Riflessioni sulla settimana appena conclusa

La settimana che si è conclusa ha visto correzioni sui principali mercati azionari, con gli investitori che hanno continuato a preoccuparsi sulla capacità delle banche centrali di frenare l’inflazione senza innescare una recessione. I dati macroeconomici americani hanno continuato ad offrire una panoramica sull’economia americana ancora in salute, soprattutto sul mercato del lavoro, il che è stata letta come un possibile semaforo verde per la Fed per una maggiore stretta monetaria. In Europa il calo è stato invece originato principalmente dalle preoccupazioni inflazionistiche, con le letture che hanno rilevato a maggio un’inaspettata crescita – inflazione salita dal 7,4% di aprile all’8,1% di maggio (dato preliminare).

A gettare benzina sul fuoco, su un mercato già alimentato dalle forti preoccupazioni, le nere previsioni di managers di Wall Street. Troppe le Cassandre che intravedono venti contrari, uragani per utilizzare le ultime analogie. Dal numero uno di JP Morgan Jamie Dimon, di Tesla Elon Musk, di Goldman Sachs John Waldron, fino ad arrivare ai nomi dei guru del calibro di Ray Dalio, Bill Ackman e dell’economista Larry Summers. Indici che chiudono quindi la settimana in ritirata, con lo S&P 500 che ha ceduto l’1,19% e il Nasdaq l’1,05%. In Europa le perdite maggiori sono state registrate su Madrid -2,34% e Milano -1,91%, mentre poco mossa Parigi -0,47% e soprattutto Francoforte, che ha chiuso invariata, con un lieve -0,01%. In controtendenza l’Asia, che invece beneficia della riapertura di Pechino sulla gestione dei lockdown: Shanghai +2,21%, Hong Kong +1,86% e soprattutto Tokyo +3,66%.

Azioni che scendono insieme ai titoli di Stato, non offrendo quindi agli investitori porti sicuri, in un 2022 decisamente anomalo. I rendimenti dei decennali dei Titoli di Stato americani sono saliti la scorsa settimana del 7,22%, attestandosi al 2,95%. Nel Vecchio Continente il Bund tedesco ha registrato un incremento perfino del 29%, chiudendo al 1,265%, con lo Spread tra il BTP e il Bund che si è allargato dell’11% a 214 punti.

Importanti nuovi appuntamenti attendono la settimana con il focus sul dato di venerdì sul livello di inflazione statunitense. In Europa l’attenzione principale sarà rivolta sulla decisione e successiva conferenza stampa da parte della BCE attesa per giovedì mentre in Cina la bilancia commerciale e il tasso d’inflazione saranno i dati maggiormente monitorati.

Sul fronte societario sono attese le trimestrali per nomi del calibro di NIO, Campbell Soup, Inditex e British American Tobacco mentre Apple terrà per tutta la settimana la sua Worldwide Developers Conference. Con il titolo che cede da inizio anno oltre il 18% gli analisti si aspettano sorprese dalla società di Cupertino, soprattutto in ambito sportivo e software. Negli ultimi 10 anni Apple ha sottoperformato l’S&P 500 in media di 100 punti base nella settimana successiva all’evento, ma ha tuttavia sovraperformato l’indice di 70 punti base nel mese successivo.

Criptovalute: Settimana di guadagni invece per il mondo delle criptovalute con la capitalizzazione complessiva che ha visto una leggera salita di quasi due punti percentuali. Rialzi degni di nota, soprattutto in un contesto di correzione del mercato azionario e di una maggiore richiesta internazionale di regolamentazione.

La nota positiva è soprattutto quella di Bitcoin, il quale riesce finalmente ad interrompere quella serie negativa di correzione settimanale che durava ormai da ben nove settimane (record storico) grazie ad una chiusura in rialzo del 1,56%. Durante tale periodo il valore del BTC ha ceduto quasi il 37%, passando da un valore di circa $46 mila a circa $29 mila.

 

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