Rialzi delle commodities e rendimenti dei Treasuries spingono alla prudenza

Una seduta volatile quella di ieri, con gli indici azionari che hanno tenuto la parità per buona parte della seduta europea. Con l’apertura di Wall Street tuttavia il sentiment della giornata è andato progressivamente ad indebolirsi: le principali ragioni sono da attribuirsi alla costante risalita dei tassi sui Treasuries USA, con il decennale che ha raggiunto area 1.25%, e con il rafforzarsi del repricing delle materie prime che, presto o tardi, potrebbe pesare sulla ripresa economica globale.

In Europa le borse europee si sono mosse intorno alla parità per gran parte della seduta spinte soprattutto dai titoli ciclici e dal rialzo del petrolio. Tra le singole storie societarie, bene Glencore, che ha chiuso a rialzo del 2,66%, portando il settore minerario europeo vicino ai massimi di 10 anni. Bene anche BHP, che ha chiuso in rialzo dell’1,3%, dopo aver riportato il miglior utile semestrale negli ultimi sette anni ed aver annunciato un acconto record sul dividendo.

Flessione anche per Wall Street, tuttavia con i titoli energetici, finanziari e dei materiali di base che hanno tenuto, a testimonianza della loro capacità di trarre vantaggio dalle attese di ripresa economica in atto. Meglio anche l’indice bancario e gran parte dei titoli finanziari USA, che stanno beneficiando del rialzo dei Treasuries, che ieri hanno ritoccato i massimi da fine Marzo scorso. L’indice value dell’S&P500, che presenta al suo interno soprattutto titoli bancari, energetici ed industriali è salito di oltre il 6% nelle ultime due settimane, registrando performance di poco superiori a quelle dell’indice growth, in cui è più presente la componente tecnologica.  

Mista la seduta asiatica, con gli indici che si sono mossi con scarsa direzionalità, dopo una seduta debole a Wall Street. L’indice MSCI Asia ex Japan ha chiuso lievemente al rialzo dello 0,16%. I mercati cinesi resteranno chiusi anche nella giornata di oggi per via delle festività per il nuovo anno lunare.

I principali dati macroeconomici in uscita oggi sono attesi dagli Stati Uniti, con il dato sulle vendite al dettaglio e la produzione industriale per il mese di Gennaio.

TECHNICALS IN FOCUS

AAPL

Il quadro tecnico di Apple continua a mostrare segnali di indebolimento, con il titolo che si sta appoggiando sulla trendline ribassista che congiunge i minimi crescenti che partono dal Marzo 2020. L’area nel range $130 – $126 rappresenta un primo supporto significativo. Al di sotto di tale livello l’estensione del ribasso potrebbe essere più marcata e spingersi fino ai $120 ed, infine, fino ad area $110, dove passa la MM a 200 giorni. Anche l’RSI su base giornaliera è sceso sotto area 50, a conferma della fase di distribuzione sul titolo. Tuttavia, una tenuta dei livelli attuali o del primo supporto identificato nel range $130 – $126 resta lo scenario più probabile ad oggi.

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Palantir: Ricavi e outlook in linea con le attese, male gli utili

Palantir ieri ha riportato i risultati per il quarto trimestre e per l’intero 2020, registrando una perdita per il quarto trimestre, mentre i ricavi al contrario sono usciti in linea con le attese degli analisti. Anche l’outlook per il 2021 è stato confermato dal management in sede di press conference con gli analisti ma la società ieri ha archiviato la seduta con calo del 12,75%.

Sul piano del business, la società ha dichiarato che i ricavi medi per cliente per il 2020 sono stati pari a $7,9 milioni, in aumento del 41% rispetto al 2019, con i primi 20 clienti che hanno generato $33.2 milioni ciascuno in media nel 2020, anche essi in aumento del 34% anno su anno. Nel quarto trimestre Palantir ha chiuso 21 operazioni per un valore totale di almeno $5 milioni, di cui 12 per un valore di almeno $10. 

Sul piano delle prospettive future, Palantir ha stimato ricavi per $4 miliardi nel 2025, con una crescita del 30% per l’intero 2021 e del 45% nel primo trimestre dell’anno, con una stima media per il trimestre nell’ordine di $330 milioni, superiore anche alle stime degli analisti di Refinitiv.

“Speriamo che quelli di voi in questa call che sono attuali investitori rimangano con noi e, quelli di voi che hanno un focus più a breve termine, che scegliate aziende più appropriate a voi”, ha affermato il CEO.

Palantir si è quotata a Settembre con un prezzo di apertura di $10 per azione, per una capitalizzazione di mercato pari a $16,5 miliardi. Da Settembre il titolo ha più che triplicato il valore, con le azioni che hanno raggiunto un massimo di $40, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di $60 miliardi.

La società genera oltre il 50% del suo business dal segmento governativo, lavorando quindi con dati particolarmente sensibili. In questo senso, Palantir è stata una delle poche società della Silicon Valley che ha accettato di operare nel campo dei big data per strutture governative. In questo senso, il cambio di amministrazione, da Trump a Biden, potrebbe accentuare la debolezza del titolo nel prossimo futuro. 

Nel complesso, i ricavi dell’ultima reporting season sono risultati in linea con le aspettative del mercato, ma hanno riportato peggio del consenso sugli utili (-0,8 $ contro 0,2 $). In questo senso, è verosimile che la debolezza del titolo prosegua, dopo la recente correzione dal massimo di area $40. 

In linea generale, in questa fase il settore tecnologico sta vivendo una fase di consolidamento e di sottoperformance rispetto ad altri comparti, come quelli industriali e delle materie prime, con alcuni investitori stanno prendendo profitti, soprattutto sulle società più giovani, come Palantir o Snowflake. In aggiunta, il denominatore comune di questa stagione di “earnings season” è stato quello di comprare sull’attesa e vendere sulla release dei dati aziendali. Ciò è vero in misura maggiore per titoli come Palantir che, anche marginalmente, hanno mancato le stime degli analisti. 

Per queste ragioni, le attese sono che la fase di consolidamento sul titolo prosegua anche nelle prossime sedute, pur restando intatto il suo valore come storia azionaria di lungo periodo.

Si può considerare di entrare marginalmente sul titolo ma, sulla base dei rendimenti storici, il fair value del titolo è intorno ai $180-$175 per azione.

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