Trimestrali a sostegno degli indici

L’incertezza e la paura padroneggiano ancora sui mercati azionari, quindi non rappresenta una sorpresa assistere ad un’altra sessione caratterizzata da una forte volatilità intraday.

Indici europei, che nonostante le tensioni con la Russia, con l’euro sceso nei confronti del dollaro statunitense su minimi degli ultimi cinque anni, riescono tuttavia ad invertire la tendenza, chiudendo in territorio positivo. In rialzo, soprattutto, il comparto dei beni materiali – vedi Anglo American (+5,8%) e Glencore (+3,19%) – e tecnologico – grazie alle ottime trimestrali di Dassault System +4,6%. Seduta invece contrastante negli Stati Uniti, con il Nasdaq 100, che dopo aver visto un guadagno iniziale di quasi 2%, chiude la seduta incolore con un -0.01%.

Trimestrali che nonostante alcuni importanti scivoloni, vedi Google e Netflix, continuano ad offrire un ancora di speranza per gli investitori. Al 27 aprile, infatti, delle 176 società dello S&P 500 che hanno riportato utili, quasi l’80% ha riportato risultati superiori alle aspettative degli analisti, con il settore del consumo dei beni di prima necessità a dominare la stagione.

Russia, divide et impera: La risposta alla sospensione da parte della Russia, delle esportazioni di gas verso la Polonia e la Bulgaria, è arrivata per mezzo del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la quale ha ieri consigliato alle aziende dell’UE di non sottostare alle richieste di pagamento in rubli. Tuttavia, alcune delle più grandi compagnie energetiche europee sembrerebbero invece che si stiano muovendo per conformarsi al nuovo sistema di pagamento. Notizia che, se confermata, minerebbe notevolmente l’unità europea riportando sensibilmente il peso dalla politica estera dell’UE ai margini della geopolitica. Secondo rumors la big tedesca Uniper e l’austriaca OMV, i quali sono stati notevolmente colpiti dalla chiusura di Nord Stream 2, sarebbero alcuni dei nominativi pronti ad aprire un conto in rubli presso la Gazprombank in Svizzera. Eni invece starebbe prendendo tempo, con il prossimo pagamento atteso a maggio.

Con i prezzi europei del gas naturale saliti di quasi il 20% sulla recente escalation, l’attenzione resta sempre più rivolta a Germania e Italia – due dei maggiori importatori di gas russo nell’UE.

Giappone: non si ferma il deprezzamento dello Yen giapponese. Dai minimi di febbraio 2021 il cambio ha visto un incremento di quasi il 26%, passando dai circa 102 agli attuali 130 yen, valori quest’ultimi che non si registravano da oltre 20 anni. Protagonista di questo rally la BoJ, ovvero la Banca del Giappone, la quale continua a distinguersi tra le principali banche centrali con politiche espansive.

Seduta odierna caratterizzata soprattutto in Europa dalla pubblicazione del livello preliminare di inflazione tedesca per aprile, atteso alle 14h, e soprattutto dalla crescita del Prodotto Interno Lordo Americano per il primo trimestre, dato atteso per le 14:30.

Trimestrali: giornata importante sui mercati con le pubblicazioni odierne attese per Apple e Amazon, ovvero rispettivamente la prima e la quinta società mondiale per capitalizzazione di mercato. Nella giornata saranno inoltre alzati i veli su MasterCard, Eli Lilly, Merck, Thermo Fisher, Comcast, Intel e McDonalds per citare alcuni nomi.

Giornata intensa anche in Europa con alcuni dei grandi nomi quali Sanofi, TotalEnergies, Unilever, Glencore, Pernod, Nordea Bank, Capgemini e Compagnie de Saint-Gobain.

Seduta americana che dopo il gong ha visto le pubblicazioni positive di Meta Platform, e PayPal e Qualcomm, le quali rispettivamente viaggiano nel post market a +18,37%, +3,44% e +6,33%. Dati che hanno generato un buon umore per le aperture dei mercati internazionali.

Criptovalute: El Salvador non è più l’unico paese a riconoscere Bitcoin come moneta a corso legale. Ieri anche la Repubblica Centrafricana ha dichiarato la sua adesione nell’adozione di Bitcoin, delineando quindi un quadro di maggiore interesse a livello globale. Il Bitcoin può infatti rappresentare una soluzione finanziaria per la maggior parte degli africani che non possono permettersi un conto in banca. Ovviamente la strada sarà tortuosa, con il Fondo Monetario Internazionale che ha criticato la decisione, avvisando di grandi rischi associati all’uso di bitcoin per la stabilità finanziaria, l’integrità finanziaria e la protezione dei consumatori. Ad ogni modo c’è già chi guarda oltre, con il Tonga possibile prossimo Stato ad accettare Bitcoin, essendo il paese più dipendente dalle rimesse del mondo e con commissioni tradizionali che possono superare perfino il 30%.

 

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