Recessione: effetto sui costi del lavoro

Non è ancora chiaro se i mercati entreranno in recessione oppure meno. Di fatto il rischio è presente, come lo stesso Jerome Powell ha recentemente sostenuto nella sua audizione al Senato nonché alcuni giorni fa a Sintra.

Le società iniziano a sentirne l’odore e, comunque, alle prese con pressioni sui margini e/o con rialzi delle materie prime preferiscono ridurre i costi sul lavoro.

Tesla è il caso più emblematico. Musk avrebbe riportato di avere una “brutta sensazione” riguardo all’economia e, a tal riguardo, ridurrà la sua forza lavoro salariata del 10% nei prossimi tre mesi, aumentando allo stesso tempo il numero di dipendenti orari.

Anche altre società hanno annunciato recentemente nuovi tagli sul personale o congelamenti alle assunzioni. Nominativi del calibro di Carvana, Meta, Uber, Salesforce,, Bird, PayPal. Robinhood, Lemonade, Peloton e Netflix sono solo la punta di un iceberg di un mercato che si prepara al suo inverno.

Comun denominatore che si osserva su molte di queste società è il deciso calo che questi titoli hanno registrato da inizio anno:

Carvana (-88%), Meta (-50%), Uber (-49%) , Salesforce (-31%) , Bird (-74%) , Paypal (-62%). Robinhood (-51%), Lemonade (-52%), Peloton (-70%) e Netflix (-69%)  e Tesla -40%.

Decisione di riduzione del personale che non ha generato nelle sedute successive un’inversione della direzione della tendenza segno che, se da una parte il mercato (cinicamente) apprezza dall’altro le minori pressioni sui costi, questi si dovranno rivedere sui margini.

Quello che stiamo vedendo, anche se sostanziale è in netto contrasto con il resto dell’economia, con i datori di lavoro statunitensi che hanno aggiunto 390 mila posti di lavoro a maggio, più del previsto, secondo i dati del Bureau of Labor Statistics. Anche la retribuzione oraria media continua a crescere (ma ancora al di sotto del ritmo dell’inflazione).

Le misure sul personale evidenziano tuttavia forti eccezioni, con molte aziende che continuano a lottare per assumere un numero sufficiente di lavoratori. Il settore del turismo ne è l’esempio perfetto, con i recenti disagi che molti viaggiatori hanno registrato in un settore che registra problemi di assenza di personale.

Occupazione che anche in Italia, dati Istat, ha visto una lettura preliminare per maggio con il tasso di disoccupazione calare al 8,1%, settimo mese consecutivo, sui valori più bassi dall’aprile del 2020. Dati che tuttavia riportano una visione in chiaroscuro dove la diminuzione della disoccupazione (in calo di 44 mila persone) viene ad essere accompagnata da una diminuzione degli occupanti (49 mila) e soprattutto da un aumento degli inattivi di 48 mila.

Di seguito sono riportate alcune aziende che hanno annunciato quest’anno riduzioni/congelamenti del mercato del lavoro:

Sources: IBD, S&P Global Market Intelligence, Intellizence

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