Sarà un giorno fortunato sui mercati?

Con i mercati azionari sulle ali dell’entusiasmo e con l’inizio della stagione delle trimestrali americane, che oggi prende ufficialmente il via – l’unica vera incognita da qui fino alla prossima riunione Fed di febbraio – la data di venerdì 13 non è di certo di buon augurio nell’immaginario collettivo, europeo e americano.

Superstizione a parte, i mercati continuano a mostrare una decisa propensione al rischio, sostenuti da una lettura sull’inflazione statunitense più fredda (sebbene, come da aspettative). Risultato, indici che chiudono al rialzo accompagnati da un calo dei rendimenti dei titoli di stato – ieri il decennale americano ha chiuso sotto il 3,5% così come il Btp sotto il 4%.

Lettura sull’inflazione statunitense a prima vista decisamente positiva, in calo per il sesto mese consecutivo, attestandosi al 6,5% a dicembre, ovvero al valore più basso dall’ottobre 2021. Inflazione core anch’essa in calo al 5,7%, rafforzando le scommesse che la Federal Reserve potrebbe rallentare ulteriormente la sua aggressiva campagna di inasprimento. Nota meno positiva la continua crescita dell’inflazione dei servizi, salita allo 0,5% m/m ed evidenziando come il picco non sia stato ancora raggiunto. Ciò potrebbe offrire spazio alla Fed per mantenere alti i tassi. Mercati che non rispondono con eccessivo entusiasmo alla pubblicazione, con Wall Street che ha oscillato tra guadagni e perdite nella seduta di ieri.

 

Dopo la pubblicazione i commenti dei membri Fomc, da Patrick Harker (Fed di Philadelphia) a Thomas Barkin (Fed di Richmond) si sono detti favorevoli a un rallentamento dei rialzi dei tassi da qui in avanti, mentre James Bullard (Fed di St. Louis) ha dichiarato di preferire ancora un rialzo sopra il 5%. Mercati che hanno portato al 94% (dal 75% della scorsa settimana) le probabilità di un rialzo di 25 pb nella prossima riunione di febbraio, così come di un nuovo rialzo di 25 pb in quello di marzo – per poi mantenere un periodo di pausa. Tuttavia, l’allentamento delle condizioni finanziarie, le prospettive di crescita meno negative e la ripresa economica in Cina potrebbero generare rischi persistenti di inflazione, a questo ci si potrebbe domandare se la ripartenza di Wall Street possa generare un nuovo effetto ricchezza (e quindi di nuove pressioni inflazionistiche) a cui la Fed sembra non tenerne più conto (a differenza del 2022).

Intanto il Vix scende sotto la soglia dei 19 punti, se tale lettura generalmente è accompagnata da una minore preoccupazione degli investitori nello scorso anno si è spesso assistito all’esatto opposto, ovvero a cali dello S&P 500 a letture inferiori a i 20 punti e crescite a letture superiori ai 30 punti. Sarà quindi interessante monitorare come risponderà il mercato a questo nuovo inizio anno.

Oggi saranno alzati i veli sui conti di JPMorgan, Bank of America, Wells Fargo, Blackrock, Citigroup e Bank of New York Mellon. Utili che dovrebbero insieme assestarsi a circa 28 miliardi, riportando una possibile flessione del 15% rispetto all’anno precedente. Sulle letture sarà interessante monitorare l’evoluzione dei prestiti, delle riserve e della potenziale debolezza dei cali delle attività di market capital. Tutto questo mentre il settore bancario, dopo quello tecnologico, registra decisi ritocchi ai costi del personale.

Rialzi dei mercati azionari che hanno generato nuovi guadagni sul mondo delle criptovalute. Bitcoin che porta a 9 le sedute giornaliere in positivo, serie che non si registra da oltre un anno. Liquidazione delle posizioni di vendite che ieri hanno registrato nuovi massimi di periodo, con oltre 175.562 milioni sul mondo delle criptovalute.

 

 

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