Tapering ancora in primo piano questa settimana

La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata dall’attesa per le parole di Jerome Powell e la formazione delle aspettative per i prossimi mesi in termini di future scelte di politica monetaria. Negli ultimi 15 mesi, la Fed ha proceduto ad acquisti obbligazionari ad un tasso di $80 miliardi di Treasuries e $40 miliardi di MBS: con la pubblicazione dei “dot plots” sono emersi i primi segnali di una potenziale fase di tapering. Sul punto Powell ha espressamente indicato come sia prematuro stabilire una tabella di marcia ma la seduta di Venerdì ha visto una correzione piuttosto profonda degli indici azionari, favorita anche dalla giornata di scadenze tecniche sui futures azionari.

Come abbiamo sottolineato in diverse circostanze, alle fasi di lateralità sui mercati azionari si alternano a fasi di impulsi di prezzo direzionali, in linea con la natura “mean reverting” della volatilità. Certamente, l’aggiornamento del “dot-plot” in una chiave più hawkish può aver inciso sulla giornata di Venerdì ma, tuttavia, è molto più probabile che ad oggi siamo di fronte ad un reazione che resta tecnica e poco legata a fattori fondamentali. A conferma di ciò, nella stessa giornata di venerdì i rendimenti dei titoli governativi, Treasuries in primis, sono andati a correggere decisamente, con il decennale che è ritornato in area 1.45%.

La possibilità di una correzione è inoltre confermata dalla sovraperformance del comparto dei titoli di stato rispetto a quello del mondo corporate nelle ultime settimane, a conferma del bias “difensivo” di questa fase di mercato. Tuttavia, la continua compressione dei rendimenti sta continuando a fornire supporto al mercato azionario, in un quadro in cui, con la sola esclusione delle commodities, la maggior parte delle asset class non offrono opportunità particolarmente interessanti.

Sul piano macroeconomico, questa settimana toccherà alla Bank of England, chiamata a decidere se proseguire con il programma di tapering degli acquisti di obbligazioni. Nel complesso l’economia britannica sta mostrando buoni risultati sul fronte occupazionale, con la sola eccezione delle vendite al dettaglio, uscite in flessione (-1.4%) rispetto alle stime di consenso (+1.5%). Il consenso è per un mantenimento dell’attuale livello di supporto monetario.

Sempre sul piano macroeconomico, questa settimana sono attesi i PMI manifatturieri e dei servizi in Europa e, soprattutto, la rilevazione del Price Consumer Expenditures (PCE), il principale indicatore utilizzato dalla Fed per la stima dell’inflazione, negli Stati Uniti.

TECHNICALS IN FOCUS

GBPJPY

Oltre all’USD, in questa fase stiamo osservando una ripresa di forza da parte dello Yen, che nelle ultime sedute è andato a rafforzarsi decisamente rispetto alle majors tradizionali e rispetto anche alle c.d. “commodity currencies”. Dopo la rottura a ribasso di area 155, il prossimo target su GBPJPY è nel range 148.5-149.5, supporto chiave di medio periodo che, se rotto a ribasso, proietterebbe il cross in area 145, dove passa il 61.8% di Fibonacci del rally iniziato con i minimi di Aprile 2020. La debolezza dell’RSI, unito all’espansione di volatilità che osserviamo sul cross, conferma la direzionalità ribassista del cross in questa fase.

APPLE

I segnali di accumulazione su Apple stanno portando il titolo vicino alla trendline ribassista che congiunge i massimi decrescenti che partono da Gennaio di quest’anno. Il supporto chiave in questa fase resta area $121,5, livello al di sotto del quale il titolo andrebbe in inversione ribassista. A rialzo, la rottura della trendline proietterebbe il titolo verso area $138 e successivamente aea $145. Ultimo target a rialzo è in area $155, come proiezione del triangolo rialzista dal punto di rottura della trendline ribassista. La volatilità contenuta sostiene la fase costruttiva del titolo, al pari di un RSI che indica pressione rialzista ma è lontano da eccessi da ipercomprato.

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