Record di mercato: azioni in rialzo, criptovalute in fermento e bilanci bancari in arrivo

Questa settimana sarà sicuramente ricordata positivamente dagli investitori, e si spera che le conferme odierne mantengano questo trend. Tutte le sedute dei principali listini azionari della settimana, sia americani che europei, si sono chiuse in territorio positivo. Si è osservata una propensione al rischio che ha portato molti indici azionari a registrare nuovi massimi dall’inizio dell’anno e oltre, con il mercato azionario italiano ai massimi del 2008. Ma non è tutto: l’entusiasmo si è diffuso anche al di fuori del mercato azionario, con i rendimenti dei titoli di Stato decennali in calo in tutto il mondo. Inoltre, il rapporto SPY/AGG ha raggiunto nuovi massimi storici, mentre il VIX (indicatore di volatilità del mercato azionario) e il MOVE (indicatore di volatilità del mercato obbligazionario) sono diminuiti, segnalando una minore paura e volatilità nei rispettivi mercati. Da segnalare anche l’aumento del prezzo del rame rispetto all’oro, che funge da barometro per l’attività economica globale. Ma ciò non è tutto. Circa l’85% delle azioni del S&P 500 si sta negoziando al di sopra della media mobile a 50 giorni, mentre questa percentuale sale all’87% per il Nasdaq 100. Nel settore industriale del S&P 500, addirittura il 98% delle azioni si trova al di sopra della media mobile a 50 giorni, raggiungendo i massimi dall’inizio dell’anno.

Tutto questo entusiasmo, enfatizzato dai dati sull’inflazione in calo, dipinge un quadro eccitante di inflazione in diminuzione, evitando una recessione economica e una Fed pronta ad alzare i tassi d’interesse per l’ultima volta a luglio, con il primo taglio addirittura possibile a gennaio (mentre fino a pochi giorni fa era previsto per maggio). Può sembrare troppo bello per essere vero, ed è difficile dare una risposta definitiva, ma nel frattempo si segue il flusso, ma con le dovute protezioni.

Dopo la lettura in ribasso dell’inflazione al consumo per il dodicesimo mese consecutivo, ieri è stata diffusa la lettura della crescita dell’Indice dei Prezzi alla Produzione (IPP) negli Stati Uniti per il mese di giugno, +0,1% su base annua rispetto all’0,9% registrato a maggio. Questo risultato è stato migliore rispetto alle previsioni degli economisti, che indicavano un incremento dell’0,4% su base annua, e rappresenta il tasso di crescita più basso degli ultimi 2-3/4 anni. In particolare, escludendo i prezzi dei prodotti alimentari ed energetici, l’IPP di giugno si è attestato al 2,4% su base annua, in calo rispetto al 2,6% di maggio. Questo dato è superiore alle aspettative del 2,6% e rappresenta il tasso di crescita più basso degli ultimi due anni e mezzo. È importante notare che queste letture sull’inflazione indicano una continua tendenza al ribasso, evidenziando una moderazione dei prezzi nella produzione di beni e servizi.

In tale ventata di ottimismo dei mercati non sono bastati i commenti falco del presidente della Federal Reserve di San Francisco, Daly, secondo cui risulterebbe essere “troppo presto” per dichiarare la vittoria sull’inflazione.

Nell’ambito di un clima di euforia contagiosa sui mercati, i cripto-asset non potevano essere da meno. Il Bitcoin, che ha registrato un aumento di circa il 90% dall’inizio dell’anno, sta scambiando sopra i 31.000 dollari, sui massimi dell’ultimo anno, mentre XRP è salito di oltre il 97% fino a 91 centesimi giovedì pomeriggio. Nel frattempo, la capitalizzazione totale dell’intero settore delle criptovalute ha superato i 1.200 miliardi di dollari, raggiungendo i massimi del 19 aprile, dopo le notizie positive dagli Stati Uniti.

 

Le principali banche danno il via oggi alla stagione degli utili di questo trimestre, con Citi, JPMorgan e Wells Fargo che presenteranno i loro bilanci. Si tratta della prima serie di risultati dopo i casi, ormai noti, di Silicon Valley Bank, First Republic Bank e altre banche regionali.

 

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