Quadro macro debole, mercati in “more easing mode”

Con la giornata di ieri siamo entrati nel mese di Settembre, uno dei mesi nel complesso più deboli per l’S&P500 sul piano storico: dal 1945 il mese di Settembre ha visto per il principale indice americano una flessione in media dello 0.45%. Il dato in sé significa poco, soprattutto se lo consideriamo alla luce di mercati finanziari cambiati nelle logiche di fondo e nelle correlazioni, in particolar modo in questa fase storica.

L’elemento più significativo di queste ultime sedute, oltre alla costante sovraperformance dei tecnologici rispetto ai titoli value, è ripresa di forza relativa dell’azionario rispetto all’obbligazionario, con il progressivo allargamento dei rendimenti dei titoli di stato nelle ultime sedute. Il mantenimento di un costo del denaro contenuto è fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio intermarket tra gli strumenti finanziari. Allo stesso tempo, una compressione eccessiva dei rendimenti indicherebbe un eccesso di pressione all’acquisto di titoli obbligazionari governativi: un fenomeno che storicamente coincide con il verificarsi di fenomeni di stress sui mercati. Per queste ragioni, la tenuta di area 1.30% del titolo decennale americano è un segnale di stabilità anche per il mercato azionario.

In aggiunta, alcuni segnali di debolezza macroeconomica, evidenziati dai soft data in Europa e negli Stati Uniti, favoriscono la formazione di aspettative ulteriormente accomodanti da parte di banche centrali e governi nazionali. In ragione di ciò stiamo osservando giornate di buona direzionalità rialzista in corrispondenza di dati macroeconomici nel complesso deboli.

Nella giornata di ieri abbiamo assistito ad una seduta nel complesso debole sugli indici azionari, con la sola eccezione del Nasdaq e degli indici tecnologici. Sul piano macroeconomico, negli Stati Uniti l’occupazione nel settore privato è cresciuta a un ritmo più lento ad Agosto di quanto stimato dagli analisti, con soli 374.000 nuovi posti di lavoro: un molto più debole dell’aspettativa del consensus, intorno ai 625.000. 

Da sottolineare infine l’emergere di alcune tensioni interne alla BCE, con il membro del Consiglio direttivo, Jens Weidmann, che ha sottolineato come i rischi di inflazione non dovrebbero essere sottovalutati, con la BCE che non dovrebbe quindi mantenere questa politica monetaria ancora per un tempo esteso. La BCE deciderà l’ulteriore linea d’azione nel corso della prossima settimana, giovedì 9 Settembre. 

TECHNICALS IN FOCUS

CHINA50

La debolezza dell’indice cinese spinge molti investitori a domandarsi dove possano identificarsi minimi significativi. In area 15.000 passa il 38% di Fibonacci e, soprattutto, stiamo osservando una significativa divergenza rialzista di RSI, con la formazione di un nuovo minimo sull’indice, accompagnato da una serie di minimi crescenti dell’indicatore: fondamentale in questa fase non è identificare un minimo assoluto, esercizio inutile ed impossibile, quanto piuttosto evidenziare livelli di potenziale accumulazione. La prima resistenza significativa è in area 16.000, mentre il livello successivo da monitorare è in area 17.000 – 17.300. Una segnale negativo rispetto alla formazione di un minimo di periodo sarebbe la rottura al ribasso di area 14.500.

GBPUSD

Segnali di ripresa dell’uptrend del Cable, con il Dollaro USA che sta evidenziando segnali crescenti di debolezza rispetto ai principali cross. Il doppio minimo ed il recupero, oramai completato, della MM a 200 giorni. I primi livelli a rialzo sono in area 1.40 e 1.4220. Successivamente alla possibile formazione di nuovi massimi di periodo, il cross metterebbe in focus area 1.4820 e 1.50, come livelli di prezzo potenzialmente raggiungibili. Fondamentale è la tenuta di area 1.3560 per il consolidamento di questo livello dei prezzi.

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