Sguardo sul settore della Difesa e sulla ripartenza cinese

Priva di Wall Street i listini europei risultano spogli di una direzione, con le chiusure delle principali piazze finanziarie in territorio misto. Chiudono al ribasso Milano, Francoforte e Amsterdam mentre si distinguono in positivo Londra e Madrid.

Piazza Affari ha registrato una perdita dello 0,18%, chiudendo a 31.676, punti, sottoperformando leggermente i suoi omologhi europei e mettendo fine a una serie di tre sedute consecutive di vittorie che avevano portato l’indice a nuovi massimi pluriennali. Iveco, Stm e Pirelli sono stati i principali ritardatari della sessione, con perdite di circa il 2% ciascuno. Al contrario, Telecom Italia è emersa come la migliore performer, guadagnando quasi il 6%, in seguito alla decisione degli analisti di Bank of America di aumentare il prezzo obiettivo della società. Bene anche Leonardo, in crescita del 2,24%, che beneficia del maggior dibattito sulla spesa per la difesa e della volontà di una maggiore coesione europea sul tema. La seduta di ieri ha visto un deciso progresso sul settore con Rheinmetall (+4,10%) e Rolls-Royce (+3,37%), mentre la francese Thales ha registrato un calo dopo che la banca svizzera UBS ha abbassato la sua raccomandazione sul gruppo tecnologico e di difesa da “neutrale” a “vendere”. Osservando l’evoluzione dei principali titoli della difesa europea, come la tedesca Rheinmetall, le inglesi Rolls-Royce e BAE System, l’italiana Leonardo, la norvegese Kongsberg, la svedese Saab e le francesi Safran e Thales, si nota una performance complessiva media del 2023 del 64%, con Rolls Royce in testa alla classifica con un progresso del 221%. La crescita negli ultimi 3 anni è altrettanto impressionante, con una media del 224%, guidata dalla tedesca Rheinmetall. Questa evoluzione si contrappone a performance meno decise delle aziende americane, la cui crescita negli ultimi tre anni si ferma a un +9%.

Nel frattempo, le azioni legate alla Cina hanno registrato perdite dopo la riapertura in sordina dei mercati azionari del paese, mettendo in evidenza la precarietà dell’economia cinese e la riluttanza dei consumatori a spendere. Burberry e Prudential hanno entrambe perso quasi l’1,5%, mentre i minatori industriali sono scesi bruscamente con Antofagasta, Rio Tinto e Anglo American in calo di oltre l’1%. Anche in Italia, Salvatore Ferragamo è scesa dello 0,6%, così come Brunello Cucinelli. Nel settore del lusso, nonostante la tenuta del leader LVMH, che ieri ha chiuso in progresso dello 0,75%, si è manifestata incertezza sull’evoluzione del consumatore di Pechino, il tutto mentre a Milano inizia la Woman’s Fashion Week Autunno-Inverno.

Durante le festività del Capodanno lunare, i turisti cinesi sembrano aver speso in modo più prudente, nonostante un aumento complessivo nei viaggi. Ciò sottolinea le sfide che la seconda economia mondiale sta affrontando nel rinvigorire la fiducia e contrastare la deflazione. Gli economisti di Nomura e Goldman Sachs stimano che i ricavi pro capite del turismo durante l’ottava festiva in Cina siano diminuiti del 9,5% rispetto a un periodo simile nel 2019. Tuttavia, è ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive e bisognerà attendere la pubblicazione dei dati effettivi sulla spesa a metà marzo.

La Cina è tornata protagonista sui mercati dopo le vacanze del Capodanno lunare, che coincide con l’Anno del Drago, tradizionalmente considerato un periodo proficuo per i mercati, con una media di crescita annua del 13% dal 1900 al 2023, seconda solamente all’Anno del Maiale. La Banca Popolare Cinese (PBOC) ha ridotto nella notte il Loan Prime Rate (LPR) a 5 anni di 25 punti base, portandolo al 3,95%, in segno di sostegno al mercato immobiliare, poiché tale tasso influisce principalmente sui tassi ipotecari. La Banca Centrale ha, tuttavia, mantenuto invariato l’LPR a 1 anno, dopo aver lasciato invariato anche il tasso di prestito a medio termine a 1 anno domenica. È possibile che la Banca Centrale cinese sia riluttante a procedere con ampi tagli dei tassi finché la Fed non allenterà la politica per evitare pressioni al ribasso sullo yuan cinese, optando invece per tagli più mirati, come visto con l’LPR a 5 anni. Intanto con lo Shangai Composite risulta in progresso di circa l’11% dai minimi del 5 febbraio, con le ultime 5 sedute consecutive di rialzi gli investitori si augurano che il mercato cinese abbia toccato il fondo.