Trentunesimo nuovo massimo storico per lo S&P 500 e Nvidia che diventa la dodicesima società a essere la più grande per capitalizzazione di mercato all’interno dell’indice statunitense, superando ieri in una sola seduta Apple e Microsoft. I timori inflazionistici sono stati ridimensionati grazie ai dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, inferiori alle attese ma rassicuranti per gli investitori. Inoltre, la discesa dei rendimenti decennali ha sostenuto il mercato americano, che ha chiuso in rialzo prima della pausa per il Juneteenth. Gli investitori possono quindi festeggiare questo rally con ottimismo, sostenuti dal Fear & Greed Index, indicatore contrarian, che riporta una generale paura.
Un aspetto interessante della seduta di ieri è stato il comportamento positivo dei mercati europei, che hanno sovraperformato quelli americani. Nonostante il successo di Nvidia, il rally non è stato limitato al settore tecnologico. A Wall Street, i guadagni sono stati diffusi tra i settori finanziari, industriali ed energetici, mentre il settore tecnologico ha mostrato una leggera flessione, appesantito dalle performance negative di Microsoft e Apple. Queste due società, che attualmente rappresentano circa il 44% del paniere, hanno influito sulla performance del settore in attesa del prossimo ribilanciamento.
Con la chiusura dei mercati americani, l’attenzione odierna si sposta sull’Europa. Il rischio politico, in particolare quello francese, si è recentemente ridimensionato, ma potrebbe riaccendersi in caso di eventuali sanzioni della Commissione Europea ai vari governi per il superamento dei vincoli di bilancio. Questo potrebbe avere impatti significativi sui mercati nei prossimi giorni.
Ma cerchiamo di dare un ordine. Non possiamo che iniziare con Nvidia. Forte di una market cap attuale di circa 3.331,92 miliardi di dollari, il titolo ieri è diventato la dodicesima società dell’S&P 500 a diventare la prima azienda per capitalizzazione nel paniere americano. Questa lista include nomi quali American Telephone & Telegraph (AT&T), Apple, Cisco Systems, DuPont, Exxon Mobil, General Electric, General Motors, International Business Machines (IBM), Microsoft, Philip Morris e Walmart . Il fatto che Nvidia sia ora tra queste giganti non solo sottolinea l’attenzione crescente verso la tecnologia avanzata e l’IA, ma anche il dinamismo del mercato azionario e la capacità di adattamento delle aziende a nuove tendenze e innovazioni. Certamente questo pone paure su una possibile bolla, tanto più che era il marzo del 2000 quando Cisco superò Microsoft diventando la prima azienda, prima della successiva esplosione della bolla dot-com. Di analogie ce ne sarebbero ovviamente. Entrambe le epoche condividono un filo conduttore: un’ondata di nuove aziende che sfruttano una tecnologia poco compresa ma ampiamente pubblicizzata.
Negli ultimi dieci anni, il mercato azionario è diventato sempre più concentrato, con i titoli tecnologici che hanno beneficiato delle innovazioni più delle aziende più piccole. I titoli a grande capitalizzazione hanno sovraperformato quelli a piccola capitalizzazione, e il mercato azionario statunitense ha superato quello del resto del mondo. Questa concentrazione è tipica dei mercati rialzisti, mentre i mercati ribassisti tendono a ridurla. Durante questo decennio, ci sono stati due mercati ribassisti, nel 2020 e nel 2022, ma entrambi sono stati brevi e di lieve entità, con un impatto minimo sulla concentrazione del mercato. Questo è in netto contrasto con i mercati ribassisti del 2000 e del 2008, che hanno visto diminuzioni superiori al 50%, riducendo significativamente la concentrazione.
Si continua a credere in questo mercato toro, ma è necessario essere razionalmente ottimisti. L’entusiasmo per il futuro non deve farci ignorare i rischi. Non si tratta di una bolla stile dot-com sui mercati. Le bolle finanziarie sono evidenti solo a posteriori e difficili da individuare in tempo reale. Basandosi sulle intuizioni tratte dal libro “Boom and Bust” riguardo le caratteristiche comuni delle bolle finanziarie nel corso dei secoli:
- Ossigeno (commerciabilità degli asset): La commerciabilità degli asset è chiaramente presente, con NVDA che è la prima azione più grande dell’S&P 500 e i ‘Magnificent 7’ che rappresentano circa un terzo dell’indice. Questo alto livello di commerciabilità è tipico di una fase di forte interesse e partecipazione degli investitori.
- Carburante (disponibilità di denaro e credito): In una bolla, la facile disponibilità di denaro e credito è cruciale. Al momento, questo elemento non è presente come negli anni della bolla dot-com. I tassi di interesse sono ai massimi da generazioni, e i rendimenti dei titoli a lungo termine sono elevati. Questo limita la speculazione alimentata dal debito, anche se c’è da notare la crescita degli ETP a leva su Nvidia, che potrebbe indicare una certa propensione al rischio.
- Calore (speculazione degli investitori): La speculazione è spesso alimentata da un entusiasmo irrazionale. Nel caso di Nvidia e dell’IA, non sembra esserci una speculazione eccessiva. Il rapporto prezzo/utili (P/E) forward di Nvidia è attorno a 46x, e il sentiment degli investitori è moderato, suggerendo che non ci sia una bolla speculativa. Tuttavia, il crescente interesse per l’IA potrebbe portare a una maggiore speculazione in futuro.
Il mercato è certamente squilibrato e concentrato, ma non sembra essere ancora in una bolla. La sola comparazione di multipli P/E forward e della crescita degli utili tra Cisco e Nvidia mostra come le valutazioni odierne di Nvidia siano ben lontane da quelle di Cisco prima dell’esplosione della bolla dot-com. Questo è evidenziato dalla differenza nei P/E: attualmente, Nvidia ha un P/E forward di 46.7x, mentre Cisco, al picco della bolla, aveva valori significativamente più alti. Inoltre, la crescita degli utili di Nvidia è decisamente più robusta rispetto a quella di Cisco nei giorni della bolla. Mentre Nvidia ha registrato una crescita degli utili del 788.75% negli ultimi dodici mesi, Cisco mostrava una crescita molto più modesta prima dell’esplosione della bolla. Questo suggerisce che, nonostante l’elevato P/E, il mercato riconosce un potenziale di crescita reale in Nvidia, supportato da fondamentali solidi. Sebbene il mercato mostri segni di squilibrio e concentrazione, le attuali valutazioni di Nvidia indicano che non siamo ancora in una situazione paragonabile alla bolla tecnologica degli anni 2000. Tuttavia, è essenziale continuare a monitorare questi sviluppi per rilevare eventuali segnali di eccessiva speculazione futura. I gusti degli investitori tendono infatti a cambiare velocemente, basta guardare alla caduta dei titoli vincitori durante la pandemia, come Zoom, per fare un confronto tecnologico.
L’ultimo rapporto sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti è stato l’elemento di spicco di questa corta settimana di mercato americano. La pubblicazione di ieri ha aggiunto ulteriore colore al quadro di un consumatore che si sta tirando un po’ indietro, ma non sta chiudendo i portafogli. Le vendite al dettaglio complessive sono aumentate di un modesto 0,1% a maggio rispetto ad aprile, grazie al rimbalzo delle vendite di veicoli. Il calo dei prezzi del gas e la debolezza delle vendite di materiali da costruzione hanno pesato sui risultati. Se si considera il dato del gruppo di controllo, che esclude categorie come auto, benzina e materiali da costruzione per dare un’occhiata alla tendenza di fondo della spesa, l’aumento è stato più forte, pari allo 0,4% per il mese, anche se segue un risultato particolarmente debole in aprile. Nel complesso, i dati supportano l’opinione secondo cui la spesa dei consumatori è destinata a rallentare nel corso di quest’anno, ma lo sta facendo da un livello di crescita particolarmente forte. Questo rapporto potrebbe essere proprio quello che gli investitori e la Fed volevano vedere: un altro segno che la domanda si sta raffreddando, senza raggiungere temperature glaciali. I numeri sulle vendite retail di maggio potrebbero quindi aver fatto centro. È difficile, infatti, sostenere che questo rapporto mostri una maggiore pressione inflazionistica sui prezzi, facendo eco ai recenti dati economici e sull’inflazione dell’ultimo mese. Da qui, l’attenzione degli investitori si sposterà probabilmente sul rapporto PCE di fine mese.
Merita tuttavia interesse osservare la decisa crescita delle vendite di articoli sportivi. Con la prossima partenza della Coppa America proprio negli USA, che si concluderà in concomitanza degli Europei in Germania, e con una lunga estate calda di eventi sportivi, i titoli dello sport potrebbero trovare la tanto attesa opportunità per invertire la tendenza.
Certamente le difficoltà non mancano, basti pensare al -44% di drawdown di Nike. Tuttavia, come possiamo osservare, le grandi estati di sport sono risultate essere positive per i big come Nike e Adidas, con rendimenti decisamente superiori al resto dell’anno.