da Canary Capital.