Powell delude, la correzione prosegue

L’attesa ieri era tutta per Powell e i gli investitori hanno atteso, sia pure in un clima di generale fragilità, che il Presidente della Fed si esprimesse sullo stato attuale dell’economia americana e sugli scenari futuri relativamente al mercato del lavoro e alla ripresa economica.

Il presidente Fed, sotto diversi aspetti, ha deluso: in scia alle parole di Philip Lowe (Reserve Bank of Australia) ad inizio settimana, gli investitori speravano nel lancio di una politica di “yield control” sui titoli di stato americani. L’obiettivo sarebbe quello di fissare in un range definito i rendimenti dei Treasuries, in linea con quanto implementato dalla Bank of Japan dal 2016. Sulla base dello speach di ieri, la sensazione tuttavia è che Powell sia alla finestra e non intenda ancora prendere una posizione che rappresenta, di fatto, l’estrema ratio. Parimenti, una decisione simile necessitava di un contesto più ufficiale, come quello di un Fed Meeting, anche solo per una prima valutazione.

Ciò detto, in conseguenza delle parole del Presidente FED, ieri i mercati sono andati a correggere ulteriormente, con chiusure in rosso per gli indici azionari ma anche per alcune commodities che erano sono apprezzate notevolmente in questa fase, in primis il rame. L’unica materia prima a salire è stato il petrolio che ha risentito dell’incontro Opec nel quale, nella sostanza, si è scelto di proseguire nei tagli alla produzione, favorendo un ulteriore ripresa della quotazioni del greggio.

Oggi sarà un’altra giornata importante, con il rilascio dei Non Farm Payrolls negli Stati Uniti, che a questo punto diventano fondamentali per avere un quadro più nitido circa l’andamento del mercato del lavoro in America.

TECHNICALS IN FOCUS

EURUSD

Prosegue l’indebolimento dell’EURUSD, sul progressivo rialzo dei tassi americani, che attrare nuovamente investitori sul dollaro americano. Il cedimento di area 1.1950 in queste ore apre gli spazi per un ulteriore discesa verso supporti più significativi, che si trovano nel range 1.18 – 1.17, dove passa la MM a 200 giorni ed il 61.8% di Fibonacci del rally che è partito dai minimi di Marzo 2020. L’RSI evidenzia debolezza ma la mancanza di volatilità sul cross suggerisce che siamo in una piena fase di distribuzione e che l’apprezzamento del Dollaro USA sembra destinato a proseguire. La tenuta dei livelli di supporto identificati rappresenta un primo test di medio termine dell’uptrend di EURUSD. 

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Johnson & Johnson: utili e dividend yield ancora interessanti

La recente approvazione del vaccino di Johnson & Johnson ha messo il titolo al centro dell’attenzione di molti investitori retail e favorito la formazione di nuovi massimi storici del titolo, peraltro in una fase di correzione generale del mercato azionario. 

In aggiunta, l’attenzione sulle case farmaceutiche in questo periodo raramente è stata rivolta a JNJ, che in più di una circostanza aveva affermato di essere in fase di sperimentazione dei vaccini ma certamente l’annuncio di un vaccino che fosse efficace in monodose è stata una lieta sorpresa per gli investitori. 

Come noto Johnson & Johnson è la principale società farmaceutica al mondo per capitalizzazione di mercato, con una presenza su tutti i segmenti del settore, dai farmaci ai dispositivi medici, fino si prodotti per l’uso comune.

Nel corso degli ultimi dieci anni la società ha aumentato il suo utile per azione del 5% annuo e questo trend sarebbe rimasto immutato in assenza di un evento non pronosticabile come la pandemia attuale.

La diversificazione della sua offerta, dai farmaci di base fino a quelli specialistici e ai dispositivi medici rende la società di fatto uno dei titoli meglio impostati per non soffrire sensibilmente gli impatti economico di una fase recessiva.

Un simile modello di business si è tradotto nel tempo in una crescita costante di ricavi e degli utili per quasi 60 anni, con gli investitori che hanno potuto godere di un dividend yield intorno al 6% annuo a partire dal 2011. Ad oggi quello attuale è pari al 2,4%.

Alla luce dell’andamento storico degli utili, un ritorno ad una crescita degli stessi nell’ordine del 6% rappresenta uno scenario molto verosimile. Ai prezzi attuali, il titolo scambia ad un multiplo P/E pari a 17,8, su una stima di utile per azione pari a $9,5 per il 2021. Sul piano storico, il titolo appare sul multiplo lievemente sopravvalutato (17 vs 17,8 attuale), il che implica una potenziale correzione dello 0,7% annuo da qui al 2026. Tuttavia, se consideriamo la crescita attesa degli utili e l’attuale dividend yield, Johnson & Johnson sembra nelle condizioni di offrire un rendimento pari almeno all’8% all’anno per i prossimi 5 anni. 

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