Segnali di forza o un monito di forti correzioni

Giornata da batticuore quella di ieri sui mercati azionari, con il crollo degli indici europei e con gli indici americani in grado di saper invertire le profonde perdite in guadagni.

Lo S&P 500 ha chiuso con +0.28%, dopo aver toccato nella giornata perdite del 4%, mentre il Nasdaq 100 è riuscito a registrare uno +0.49%, dopo essere sceso di quasi il -4.8%. Recuperi simili sullo S&P 500 non sono frequenti, l’ultimo risale ad ottobre 2008. Generalmente parlando, soprattutto per il Nasdaq, osserviamo come tali correzioni si sono verificate anch’esse nei soli periodi di crolli, ovvero nel 2008, 2002 e 2000. Augurandoci che questo non sia l’anno della correzione. Intanto il VIX ha ieri toccato massimi intraday a 38.94, valori che non assistevamo da ottobre 2020.

Investitori che hanno deciso di entrare sulle forti correzioni, con i comparti più colpiti a diventare i maggiori acquisti. Nei settori, utilizzando i dati finviz, possiamo osservare soprattutto acquisti nel consumo ciclico (+0.83%) e tecnologico (+0.79%) ovvero i due settori che da inizio anno registrano le maggiori perdite.

Restando in tema tecnologico ieri, a chiusura dei mercati, sono state pubblicate le trimestrali di IBM. Trimestrali che hanno battuto le attese, registrando una crescita del fatturato nel quarto trimestre del 6%. Aumento del costo del lavoro che è emerso anche nei commenti del suo CEO Krishna: “Ci vorranno alcuni trimestri perché i profitti di IBM riflettano i costi del lavoro più elevati”. Intanto il titolo in pre market vola ad un +2.39%. In Europa scivola oggi invece Credit Suisse, dopo un profit warning sul quarto trimestre a causa dell’aumento delle spese legali.

Sessione americana positiva che non viene tuttavia replicata oltreoceano. In Asia osserviamo forti correzioni ed anche in Europa i futures sono al ribasso.

Mercati che, in attesa delle parole di domani di Powell, si trovano in frenesia di acquisti (con circa il 49% delle società dello S&P 500 che si trova al di sotto della propria media mobile a 200 giorni), ma con i timori di un possibile ulteriore crollo. Chissà se le pubblicazioni delle trimestrali possa aiutare gli investitori a trovare il giusto sentiero.

In Italia, come da previsioni, fumata nera per quanto riguarda il nome del prossimo Presidente della Repubblica, con ben 672 schede bianche, con lo spread BTP-Bund che ieri è salito del 2.8% a 146 punti base.

Agenda odierna che ha visto l’inflazione in Australia e Giappone salire rispettivamente al 3.5% e allo 0.9%. Inflazione, questa volta alla produzione, che sale anche in Spagna, passando da un 33.1% al 35.9% su base annua.

Dopo i sorprendenti dati PMI tedeschi di ieri sarà interessante vedere se anche l’indice IFO tedesco indicherà un rimbalzo dello slancio della crescita nel mese di gennaio.

Negli Stati Uniti attenzione alla fiducia dei consumatori per gennaio, la quale potrebbe evidenziare eventuali impatti dell’ondata di Omicron.

Criptovalute: Sempre di più osserviamo ad una maggiore correlazione del Bitcoin rispetto al Nasdaq 100. A riguardo i numeri ci offrono supporto. Stando ai dati di intotheblock la correlazione dei prezzi del Bitcoin degli ultimi trenta giorni con l’indice tecnologico americano si assesta a 0.94, ovvero valori che non assistevamo dall’aprile del 2019.

Ethereum

La seconda criptovaluta per capitalizzazione registra attualmente correzioni del 50% dai suoi massimi storici del 9 novembre, valori che non assisteva dal luglio 2021. Situazioni simili non sono nuove per tale criptovalute, la quale ha registrato in passato correzioni ben più marcate, toccando perfino il 92% di drawdown a fine 2018

Da un punto di vista tecnico osserviamo la rottura dell’area dei $2500, il che potrebbe spingere il prezzo a testare nuovi minimi in area $2.000. Sebbene l’andamento registra un’elevata correlazione con il Nasdaq 100 , attualmente pari a 0.96, osserviamo un RSI in prossimità dell’area di ipervenduto che potrebbe generare un breve eventuale periodo di lateralità. A riguardo, utilizzando i dati di intotheblock, notiamo come l’Ethereum ha raggiunto un livello di supporto critico con quasi 360.000 indirizzi che detengono 9.6 milioni di ETH in area $2.200.

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