Rimbalzo deciso, Fed annuncia tapering “flessibile”

Dopo la seduta interlocutoria di Martedì i mercati azionari trovano una prima giornata di rimbalzo tonico, con un sentiment che nel corso della seduta è andato a rafforzarsi, con acquisti che hanno permesso di chiudere la seduta sostanzialmente sui massimi. Rialzo generalizzato anche per le materie prime e rendimenti obbligazionari in compressione, a conferma del fatto che sull’azionario gli acquisti sono stati molto decisi.

Ieri era la giornata anche della Fed e di Jerome Powell che ha annunciato che la fase di riduzione dello stimolo monetario potrebbe essere avviata “presto”, forse già a Novembre. Nello specifico il presidente della Fed ha spiegato come gli indicatori economici “abbiano continuato a rafforzarsi” e se tali progressi proseguiranno, “come largamente atteso, il Comitato giudica che una moderazione del ritmo degli acquisti potrebbe presto essere garantita”. Anche il ‘dot plot’, ossia le previsioni trimestrali dei componenti del FOMC, ha evidenziato che un primo rialzo dei tassi sui Fed Funds è ora atteso nel 2022 e non più nel 2023, anno entro il quale i rialzi potrebbero essere addirittura tre. Riviste invece al ribasso le stime di crescita per il 2021 (5,9% vs 7% atteso a Giugno), mentre quelle al 2022 sono state portate al 3,8% invece che al 3,3%. L’inflazione è stimata al 4,2% per quest’anno, dal 3,4% stimato in precedenza. La comunicazione di Powell è stata molto attenta, avendo inoltre spiegato che la Fed “farà qualsiasi cosa per sostenere l’economia fin quando una piena ripresa non sarà raggiunta”.

Come già anticipato, gli indici azionari hanno messo una seduta di rialzo generalizzato, solo in parte spiegabile con le rassicurazioni provenute dal fronte Evergrande, che ha rassicurato gli investitori circa il pagamento della cedola sui suoi bond domestici, offrendo sollievo agli investitori preoccupati per la sospensione dei pagamenti a seguito di problemi finanziari recentemente venuti alla luce.

Ad oggi la correzione osservata negli ultimi giorni sembra niente più che una fisiologica presa di profitto nel quadro di un rally che prosegue da oltre diciotto mesi con una forza ed una decisione che, storicamente, pochi ricordano. In questa fase i livelli di prezzo degli asset contano più di qualsiasi altra considerazione e, allo stato attuale, siamo ancora lontani da livelli che si possano considerare rischiosi.

TECHNICALS IN FOCUS

FB

Prosegue la flessione di Facebook, dopo i cambiamenti annunciati sulla privacy da parte di Apple, che potrebbero incidere sui ricavi derivanti dalla pubblicità. Il titolo ha da tempo abbandonato alcuni supporti dinamici ed ora punta decisamente all’area compresa tra $320 e $310, dove passa la trendline rialzista che congiunge i minimi crescenti da Marzo 2020 e la MM a 200 giorni. L’RSI evidenzia segnali di ipervenduto, osservati negli ultimi diciotto mesi solamente a Gennaio 2021 e a Marzo 2020. Ad oggi tuttavia non si osservano segnali evidenti di inversione da questa fase di rapida correzione. Il titolo resta da monitorare attentamente, in quanto il mutare del quadro tecnico potrebbe fornire ottime probabilità d’ingresso.

OIL

I segnali di accumulazione sul WTI in queste ore sono andati consolidandosi, con la probabile prossima rottura della trendline ribassista che congiunge i massimi decrescenti venutisi a formare da Luglio scorso. Il primo target a rialzo nel breve è in area $76, massimo del 2018 che, se superato, aprirebbe spazi di apprezzamento fino ad area $86. Il supporto chiave di medio periodo si trova nel range $63.5 – $62, area di minimi degli ultimi 6 mesi dove passa anche la MM a 200 giorni. L’RSI resta in espansione, sopra area 60, ed è ancora lontano da livelli di ipercomprato.

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