Trump cede il passo: mercati aggiornano i massimi

Nonostante la 24 ore drammatica per la democrazia americana, gli indici azionari aggiornano nuovamente i massimi, tanto negli Stati Uniti quanto in Europa, dove il GER30 rompe per la prima volta quota 14.000 punti, seguito dall’EUSTX50, che è oramai a circa 200 punti dai massimi storici di Febbraio. Gli investitori sono decisamente in modalità risk-on, con nuovi massimi che si aggiornano anche sulle materie prime, senza considerare il Bitcoin, arrivato a rompere i $40.000.

Le borse europee ieri hanno guadagnato terreno per la seconda sessione consecutiva, con il settore delle costruzioni in rialzo sulla scia delle promettenti stime per le vendite di Saint Gobain, dopo che la società francese ha annunciato che i risultati del quarto trimestre usciranno ben oltre le aspettative. Intanto, i settori economicamente più ciclici, come il minerario, l’energia e l’industriale hanno esteso il loro rally sull’aspettativa di ulteriori misure di stimolo Usa, dopo che i Democratici hanno vinto il controllo del Senato. Bene anche il settore delle rinnovabili, che dovrebbe essere favorito dall’amministrazione di Joe Biden, considerando il piano climatico da $2.000 miliardi di dollari proposto dal nuovo presidente statunitense.  

Il rally della giornata è stato ieri poi ulteriormente rafforzato dall’apertura di Wall Street, che ha ritoccato nuovi record, con gli investitori che scommettono sulla ripresa, grazie a un Congresso controllato dai Democratici. I titoli finanziari, in questa fase il comparto più sensibile al ciclo economico, salgono in media di un 2%, nell’attesa delle trimestrali che inizieranno la prossima settimana, mentre il comparto industriale e quello delle materie prime ancora una volta sono i top performer di giornata. Tra le singole storie societarie, DXC Technologies chiude al rialzo del 9.30%, sui rumors di un offerta da oltre 10 miliardi da parte della società francese Atos. Bene anche Walgreens Boots Alliance, salita del 5.18%, dopo aver battuto le attese degli analisti relativamente all’utile trimestrale.

Bene la seduta asiatica, con le azioni della casa automobilistica Hyundai Motor che sono salite di oltre il 20%, a seguito della notizia di una possibile cooperazione tra l’azienda ed Apple per lo sviluppo di veicoli elettrici. In Giappone, il primo ministro giapponese Yoshihide Suga ha dichiarato ieri lo stato di emergenza a Tokyo e in altre tre aree, nel tentativo di combattere un aumento delle infezioni da coronavirus. Sul fronte delle performance, l’indice MSCI Asia ex Japan ha chiuso a rialzo dello 0.97%.

Sul piano macroeconomico, oggi è la giornata del tasso di disoccupazione nell’Eurozona ed in Canada. In parallelo, negli Stati Uniti sono attesi i dati sulla creazione di posti di lavoro nel mese di Dicembre, unitamente al tasso di disoccupazione. Le attese degli analisti sono piuttosto modeste, alla luce dell’aumento delle misure di lockdown negli Stati Uniti nell’ultimo mese.

TECHNICALS IN FOCUS

ENI

Il quadro tecnico per ENI è significativamente migliorato nelle ultime sedute, dopo la rottura della MM a 200 giorni, a seguito di una lunga fase di bottoming che ha visto a Novembre nuovi minimi del titolo. Il superamento di area 9 è un segnale costruttivo per il titolo, che ora punta ad area 9.85, 1.10 ed, infine, area 11. Se osserviamo i minimi di Marzo e Novembre, sull’RSI si registra una divergenza rialzista, il che favorisce un quadro maggiormente costruttivo sul titolo. Sul piano dei supporti, una rottura al ribasso di area 7.9 andrebbe ad invalidare il quadro rimbalzista attualmente delineatosi.


FUNDAMENTALS IN FOCUS

Titoli anti recessione: WalMart

Sia pure in quadro tecnico assolutamente costruttivo, con gli indici azionari che continuano ad aggiornare i massimi storici, è sempre utile ragionare sull’ipotesi di un mercato che possa rallentare progressivamente, per comprendere quali titoli siano meglio posizionati per offrire rendimenti anche in contesti economici più difficili. In aggiunta, anche i bassi tassi di interesse sono alla base delle valutazioni più elevate, rendendo il mercato azionario un investimento relativamente più favorevole. Di conseguenza anche il multiplo Prezzo / Utili di è espanso notevolmente in questa fase. 

Nei fatti, sappiamo che prima o poi i mercati potrebbero correggere: ha quindi senso pensare a quali titoli abbiano meglio performato nel corso delle recessioni. WalMart rientra decisamente nella cerchia dei titoli che in passato hanno evidenziato queste caratteristiche.


Come osserviamo WalMart è stato uno dei top performer in questo 2020, tuttavia, se analizziamo l’andamento del titolo negli anni 2007-2009, ossia nel corso dell’ultima severa recessione economica, abbiamo osservato come l’S&P500 sia sceso di oltre il 15%. In questo periodo, Walmart ha invece guadagnato circa il 20%.

L’evidenza ci dice quindi che Walmart è uno dei titoli migliori anche nel caso di un mercato ribassista. L’azienda è infatti nota per la sua politica di offrire “prezzi bassi tutti i giorni”, il che aiuterebbe i consumatori in cerca di soluzioni di consumo più economiche. In questo senso ricordiamo che i titoli dei consumi di base storicamente hanno restituito le migliori performance nei periodi di recessione. A conferma di ciò, basta osservare il livello di utili per azione della società nel periodo 2007-2009: $3,16 (2007), $3,42 (2008) e $3,66 (2009).

Vale la pena anche di sottolineare che, grazie al suo modello di business, Walmart è riuscito ad aumentare il suo dividendo ogni anno per oltre 40 anni, facendo parte del ristretto club dei Dividend Aristocrats

Ai prezzi attuali, il titolo offre agli investitori un dividend yield dell’1,5%, con un payout ratio del 40% circa. Nonostante il suo basso payout ratio, Walmart punta a fare crescere il suo dividendo in linea con la crescita degli utili per azione, grazie soprattutto allo sviluppo del suo segmento dell’e-commerce di Walmart. Al di là della valutazione, il valore di WalMart sta nella sua capacità di offrire rendimenti in diversi contesti di mercato, un elemento che gli investitori più lungimiranti dovranno tenere in considerazione in caso di un cambio di asset allocation, al possibile mutare delle condizioni di mercato.

 

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