Settimana ricca di eventi. Possiamo aspettarci catalizzatori di una possibile inversione?

Mercati azionari, soprattutto americani, che faticano ad invertire la rotta. L’indice S&P 500, ormai in calo da tre settimane consecutive, è sceso dell’8% dai suoi massimi storici del 3 gennaio, mentre il Nasdaq 100 del 13% dai massimi storici di novembre.

Venerdì i mercati hanno evitato di acquistare sulle discese registrate e hanno bensì preferito alleggerire le esposizioni sui settori ciclici. Con il Vix ormai a 28 punti, +73% da inizio anno, osserviamo come i settori difensivi abbiano meglio performato.

L’analisi pubblicata da Bank of America evidenzia a riguardo la più alta allocazione di sempre sui settori late cyclicals (ovvero della fase di rallentamento della crescita) dati appunto dal settore finanziario, energetico e dei materiali di base, mentre il posizionamento sul tecnologico ha toccato il più basso livello dal 2008.

Entra nel vivo la stagione delle trimestrali in America. Allo stato attuale ben 64 aziende, circa il 13% del paniere, hanno già pubblicato i propri conti con una percentuale di successo degli utili rispetto alle attese che si aggira al 73%. Il settore finanziario è quello che ha provveduto a rilasciare il maggior numero di resoconti, ben 28. In generale, a preoccupare gli investitori, già alle prese con una minore propensione al rischio, non tanto i numeri dei bilanci, quanto le preoccupazioni ravvisabili nelle guidance – vedi la crescita salariale nel settore bancario o sul tasso di crescita di abbonati per Netflix.

Nella settimana sono attese ben 105 società dello S&P 500 – ovvero il 21% dell’indice americano – alla prova dei conti. Il settore tecnologico salirà in cattedra con ben 22 società, seguono quello industriale (19), finanziario (16).

Tra i principali titoli troviamo sia Apple che Microsoft, che da sole rappresentano oltre 4.8 trilioni di dollari di capitalizzazione. Non manca poi nomi del calibro di Tesla, IBM, Johnson & Johnson, Moderna, Verizon, American Express, General Electric, Intel, Boeing, Visa, MasterCard, McDonald’s, Chevron e Caterpillar.

In Italia nella settimana sono attese per giovedì le pubblicazioni per STMicroelectronics e UniCredit.

Nel Vecchio Continente, tra le principali pubblicazioni di trimestrali abbiamo:

  • Ericsson e Remy Cointreau per martedì
  • Mercoledì sarà il turno di Essity nonché per la compagna aerea low cost Wizz Air Holding
  • Giovedì invece l’attenzione è prevalentemente sul settore finanziario con le trimestrali di SEB, DWS Group, Banco de Sabadell oltre che la già citata Unicredit. Di interesse, inoltre, le pubblicazioni di Samsung e Elior Group.
  • Venerdì attenzione a Volvo, SSAB e Signify

Nella settimana gli investitori presteranno molto interesse al prossimo incontro di politica monetaria della FED, atteso per mercoledì. Le attese, come ormai ben noto, non sono per una modifica del tasso ufficiale. Tuttavia, la successiva conferenza stampa potrà meglio offrire segnali sul percorso che il FOMC desidera intraprendere. Da monitorare non solamente i tassi ufficiali ma anche il percorso di riduzione del Bilancio Fed. Qualsiasi indicazione di un eventuale piano di accelerazione alla riduzione del bilancio, potrebbe innescare una nuova vendita sul mercato azionario, soprattutto sul comparto tecnologico.

Il calendario macroeconomico della settimana vede per:

  • Lunedì l’attenzione rivolta sui PMI, con pubblicazioni a riguardo sia in Europa (Francia, Germania, Regno Unito e UE) che in America
  • Martedì: In Asia si terrà sotto osservazione soprattutto il livello di inflazione Core attesa in Giappone. In Europa invece saranno monitorati i dati sul livello di fiducia in Germania e il livello di inflazione alla produzione in Spagna. Attenzione, inoltre, alla decisione sui tassi d’interesse in Ungheria, dove potremmo assistere ad un eventuale rialzo. Oltreoceano invece monitoreremo i dati sul mercato immobiliare (FHFA house price inde) e sul livello di confidenza dei consumatori (Conference Board Consumer Confidence).
  • Mercoledì: di interesse in Europa la pubblicazione sul livello di confidenza dei consumatori francesi. In America assisteremo invece alle pubblicazioni sulla bilancia commerciale dei beni, sulle vendite di nuove case ma soprattutto alla citata decisione del FOMC e successiva conferenza stampa di Powell. Decisione sui tassi d’interesse attesa nella giornata anche in Canada.
  • Giovedì l’attenzione si sposterà inizialmente in Cina, con le pubblicazioni sui margini industriali. In Europa avremmo la pubblicazione GfK sul livello di confidenza dei consumatori tedeschi ed in Italia con i dati sulle vendite industriali. In America la pubblicazione sulla crescita del Prodotto Interno Lordo potrà offrire interessanti segnali sull’avanzamento dell’economia, insieme ai dati sull’inflazione (Core PCE Price) e sul mercato del lavoro (richieste settimanali di sussidi di disoccupazioni).
  • Venerdì: dati sul consumo e sul PIL attesi in Francia. Prodotto Interno Lordo che sarà protagonista nella mattina con le pubblicazioni attese anche per la Spagna, Svezia, Germania e Hong Kong. In Italia pubblicazioni sul livello di confidenza industriale e dei consumatori, insieme alle diffusioni sul livello di inflazione alla produzione. In America attenzione ai dati sulla spesa personale, al PCE price index e sul livello di confidenza pubblicato dall’Università del Michigan.

Criptovalute: Mercato delle criptovalute che ormai segue le evoluzioni del mercato azionario. La rottura dell’area dei $40.000 per il Bitcoin, come diverse volte riportato, ha generato forti pressioni ribassiste sulla criptovalute. Attualmente il BTC scambia a circa $34.870, poco meno del 50% di flessione dai massimi di novembre.

Non è la prima volta che assistiamo a tali crolli sulla moneta digitale. Ad aprile dello scorso anno abbiamo infatti registrato ad una correzione di quasi il 55%. Peggio era successo nel 2018, quando il Bitcoin corresse dai suoi massimi di dicembre 2017 di circa l’84%. Situazioni più critiche erano state già registrate nel 2011 e 2010 con crolli di circa il 94%.

Non poteva non mancare, a tali livelli, un nuovo acquisto dal presidente di El Salvador Nyib Bukele, il quale mediante un tweet ha riportato l’acquisto di ulteriori 410 Bitcoin per “soli” 15 milioni di dollari.

Tuttavia, stando a report pubblicati online sembrerebbe come il Paese stia attualmente perdendo sui 1801 Bitcoin detenuti circa $20 milioni

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