La dinamica dei mercati finanziari può spesso cambiare rapidamente, trasformando le paure in opportunità. Fino a venerdì scorso, l’atmosfera era densa di preoccupazioni: ogni seduta della settimana aveva chiuso in calo, marcando la terza settimana consecutiva di perdite. L’indice S&P 500 aveva registrato una flessione dai massimi che superava il 5%, e il numero di società scambiate sopra la propria media mobile a 100 periodi aveva raggiunto il punto più basso da metà novembre, con meno della metà dell’indice (47%) al di sopra di tale soglia.
Tuttavia, le paure che fino a ieri tormentavano i mercati sembrano essersi dissolte, offrendo ora un sospiro di sollievo e una pausa benvenuta dopo la tempesta. Da un lato, le preoccupazioni geopolitiche che avevano infiammato i mercati si sono attenuate; dall’altro, i timori legati al percorso dei tassi di interesse della Fed sembrano aver raggiunto un punto di minimo, con gli investitori che ora rivolgono nuovamente lo sguardo verso l’alto, riconsiderando le stime sul numero e sull’entità dei possibili tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. La reazione del mercato agli annunci macroeconomici di ieri è stata ambivalente, con le cattive notizie che sono state interpretate come segnali positivi per i futuri sviluppi della politica monetaria americana. Questo è stato evidenziato dalla reazione ai recenti dati sui PMI. I PMI statunitensi hanno registrato un calo inaspettato tanto nel settore manifatturiero quanto in quello dei servizi, influenzando significativamente il ribasso dei rendimenti in dollari USA. Il PMI composito è sceso a 50,9, rispetto ai 52,1 di marzo, segnando un rallentamento. Un calo significativo si è anche verificato nell’indice dei prezzi alla produzione nel settore dei servizi, che è diminuito a 54,0 da 56,4, interrompendo così una tendenza precedente al rialzo. Questi movimenti indicano una possibile revisione delle aspettative inflazionistiche e potrebbero influenzare le future decisioni della Fed riguardo alla politica monetaria. Per quanto riguarda l’inflazione, l’indice dei prezzi alla produzione nel settore dei servizi ha visto un lieve aumento, posizionandosi a 55,1 rispetto al 55,7 precedente. Questo indice è particolarmente rilevante poiché ha dimostrato di essere un buon indicatore delle variazioni mensili dell’inflazione core, elemento chiave per le decisioni future della politica monetaria europea.
Mentre il mercato brinda per un rallentamento dell’economia statunitense, la situazione in Europa appare diversa, con gli investitori felici dopo che il PMI composito dell’area euro che ad aprile ha superato le aspettative, salendo a 51,4 rispetto a una previsione di 50,7 e al valore precedente di 50,3. Questo dato indica che l’economia europea è entrata in territorio di crescita per il secondo mese consecutivo, suggerendo una ripresa più forte del previsto. L’analisi dettagliata mostra che l’economia europea sta procedendo a due velocità diverse. Il PMI dei servizi ha mostrato un robusto incremento, salendo a 52,9 rispetto alle aspettative di 51,8 e al valore precedente di 51,5, segnalando una forte espansione del settore. Al contrario, il settore manifatturiero non sta tenendo il passo, con il PMI manifatturiero che è inaspettatamente sceso a 45,6, sotto le previsioni di 46,5 e il valore precedente di 46,1, indicando una contrazione continua.
A questi sviluppi si aggiungono le importanti dichiarazioni dai vertici della BCE. Il Vicepresidente de Guindos ha suggerito che, se le recenti tendenze dovessero proseguire, la BCE potrebbe allentare la sua politica monetaria restrittiva già a giugno. Inoltre, Nagel, membro del Consiglio direttivo della BCE e presidente della Bundesbank, ha commentato che, se le previsioni ottimistiche sull’inflazione di marzo saranno confermate nelle prossime stime di giugno e i dati a venire saranno coerenti, ci potrebbe essere spazio per una riduzione dei tassi di interesse.
Questo scenario si inserisce in una settimana cruciale per le trimestrali, con il 40% della capitalizzazione totale dell’S&P 500 che è atteso a rapporto. Ieri le azioni globali sono salite, per la seconda seduta consecutiva, spingendo fuori dal tavolo la discussione sulle correzioni. Abbiamo assistito a guadagni su vasta scala, in cui la crescita, la lunga durata e la qualità inferiore sono emersi come vincitori significativi. La leadership settoriale è stata ampia, con la maggior parte dei settori dell’indice S&P 500 che hanno chiuso in rialzo, guidati dai servizi di comunicazione e dalla tecnologia. La propensione al rischio era evidente nei mercati, con i titoli a piccola capitalizzazione (Russell 2000) che hanno sovraperformato e guadagnato oltre l’1,7%.
Martedì una serie di rapporti ben accolti ha spinto i titoli azionari al rialzo, mentre un rally nelle Big Tech ha mantenuto il vento in poppa del mercato. Dando uno sguardo più attento al calendario degli utili Spotify è stato uno dei protagonisti dopo i risultati del primo trimestre del servizio di streaming audio. La società svedese ha registrato un profitto per azione nel primo trimestre, mentre i ricavi sono aumentati di oltre il 19% su base annua grazie ai recenti aumenti di prezzo. La società ha inoltre affermato di avere 239 milioni di abbonati paganti, in linea con le stime.
In Europa le preoccupazioni di Kering, ieri alla prova dei conti, non hanno spaventato né il suo titolo, ieri in rialzo del 1.13%, né il mercato. Tuttavia, è Tesla (+11% nel After hours) a catturare maggiormente l’attenzione degli investitori. Nonostante un inizio anno difficile, fanalino di coda nell’S&P 500 con una perdita di valore del 41% e un drawdown dai massimi storici del 64%, le recenti dichiarazioni del CEO hanno infuso nuova speranza. Il carisma e le parole di Elon Musk hanno offerto una prospettiva di ripresa, nonostante i problemi significativi come i tagli del personale del 10%, le dimissioni di dirigenti chiave, la perdita di quote di mercato, margini ridotti, e una domanda in calo per i veicoli elettrici (EV). Tesla ha affrontato un anno complicato, caratterizzato da una riduzione dei prezzi su tutta la gamma dei suoi veicoli nel tentativo di stimolare le vendite, scoprendo però che la domanda stava rallentando. Gli investitori erano preoccupati che Tesla avesse abbandonato i piani per un’auto economica i mentre Elon Musk perseguiva la visione dei robotaxi. Ora, la compagnia afferma di accelerare i piani per i veicoli a basso costo, utilizzando gli stabilimenti esistenti, anche se non è chiaro se questo si riferisca alla tanto discussa auto economica o agli sforzi per ridurre i costi delle attuali Model 3 e Model Y.
Durante la conferenza stampa, Tesla ha rivelato di aver affrontato diverse sfide impreviste ma di essere riuscita ad incrementare la produzione del Model 3 aggiornato a Fremont. Nonostante la pressione globale sul tasso di adozione degli EV, Tesla continua a concentrarsi esclusivamente sui veicoli completamente elettrici, a differenza di altri produttori che optano per i modelli ibridi plug-in. La compagnia ha anche raggiunto un record di redditività nel suo settore energetico, grazie alle installazioni di sistemi di accumulo di energia, in particolare il Megapack. Inoltre, Tesla ha più che raddoppiato la capacità di calcolo per l’addestramento dell’intelligenza artificiale nel primo trimestre, preparando il terreno per ulteriori sviluppi. Elon Musk ha discusso i piani per accelerare il lancio di nuovi modelli di veicoli più accessibili previsti per l’inizio del 2025, e ha fornito aggiornamenti sul Full Self-Driving, la cui versione 12 è stata distribuita a circa 1,8 milioni di veicoli in Nord America. Tesla sta anche espandendo e ottimizzando la sua infrastruttura AI, con l’installazione di 35,000 unità H100 e piani per espanderle fino a 85,000 entro la fine dell’anno. Nonostante una leggera diminuzione dei margini automobilistici e un flusso di cassa libero negativo nel primo trimestre, la compagnia prevede miglioramenti per il secondo trimestre. Inoltre, con la riduzione del personale di oltre il 10%, Tesla mira a generare significativi risparmi e migliorare l’efficienza del capitale. Elon Musk ha anche anticipato l’introduzione del robotaxi dedicato, il Cybercab, previsto per agosto, e ha discusso ulteriori sviluppi nelle sue capacità AI, in particolare per il progetto Optimus. La capacità di Elon Musk di deviare l’attenzione degli investitori e farli guardare di più al futuro che al passato è certamente un valore aggiunto, nonostante un rapporto Prezzo Utili Forward a 12 mesi a 50.4x, ovvero maggiore di quello degli ultimi passati 12 mesi.