Primo caso di Omicron registrato in USA. Oggi riflettori puntati su Vienna

Mercati finanziari che oggi riprovano alzare la china, dopo le ulteriori vendite registrate nella sessione di mercoledì.

Seduta di ieri caratterizzata da tentativi di normalizzazione, dopo le parole di Powell e del Ceo di Moderna. Tuttavia, il primo caso di Omicron rilevato negli USA ha riportato panico sui principali listini. In particolare, nei settori dell’S&P500, possiamo osservare come solo le utilites abbiano chiuso in parità, mentre perdite sono state registrate su tutti i restanti settori. Il comparto difensivo e value, questa volta, riescono ad offrire una minore correzione con il settore farmaceutico e tabacco in prima linea.  A soffrire principalmente le società a minore capitalizzazione con l’ETF sull’indice Russell 2000 (IWM) che ieri ha visto cedere circa 4.24 punti percentuali, tornando ad essere scambiato sotto la sua media mobile giornaliera a 200 periodi. Situazione analoga viene ad essere registrata anche per il Dow Jones 30, nuovamente scambiato al di sotto della sua media mobile a 200 giorni – l’ultima volta risale al 13 luglio 2020.

Oggi è attesa la decisione a Vienna da parte dell’OPEC+. Il petrolio ha visto bruciare circa il 15% dai valori di venerdì, scambiando attualmente a $66 al barile. Tale correzione, accompagnata dalle ulteriori restrizioni sui viaggi, potrebbe agevolare la decisione del cartello di interrompere o comunque rivedere il programma di aumento graduale della produzione – ovvero dei 400k b/d previsti di aumento della produzione per gennaio.

Diffusione della variante Omicron che ovviamente resta al centro dell’attenzione. Di seguito possiamo osservare i paesi che hanno riportato casi, dati aggiornati al primo dicembre 2021

Per oggi, oltre all’attenzione delle notizie provenienti da Vienna, sono attese negli Stati Uniti le pubblicazioni dei dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione, dopo il forte calo della scorsa settimana. In attesa dei NonFarm Payrolls di domani da monitorare attentamente l’evoluzione del mercato del lavoro nell’ottica delle decisioni di politica monetaria da parte delle Federal Reserve.

Continua la crisi in Turchia. Dopo le parole di Recep Tayyip Erdogan al gruppo parlamentare del suo partito Akp, riportando come l’attuale crisi della lira turca “non è il risultato delle nostre politiche, ma è provocata da chi al contrario tenta di ostacolare queste politiche”. Oggi Erdogan ha accettato le dimissioni del Ministro delle Finanze Lutfi Elvan e nominato il suo vice Nureddin Nebati, quale nuovo Ministro. Elvan era stata nominato solamente un anno fa, nel novembre 2020 dopo le dimissioni del genero di Erdogan, Berat Albayrak.

Sulle singole società da riportare la decisione da parte di Facebook di rimuovere il divieto sulle pubblicità legate alle criptovalute. Jack Dorsey, dopo aver lasciato il timone di Twitter, ha deciso di modificare il nome della sua società Square in Block, un cambio di dimensione direi. Timori invece per Apple. Dopo le vendite record di iPhone nel periodo del Black Friday, Bloomberg riporta come ci potrebbe essere una riduzione della produzione degli iPhone a causa della mancanza di chip. Infine, buone notizie per Tencent dove riporta come WeChat Pay potrebbe essere presto disponibili in maggiori mercati (‘in all places’), probabilmente riferendo al prossimo utilizzo anche in piattaforme gestite dalla concorrente Alibaba, dove prima erano esclusive di Alipay.

Performance indici 

Interessante osservare l’andamento dei principali indici azionari dal 26 novembre, ovvero dal giorno della scoperta della variante Omicron. Come possiamo osservare dal grafico sottostate il Giappone e le mid cap americane (mediante l’ETF IWM) sono state le principali vittime della nuova variante, con l’indice di Tokyo che ha visto cedere circa 5.6 punti percentuali. A spingere al ribasso l’indice nipponico gli acquisti sullo Yen, considerato un bene di rifugio, con la coppia USDJPY che ha visto cedere circa 1.8%. I listini del Vecchio Continente mostrano una minore stabilità rispetto agli omologhi americani, sebbene abbiamo assistito precedentemente già a primi casi della variante rispetto alle piazze americane. Interessante osservare invece la performance dell’indice di Sidney e dei mercati emergenti (ETF EEM) dove sorprendentemente mostrano una migliore performance, posizionandosi sulla parte alta del grafico.

Bitcoin

Interessante l’andamento del prezzo del Bitcoin. Dalla correzione del 10 novembre il prezzo ha registrato una correzione del 17% circa. Attualmente osserviamo la possibile presenza di un cuneo, segnale spesso di continuazione del trend, in questo caso rialzista (situazione analoga era stata osservata anche a settembre). Da monitorare quindi l’evoluzione dei prezzi all’interno del pattern.

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