Sentiment debole e volatilità in (graduale) espansione

Una seduta interlocutoria quella di ieri sui mercati globali, caratterizzati da una debolezza diffusa che si è riflessa tanto sui listi europei quanto su quelli americani. La compressione di volatilità delle ultime sedute sta portando ad alcune prese di profitto, nel quadro di quella che è al momento una correzione di modesta intensità. Il tema principale resta l’aumento dei prezzi della materie prime, che sta sostenendo l’attività di rotazione settoriale che gli investitori stanno applicando ai loro portafogli. 

Ai fini della stabilità del mercato azionario, l’elemento maggiormente rassicurante resta in ogni caso l’andamento del comparto del credito, che favorisce la stabilità delle scelte di asset allocation dei gestori, sia pure in un quadro di aspettative di un rialzo dell’inflazione, anche qualora fosse solo temporanea.

In Europa, ieri, oltre al comparto tecnologico a cedere sono stati i titoli del settore dei trasporti e del tempo libero, con IAG, la controllante di British Airways, che ha perso oltre il 5% sull’annuncio del lancio di un’offerta di obbligazioni convertibili del valore di 800 milioni di euro. In forte flessione anche Thyssenkrupp, malgrado abbia rivisto al rialzo l’outlook sull’utile per l’anno. 

A Wall Street la seduta si è contraddistinta per una decisa volatilità, con il Nasdaq a fare da barometro del sentiment generale: in particolare, l’indice ha sperimentato una correzione molto profonda in intraday, andando a flettere oltre l’1.5%, per poi recuperare gran parte delle perdite e chiudere poco sotto la parità. 

Sia pure in una seduta di risk-off, restano ben sostenute le materie prime, con il rame che aggiorna i suoi massimi storici ed il WTI che consolida intorno ad area $65 ma appare impostato per tentare nelle prossime sedute un avvicinamento ad area $70.

Sul piano macroeconomico oggi è attesa l’uscita di un solo dato macroeconomico di rilievo: il Consumer Price Index negli Stati Uniti. Una rilevazione che, nel quadro di oggi, potrebbe in ogni caso rappresentare un discreto market mover su base intraday.

TECHNICALS IN FOCUS

OIL

Dopo i massimi di periodo di inizio Marzo, il WTI ha vissuto una fase di distribuzione a cui ha fatto seguito una fase di accumulazione caratterizzata da una decisa compressione della volatilità dello strumento. Considerando il quadro tecnico, l’attesa è per una potenziale accelerazione della volatilità che potrebbe rapidamente proiettare il WTI verso area $67.7, massimo di Aprile, e successivamente area $70 e $73.9$, massimo da Giugno 2018. L’espansione rialzista è inoltre confermata dall’RSI stabilmente sopra area 50. Il supporto principale resta in area $62.5, dove passa la MM a 200 giorni. 

FUNDAMENTALS IN FOCUS

AT&T: rischio/rendimento adeguato ed alto dividend yield (6.5%)

AT&T viene da anni in cui l’alto indebitamento ha pesato sul titolo, sebbene la società sia uno dei principali titoli value del mercato americano sul piano del dividend yield. Nel corso del 2020 l’azienda ha implementato la sua rete 5G negli Stati Uniti e l’anno scorso ha raddoppiato il numero di carte telefoniche prepagata rispetto al 2019.

In aggiunta l’azienda sta anche registrando importanti progressi nel settore dell’intrattenimento, avendo superato il suo obiettivo di abbonati HBO a fine 2020, con ben 2 anni di anticipo rispetto alle previsioni iniziali. In questo senso AT&T non sembra soffrire della concorrenza di competitors come Disney TV e Netflix.

Sul piano finanziario, nel corso del 2020, la società ha generato $27,5 miliardi di flussi di cassa, in aumento rispetto alla media degli ultimi anni, intorno a $26. Calcolato sul flusso di cassa, il payout ratio è vicino al 50%, avendo il titolo pagato dividendi per circa $15 miliardi negli ultimi cinque anni. Detto questo, il limite principale di AT&T è il suo indebitamento, intorno ai $157 miliardi, che ne ha frenato la redditività, nonostante non sussistano problemi sul piano della liquidità aziendale.

Il 22 Aprile scorso AT&T ha riportato ottimi risultati nel Q1 2021, con la società che ha mantenuto i suoi target sul piano della remunerazione per gli investitori ed una forte capacità di coprire i dividendi mediante la generazione di cassa operativa.

Nel primo trimestre i ricavi sono saliti del 2,7%, mentre gli utili per azione sono stati pari a $0,86 contro i $0,84 nel primo trimestre dello scorso anno. Il flusso di cassa operativo è salito del 12%, mentre il flusso di cassa è salito a $5,9 miliardi, in aumento di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso.

Il payout ratio di AT&T nel trimestre è stato pari al 63%, in linea con le stime del management che stima un payout ratio intorno al 50% per il 2021. Il titolo scambia su un multiplo P/E pari alla media degli ultimi cinque anni, intorno a 32.5 volte gli utili del 2021. Nel complesso, quindi, AT&T non appare sottovalutata sul piano fondamentale ma il dividend yield attuale è vicino al 6.5%, fornendo adeguata protezione in questa fase di mercato per un investitore alla ricerca di rendimenti relativamente più stabili.

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