Trump riapre i negoziati: mercati ottimisti

Prosegue l’intonazione positiva dei mercati azionari, in una lateralità che, al passare delle seduta, diventa sempre più costruttiva, per l’effetto combinato di diversi fattori, in primis la riapertura di Trump alla definizione di un nuovo pacchetto fiscale prima delle elezioni. Secondariamente, le buone indicazioni che arrivano dal mondo corporate, in concomitanza con l’inizio delle trimestrali americane.

L’azionario europeo ieri si è mosso da un subito in rialzo, sintonizzato sul rally dei mercati globali, grazie alle speranze di ulteriori misure di stimolo in America, con le raccomandazioni positive dei broker sui titoli dei gruppi pubblicitari e le stime incoraggianti di GVC, che sostengono il morale degli investitori. Il settore dei viaggi e del tempo libero ha guidato il rialzo, con il forte rimbalzo di Lufthansa, che ha chiuso in rialzo del 5.88%. Da registrare anche la promozione, da parte di Goldman Sachs, a “buy” del titolo della rete televisiva tedesca Prosibien, che ha fatto registrare all’azienda una chiusura in positivo del 3,64%. 

Anche Wall Street guadagna terreno, dopo che il presidente Usa Donald Trump ha notato dei progressi nei negoziati sulle nuove misure di stimolo fiscale, anche se i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione restano alti. Due giorni dopo aver terminato le trattative su un disegno di legge di stimolo fiscale, Trump ieri ha invece confermato il negoziato con i Democratici per aumentare gli incentivi al settore aereo e distribuire assegni da 1.200 dollari ai cittadini americani. Tutti gli 11 settori dell’S&P hanno chiuso in rialzo, evidenziando ancora una volta il clima di risk-on. 

Questa notte l’Asia ha visto la riapertura della borsa cinese, dopo le festività, con Shanghai che ha chiuso a rialzo dell’1.72%. A sostenere gli indici asiatici anche la pubblicazione dell’indice PMI dei servizi in Cina, uscito a 54.8 rispetto alle stime degli analisti intorno ad area 50.

Sul piano macroeconomico, oggi la giornata non offre spunti particolari, al di là del dato sulla disoccupazione in Canada. A guidare i mercati continueranno ad essere le dichiarazioni dei candidati presidenti negli Stati Uniti e le storie societarie in prossimità delle reporting season. 

TECHNICALS IN FOCUS

GOOG

Interessante impostazione grafica di Google, dopo che il pullback di Settembre ha riportato il titolo sul 61.8% di Fibonacci, livello su cui il titolo sta evidenziando una dinamica di prezzo costruttiva. Il primo target è nel gap down del 18 Settembre, tra $1.500 e $1.520. Superato quel livello, il titolo riacquisterebbe la spinta per puntare verso area $1.580 e $1.600. Sopra tale livello il target immediatamente successivo sarebbero i massimi storici di area $1.700. Segnali di accumulazione vengono anche dalla dinamica dell’RSI e dalla compressione di volatilità di queste sedute. Il supporto chiave di medio termine resta area $1.400, al passaggio della MM a 200 giorni.  

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Intel: a questi prezzi, la sottovalutazione è evidente e il downside risk limitato 

Nonostante la crescita della la maggior parte delle aziende tecnologiche di questi anni, esistono ancora alcuni titoli leader del settore che hanno perso terreno rispetto ai nuovi “campioni” ma che, per caratteristiche storiche e competenze, restano delle opportunità estremamente interessanti. Uno dei casi è Intel, società uscita dalle preferenze degli investitori, sia pur con risultati operativi dell’azienda sono forti.


Dal 2017 ad oggi Intel è cresciuta da $33 a $50, di oltre il 50%. Una performance notevole sia pure con un rapporto Prezzo/ Utili in discesa, pari a 9 ad oggi, ed un sentiment degli investitori peggiorato per l’azienda. 

Anche l’utile per azione è salito, da circa $2 per azione all’anno, ad oltre $5 per l’anno passato. Si tratta di una crescita del 150% in un breve periodo di tempo. Ad analizzarne le determinanti, Intel ha ricevuto un vantaggio dal taglio delle imposte sulle società. Ciò ha offerto all’azienda maggiori risorse con remunerare gli azionisti, mediante dividendi e riacquisto di azioni proprie. Detto questo, i guadagni sono aumentati di oltre il 150% e ovviamente non si tratta solo di tagli alle tasse. Dal 2016 ad oggi, i ricavi di Intel sono aumentati da $59 miliardi a $72 miliardi, ad evidenziare una crescita sana dell’azienda. 

In questo senso, pre-Covid, la guidance del management aveva visto questo aumento a $85 miliardi all’anno per i prossimi anni. Sul piano del business, il settore delle CPU ha prospettive di crescita minime ma la società ha diversificato ben oltre i suoi settori più noti. In futuro, i chip per l’automotive insieme alla memoria non volatile e ad altre soluzioni ingegneristiche per aziende possono offrire importanti spazi di crescita per l’azienda.

Il problema maggiore per Intel è la concorrenza di Nvidia, che, pur avendo un budget di ricerca e sviluppo di gran lunga inferiore rispetto a Intel, ha un redditività largamente superiore e livelli di spesa in ricerca in % sul fatturato molto superiori. La concorrenza resta decisamente una minaccia per il titolo ma, come per titoli come Cisco ed Oracle, è difficile pensare ad ulteriore debolezza per il titolo, a meno che non si verifichino improvvise ed inaspettate perdite di quote di mercato.

Quello che è certo è che Intel scambia decisamente a sconto per un’azienda che sta ancora crescendo a un ritmo sostenuto. Oltre ad un P/E vicino a 9, il titolo scambia a 3 volte i suoi ricavi correnti, con un rapporto EV / EBITDA pari a 7.

 Il management stima una crescita degli utili per almeno il 5%-​​7% negli anni futuri e solo il raggiungimento di tale obiettivo produrrebbe ritorni importanti. Se l’espansione delle altre linee di business risultasse efficace, il titolo presenterebbe un notevole upside potenziale. 

Il contenuto di questa newsletter è di natura informativa ed educativa e non può essere considerata come attività di consulenza finanziaria né come raccomandazione all’investimento.

Performance passate non sono indicative di performance future. Il trading è rischioso e si raccomanda di rischiare solo il capitale che si è disposti a perdere.

Il prezzo delle cryptovalute può variare significativamente e non sono adeguate per tutti gli investitori. Il trading sulle cryptovalute non è supervisionato da alcun quadro regolatorio dell’Unione Europea