Quadro macro in miglioramento, indici restano sui massimi

Gli indici azionari continuano da settimane a gravitare intorno ai massimi storici, con un intonazione che resta costruttiva ma in un quadro in cui mancano catalyst significativi per andare a cercare livelli più alti, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti.

Il quadro macroeconomico in questo senso fornisce una spiegazione di quanto è riflesso nei prezzi. Nella giornata di ieri abbiamo assistito a buone letture, soprattutto in Germania, dei PMI manifatturieri e dei servizi nell’Eurozona. Negli Stati Uniti, invece, il dato sul mercato immobiliare è uscito lievemente al ribasso rispetto alle stime di consenso, mentre Il PMI IHS Markit sul settore manifatturiero Usa è salito a 62,6 a Giugno, battendo le attese di 61,5, e quello dei servizi è calato a 64,8 dalla rilevazione di Maggio (70,4).

Se a questo set di dati macro aggiungiamo gli ultimi dati sull’inflazione è evidente come il ciclo economico evidenzi segnali di crescita, tuttavia non sufficienti a cambiare le aspettative degli investitori, tanto in positivo quanto in negativo. L’inflazione resta il tema più analizzato e dibattuto ma il livello dei tassi d’interesse, tanto sul comparto governativo quanto su quello bancario e corporate, resta decisamente rassicurante. Se completiamo il quadro con le dichiarazioni molto dovish della maggior parte dei banchieri centrali, ad oggi restano tutte le condizioni affinché il mercato azionario resti solidamente supportato anche a questi livelli.

Sul piano settoriale i migliori spunti continuano a venire dal Nasdaq, che ritocca nuovi massimi storici sulla scia di Tesla, che ha chiuso a rialzo del 5,27%, dopo aver aperto una stazione di ricarica a energia solare in Cina e dopo che i prezzi di Bitcoin hanno recuperato parte delle recenti perdite, tenendo un importante livello di prezzo in area $30.000. Sei settori su undici dell’S&P500 hanno chiuso a rialzo, guidati dal settore energetico, che risente positivamente dei nuovi massimi di periodo del petrolio. Bene anche il settore tecnologico. Tra le singole storie societarie, bene Nikola, salita del 4.27% dopo aver annunciato un investimento da 50 milioni di dollari in Wabash Valley Resources LLC.

Sul piano macroeconomico oggi l’attenzione sarà sulla Bank of England, chiamato a fornire una guidance sulle prossime scelte di politica monetaria, alla luce dei recenti rialzi dell’inflazione.

TECHNICALS IN FOCUS

ETHEREUM

Per la prima volta negli ultimi dodici mesi ETH è andato a toccare il supporto chiave di medio termine, la MM a 200 giorni. Su tale livello abbiamo osservato un figura di esaurimento della correzione, con una chiusura sopra tale livello. Affinché si possa identificare una figura d’inversione è necessaria una chiusura sopra $2.050, massimo delle ultime due sedute. In questa circostanza, ETH guarderebbe ad area $2.500 e $2.800, ponendo la condizione per un ripristino dell’uptrend degli ultimi dodici mesi. Al contrario una chiusura sotto area $1.680 sancirebbe definitivamente l’inversione di trend sullo strumento.

COTTON

Dopo i massimi di Febbraio scorso il Cotone è entrato in una fase di lateralità che sembra vicina ad un’inversione, con la possibile rottura a rialzo della trendline ribassista venutasi formare dai massimi decrescenti. Se osserviamo, il medesimo pattern si osserva sull’RSI, anch’esso al test della trendline ribassista che parte dai massimi di Febbraio. A rialzo i livelli in focus sono in area 0.9090, 0.9500 ed infine 1.045, livello identificato proiettando l’altezza del triangolo laterale alla rottura della trendline ribassista. Sul piano dei supporti, solo una discesa sotto area 0.76 produrrebbe un’inversione di trend sullo strumento.

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