Continua la correzione dei mercati, sebbene con perdite maggiormente contenute.
L’attuale settimana mostra le incertezze di questo rally azionario, tra correzioni innescate da timori di un’economia ancora troppo sana (vedi NonFarm Payroll e ISM non manifatturiero) così come dell’esatto opposto, ovvero di una prossima recessione (si vedano gli allarmi lanciati dai ceo di Goldman Sachs e JP Morgan). Ieri i dati sulla bilancia commerciale cinese, più deboli del previsto, hanno alimentato i timori sulla crescita globale e gravato sulle azioni. Ad offrire sollievo alle vendite ci ha pensato la Bank of Canada, la quale ieri ha sì alzato i tassi di interesse in modo aggressivo, per la sesta volta consecutiva, ma ha anche sì aperto la porta ad una pausa del suo ciclo di rialzi. Proferire di pausa ha innescato quella visione dovish e positiva sui mercati, che lascia ben auspicare che possa essere seguita dalla stessa Fed.
Apple continua a far parlare. La debolezza di Apple e dei suoi fornitori ha ieri inciso sui titoli tecnologici. La società di Cupertino è scesa di oltre -1% dopo che il fornitore chiave di iPhone, Murata Manufacturing, ha dichiarato di aspettarsi che Apple taglierà ulteriormente i piani di produzione dell’iPhone 14 nei prossimi mesi a causa della debolezza della domanda. Correzioni sono state inoltre registrate sui titoli delle compagnie aeree statunitensi dopo che l’Air Transport Association ha previsto che il crollo della domanda di trasporto aereo di merci continuerà anche l’anno prossimo, con un calo che trascinerà anche le tariffe di trasporto aereo.
Rischio di recessione che sembra tuttavia levarsi quale principale motore di questi ultimi movimenti dei mercati. Lo si evince in particolare osservando sia i movimenti dei settori americani, con i titoli difensivi a sovraperformare, sia soprattutto con i decisi rialzi dei titoli obbligazionari. Mentre lo S&P 500 registra alcune prese di profitto, i titoli obbligazionari (nella figura sono rappresentati i TLT) hanno proseguito verso il rialzo, andando a ridurre quella correlazione che ha accompagnato l’evoluzione tra azioni e obbligazioni in questo 2022.
Con l’inflazione e la politica della Fed che continuano a rappresentare i veri due driver di mercato più importanti di quest’anno, non sorprende che ci sia un po’ di nervosismo in vista della lettura dell’indice dei prezzi al consumo di novembre martedì prossimo e dell’annuncio del tasso della Fed mercoledì.
Cina sempre in primo piano. Da una parte i mercati brindano alle nuove misure di alleggerimento alla politica zero-Covid del governo. I media hanno riferito che l’obbligo di indossare la maschera sarebbe stato rimosso. Dall’altra aumenta il rischio politico. I Paesi Bassi starebbero infatti valutando la possibilità di imporre ai produttori di chip in Cina sanzioni simili a quelle imposte dagli Stati Uniti. Decisioni volte a limitare l’accesso di Pechino alla tecnologia di fascia alta. Al di fuori degli Stati Uniti, e in linea con il Giappone, i Paesi Bassi sono uno dei maggiori fornitori di semiconduttori avanzati. Intanto l’indice di Hong Kong registra un +32% di rialzo dai minimi del 31 ottobre.
L’Unione Europea ha ieri proposto un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca, la quale colpirebbe restrizioni all’esportazione di prodotti chimici e tecnologie utilizzate per scopi militari, così come alcuni istituti finanziari e media. Separatamente, domani il Regno Unito è atteso annunciare un nuovo pacchetto di sanzioni. Ieri le tensioni geopolitiche sono decisamente aumentate. In un discorso televisivo il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto per la prima volta che la sua guerra probabilmente sarà lunga. Ha inoltre riportato come il rischio di una guerra nucleare sia aumentato.
Intanto con il prezzo del greggio sceso intorno ai $73 al barile (-5% da inizio anno e del 44$ dai massimi del 7 marzo) e con i prezzi del gas sui 149 euro a MWh il Regno Unito, sembra non credere a prezzi energetici che si possano mantenere bassi, puntando a sopperire la crisi energetica con un ritorno al carbone. Londra ha ieri approvato la prima miniera di carbone in 30 anni, uno schiaffo al COP26.
Giornata odierna priva di importanti pubblicazioni macroeconomiche, con l’attenzione che sarà posta sul discorso odierno del presidente della BCE Christine Lagarde. L’Agenzia europea per la difesa tiene la sua conferenza annuale a Bruxelles.
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