Quadro macro ed M&A sostengono gli indici globali  

La flessione di Mercoledì aveva visto un nuovo test dei minimi della settimana precedente su molti indici azionari: questi minimi hanno fatto da supporto e, nella seduta di ieri, abbiamo assistito ad un rimbalzo molto tonico su larga parte del comparto azionario. Nello specifico, è importante che il rialzo abbia consentito un rapido recupero di alcuni livelli tecnici chiave, su tutti il 13.500 del Nasdaq ed il 15.300 sul Dax, evidenziando una forza rialzista assente nelle ultime sedute precedenti.

In Europa, il mercato azionario ieri ha evidenziato segnali di tonicità, dopo uno dei peggiori sell-off dell’anno, con la pubblicazione di trimestrali molto solide ed i rumors su un round di fusioni nel settore dei semiconduttori che hanno aiutato gli investitori a soffermarsi sulle possibilità di creazione di valore per gli azionisti, piuttosto che sui timori di un’inflazione in crescita nel continente. Sul piano macroeconomico, i prezzi alla produzione tedeschi hanno ieri registrato il più grande rialzo in quasi un decennio, in quella che è un ulteriore conferma di una crescente pressione inflazionistica nella più grande economia europea.  

In America, i principali indici azionari sono rimbalzati, dopo essere stati in calo per tre sedute di fila, aiutati dai guadagni dei titoli tecnologici e dalle nuove richieste settimanali di disoccupazione, al minimo dall’inizio della crisi dovuta allo scoppio della pandemia. Nello specifico, il numero di cittadini statunitensi che hanno presentato nuove richieste di sussidi di disoccupazione è sceso a 444.000 nella settimana terminata il 15 maggio, in calo per la terza volta consecutiva: una conferma di una ripresa del mercato del lavoro nel paese e che la ricerca di lavoratori da parte delle aziende si sta intensificando ulteriormente. 

Sul piano settoriale, ieri i settori della tecnologia e dei servizi di comunicazione sono stati tra i migliori performer degli 11 principali settori dell’S&P, mentre si è assistito ad una flessione dei settori che meglio avevano performato in questo periodo, ossia finanziari, energetici ed industriali.

Sul piano macroeconomico oggi è attesa la pubblicazione degli indici PMI nelle principali economie europee e nell’eurozona, oltre al dato sull’inflazione per il mese di Aprile. Negli Stati Uniti oggi invece sono attesi i dati sulle vendite degli immobili esistenti. 

TECHNICALS IN FOCUS

SPX

Il grafico a 4 ore consente di meglio apprezzare il movimento di accumulazione che si sta osservando sull’S&P500, caratterizzato da minimi crescenti di prezzo e, in parallelo, di RSI. Ai fini di una definitiva ripresa dell’impostazione rialzista dell’indice, è fondamentale che i nuovi massimi di prezzo si accompagnino a nuovi massimi dell’indicatore. Sul piano generale, un consolidamento sopra area 4.200 rappresenterebbe un ottimo segnale per l’indice, con area 4.240 come primo target. Un superamento del massimo storico proietterebbe quindi l’indice verso area 4.290, restituendo una dinamica pienamente rialzista all’indice. Sul piano dei supporti, l’area compresa tra 4.070 e 4.050 resta il supporto chiave di periodo. 

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Novartis: valutazione attraente e rendimento potenziale in doppia cifra (10%)

Nella comparazione tra mercato azionario europeo e mercato americano è indiscutibile che quello del vecchio continente offra ancora oggi spazi di apprezzamento e valutazioni decisamente più interessanti. 

Il settore farmaceutico in particolare ha vissuto una fase di debolezza prolungata nel confronto con quello americano, per via della scarsa presenza delle compagnie europee nei processi di sviluppo al vaccino per la cura del Covid-19. In una fase di riapertura delle economie europee, anche il settore farmaceutico, fortemente centrato sulla produzione di farmaci per terapie ospedaliere, più difficili da erogare in una fase di pandemia come quella attuale, dovrebbero ritrovare maggiore slancio sul piano del business.

Novartis è uno dei principali titoli farmaceutici europei, con una capitalizzazione che sfiora i 200 miliardi di Euro. La sua divisione Innovative Medicines realizza medicinali nei settori oncologici, della cura delle malattie cardiovascolari, dermatologiche e respiratoria, mentre la divisione Sandoz commercializza farmaci di tipo generico. La società ha generato ricavi per circa $48 miliardi nell’ultimo anno.

Il 27 Aprile scorso Novartis ha comunicato i risultati del primo trimestre, con ricavi cresciuti dell’1% a $12,4 miliardi, mentre gli utili per azione sono stati pari a $1,52, in diminuzione del 2,6% su base annua. 

Fonte: Q1 Investors Presentation

La divisione nnovative Medicines non messo a segno alcuna crescita su base annua, per via di un aumento dei volumi che è stato controbilanciato da una flessione dei prezzi. Il farmaco Cosentyx, che tratta la psoriasi a placche ed è il prodotto più venduto dell’azienda, continua a performare bene, con una crescita dell’11% su base annua.

Separatamente, Entresto, farmaco che viene utilizzato per trattare l’insufficienza cardiaca cronica, ha aumentato i ricavi del 34%, essendo diventato da poco una terapia di prima linea per i pazienti con insufficienza cardiaca, a seguito delle raccomandazioni dell’Associazione Europea di cardiologia giù nel 2019. I ricavi derivanti da Sandoz sono invece diminuiti del 13%, principalmente a causa della pressione sui prezzi legata all’aumento della concorrenza generale.

Un vantaggio competitivo chiave per l’azienda è la sua piattaforma di ricerca e sviluppo. La società ha investito oltre $9 miliardi in c.d. “R&D” nell’ultimo anno. Simili livelli di investimenti in ricerca e sviluppo dovrebbe aiutare Novartis a portare sul mercato circa 14 prodotti diversi nei prossimi due anni, ciascuno con un potenziale di almeno $1 miliardo di ricavi potenziale annuo.

Attualmente il titolo scambia ad un P/E al 2021 di poco inferiore a 14, inferiore alla sua media degli ultimi cinque anni, intorno a 16. Oltre ai rendimenti generati da un riallineamento del multiplo alla sua media storica, la società stima una crescita dell’utile per azione del 4% all’anno, in aggiunta ad un dividend yield del 3% ai prezzi attuali. Alla luce di ciò, il titolo è nelle condizioni oggetti per generare un rendimento potenziale intorno al 10% annuo nei prossimi cinque anni.

 

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