Rally delle grandi aziende: Nasdaq e S&P 500 trainati dalle big del settore, ma la situazione è migliore in Europa

Dopo il passo falso della prima settimana di aprile i mercati azionari invertono la tendenza, sostenuti da rapporti sull’inflazione ben accolti e da un inizio relativamente buono della stagione degli utili del primo trimestre. Negli Stati Uniti il comparto energetico è stato il settore più performante, per la terza settimana consecutiva, grazie al rafforzamento dei prezzi del greggio. Bene anche il settore finanziario, il quale ha potuto beneficiare dei primi dati rassicuranti provenienti venerdì dalle letture delle prime pubblicazioni degli utili (si veda JPMorgan, Citi, Well Fargo e BlackRock). Mercati europei in maggiore spolvero di quelli americani, con il rapporto tra lo S&P 500 e lo Stoxx 600 che per la terza settimana consecutiva chiude in favore del listino del Vecchio Continente, sostenuto dai rialzi del comparto auto, segno di una decisa resilienza nonostante le maggiori preoccupazioni che aleggiano sul mercato.

Con circa il 56% dei titoli dello S&P 500 che scambiano al di sopra della propria media a 200 periodi, il rally di inizio anno (+7,38%) tuttavia viene a mancare di un sostegno democratico, con solamente il 32% dei titoli componenti l’indice in grado di sovraperformare la performance del paniere. Simile situazione è riscontrabile anche per il tecnologico Nasdaq 100 dove, a fronte di una performance da inizio anno del 18,49%, l’apporto delle società che risultano riportare guadagni superiori all’indice è solamente del 29%. Segno di un rally che viene ad essere generato soprattutto dai rialzi delle proprie big, le quali riportano sempre di più maggiori livelli di concentrazione. A tal punto si pensi che nel Nasdaq 100 le sole prime 7 società a maggiore capitalizzazione (Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon, Nvidia, Meta e Tesla) rappresentano più della metà del peso complessivo dell’indice. Migliore situazione viene invece ad essere raffigurata per i listini europei con il Dax che rimarca la maggiore percentuale di supporto di titoli in grado di sovraperformare l’indice, seguito dallo Stoxx 600, Ibex 35, Cac40 e per ultimo il FTSE MIB.

La scorsa settimana ha visto la diffusione di dati incoraggianti sull’inflazione, evidenziando come i prezzi al consumo rimangono su un percorso di moderazione dopo essere saliti ai massimi di molti decenni lo scorso anno. L’indice Sticky Price CPI della Fed di Atlanta – un paniere che si concentra sui cosiddetti “prezzi rigidi”, ovvero sui prezzi meno volatili che non si aggiornano rapidamente in risposta a variazioni dell’offerta e della domanda nel mercato – è aumentato del 4,7% (su base annua) a marzo, dopo un aumento del 6,8% a febbraio. Su base annua, la serie è aumentata del 6,6% ma evidenziando quella attesa e auspicata inversione della tendenza.

Allo stesso tempo, l’ultimo rapporto sulle vendite al dettaglio ha dimostrato che i consumatori stanno perdendo un po’ di vigore. Il mercato del lavoro rimane sano, ma mostra alcuni segnali di ammorbidimento. La combinazione di un’inflazione moderata e di un’economia in decelerazione potrebbe creare quelle le condizioni per cui la Fed possa optare per un periodo di pausa, ponendo fine al suo ciclo aggressivo di rialzi dei tassi.
I principali appuntamenti della settimana: Settimana negli Stati Uniti decisamente più soft in termini di pubblicazioni macroeconomiche, ma ricca di pubblicazioni sugli utili di alto profilo che forniranno informazioni sulla performance delle aziende americane e alimenteranno il dibattito se la più grande economia del mondo si stia dirigendo verso una recessione o se vi sia già entrata. Le aspettative per il primo trimestre 2023 sono basse. La crescita attesa degli utili dell’S&P 500 vede un calo del -4,8% (dati Refinitiv), dato che se comparato al +1,4% di inizio anno e al rally del mercato lascia un po’ perplessi. Bank of America, Johnson & Johnson, Goldman Sachs, Netflix, Tesla, IBM, American Express, Blackstone e Procter & Gamble sono alcune delle società più importanti attese per la settimana. Inoltre, saranno monitorate attentamente le banche regionali con Bank OZK, Zions Bancorporation e altre che dovrebbero integrare le relazioni di banche più grandi volte a meglio comprendere gli effetti delle ultime turbolenze bancarie.

Sul fronte economico, i dati sulle abitazioni saranno al centro dell’attenzione una settimana dopo l’inflazione e le vendite al dettaglio. I dati relativi all’indice NAHB Housing, agli avvii di abitazioni e alle vendite di case esistenti dovrebbero essere aggiornati nel corso della settimana, offrendo un quadro del mercato immobiliare in un contesto di tassi in aumento. Anche la Mortgage Bankers Association fornirà a metà settimana i dati sui tassi e sulle richieste di mutui. Gli investitori osserveranno con attenzione, inoltre, i dati settimanali sulla disoccupazione così come sui PMI.

In Europa, la BCE è attesa alla pubblicazione del resoconto della riunione di politica monetaria. A marzo Francoforte ha optato per un rialzo dei tassi di 50 punti base e i mercati si aspettano ora altri due aumenti di 25 punti base entro la metà dell’anno per combattere l’inflazione. Sul fronte macro, la fiducia dei consumatori nell’area dell’euro, attesa per giovedì, sebbene ancora con valori negativi dovrebbe migliorare ulteriormente, raggiungendo i massimi degli ultimi 14 mesi, mentre il sentimento degli investitori nei confronti dell’economia tedesca è destinato a riprendersi con l’affievolirsi dei timori di una crisi bancaria. I dati Flash PMI dovrebbero indicare la quarta espansione mensile consecutiva dell’attività del settore privato, la più forte da maggio 2022, con una probabile lieve ripresa della produzione manifatturiera e una crescita ancora robusta del settore dei servizi. Altri dati di rilievo includono la pubblicazione dei dati sulle finanze pubbliche dell’Area Euro 2022, del tasso d’inflazione finale e dei dati sul commercio estero.

Settimana impegnativa sul versante asiatico, con la pubblicazione cinese sulla crescita del PIL per il primo trimestre post riapertura. Le attese sono per una crescita trimestrale del +2,2% (rispetto allo 0% del trimestre scorso) con una crescita annua al 4%. Altri dati chiave saranno la produzione industriale, le vendite al dettaglio e il tasso di disoccupazione di marzo.

 

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