Settembre sulla scia dei timori di Agosto

Prima seduta del mese di settembre sulla scia dei timori e delle vendite annotate ad agosto. Le preoccupazioni odierne sono il cocktail di quelle assistite nel corso dell’anno.

In Asia, o meglio nell’economia cinese, le ripartenze di nuovi casi di Covid-19 e i temuti lockdown, vedi per ultimo quello di Chengdu (con gli oltre 21 milioni di residenti) nonché il peggioramento della situazione pandemica a Shenzhen e Guangzhou, riportano alla luce i timori di nuovi rallentamenti economici e degli effetti che una politica di “tolleranza zero” ha tarato sul consumatore cinese e sull’export (sebbene risulti ancora prematuro parlare di nuovi colli di bottiglia).

In Europa tornano insieme i consueti rischi: rallentamento economico, inflazione, effetti sanzioni russe e l’indecisione di una Bce alle prese con un forte rischio di stagflazione e con le pressioni di politica monetaria internazionale, guidate di un Fed sempre più aggressiva che portano il Vecchio Continente a nuovi minimi. Il Dax torna nuovamente in area di recessione (-22% dai suoi massimi del 18 Novembre) e i principali indici europei dal 17 Agosto registrano variazioni intorno al 7%, con Milano maglia nera -7,75%. Mercati che iniziano a valutare una politica monetaria più aggressiva da parte della Bce, la cui decisione di politica monetaria è attesa per la prossima settimana, soprattutto alla luce del nuovo record sull’inflazione in Europa. Osservando in particolare i futures sull’Euribor con scadenza dicembre 2022 il mercato sembra infatti aver aumentato le aspettative di rialzi delle Bce.

Seduta invece contrastata per Wall Street con lo S&P che sul fotofinish chiude al rialzo +0.3% mentre il Nasdaq in leggera flessione -0.26%. Lettura che tuttavia nasconde timori ancora da parte degli investitori con il settore difensivo, vedi sanitario e utilities, che ieri hanno sostenuto gli acquisti. Situazione che porta quindi gli investitori, in attese del dato sul mercato del lavoro odierno, a prediligere protezione.

Per non bastare ai già noti rischi a gettare nuova benzina sul fuoco la decisione statunitense di richiedere a Nvidia lo stop della vendita alle società cinesi (Cina Continentale e Hong Kong, oltre alla già nota Russia) dei suoi chip (A100 e della e della prossima GPU) progettati per il lavoro di intelligenza artificiale. Situazione che rischia di creare nuova tensione sul settore tecnologico, già messo alla prova da rialzi dei rendimenti obbligazionari.

Sul fronte energetico la Russia risponde alle possibilità vagliate dai paesi del G7 un tetto massimo del prezzo del petrolio minacciando tagli alle forniture per i paesi aderenti. Ieri il vice primo ministro del paese Novak ha anche affermato che le società russe sono pronte per un embargo dell’UE sul greggio russo e che manterranno la produzione ai livelli attuali. Dopo il gas nuovi rischi di rincari sul greggio.

Seduta odierna: Evento clou della giornata impostato alle 14:30 con le pubblicazioni statunitensi sul mercato del lavoro. Il consenso è alla ricerca di una crescita dei posti di lavoro di 300 mila. Oltre al dato sarà importante monitorare la crescita salariale, in virtù delle pressioni inflazionistiche a cui la Fed ha dichiarato guerra.

Altri dati attesi includono la disoccupazione in Spagna, lo stanziamento di bilancio in Francia e l’indice dei prezzi alla produzione in Europa. Nel Regno Unito si chiude questa sera il ballottaggio sulla leadership mentre in Italia prende oggi il via il Forum Ambrosetti.