Petrolio e Giappone: aumentano le incertezze

Prima seduta della settimana che registra nuovi ritorni di preoccupazioni sui mercati azionari, o comunque prese di profitto dopo i decisi rialzi della scorsa settimana. Con l’Europa maggiormente concentrata sul tema Russia e sanzioni e con gli investitori con un occhio sul forum di Sintra, l’America inciampa in una seduta altalenante tra guadagni e perdite. Ad incrementare la volatilità dei mercati anche i ribilanciamenti dei portafogli degli investitori in vista della scadenza del semestre.

Indici europei che chiudono la giornata in territorio misto con Milano maglia nera, nella giornata che ha visto la scomparsa di Leonardo Del Vecchio. Perdita che ha generato correzioni sui suoi diretti investimenti: EssilorLuxottica -1,61%, Mediobanca -2,16% e Generali Ass -3,03%. Effetto, tuttavia, maggiormente contenuto se comparato con la scomparsa di Sergio Marchionne, che portò il titolo FCA a cedere oltre il 15% nella giornata.

Seduta americana che ha giocato in difesa, con i settori energetici (XLE), sanitari (XLV) e dei servizi di pubblica utilità (XLU) che hanno guidato la seduta, segnalando ancora la necessità di evitare un eccessivo ottimismo della fine della correzione dei mercati, con un’inflazione elevata e le crescenti preoccupazioni di recessione che continuano a costituire la corrente di fondo dei mercati.

Petrolio: Terza seduta in rialzo per i prezzi del petrolio, in vista della riunione dell’OPEC+ di domani. A sostenere le ultime risalite le notizie provenienti dalla Libia ed Ecuador di interruzioni delle forniture (per proteste antigovernative), evidenziando nuovamente incertezze sul lato dell’offerta ma soprattutto di preoccupanti segnali di agitazioni sociali dopo i rialzi dei prezzi (soprattutto alimentari ed energetici). Anche le prospettive di un’offerta aggiuntiva da parte dei principali produttori dell’OPEC (Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita) sembra limitata, stando agli ultimi commenti di Macron.

Nel frattempo, i Paesi del G7 stanno discutendo dei limiti di prezzo per il petrolio e il gas russo. Decisioni che tuttavia in mancanza di adesioni di paesi quali Cina ed India rischierebbero esclusivamente di generare impatti limitati e discapito dei paesi aderenti alle sanzioni.

Giappone: La percentuale di titoli di Stato giapponesi detenuti dalla Banca del Giappone (BoJ) ha superato la soglia del 50%, registrando un nuovo record. La BOJ sta infatti acquistando la maggior parte dei JGB (titoli di stato giapponesi) per mantenere il loro rendimento al di sotto del cap dello 0,25%. Situazione che mostra i suoi effetti collaterali sul mercato valutario, con lo Yen che scambia con il dollaro statunitense su nuovi massimi dal 1998, ad oltre 135 dollari.  Con i tassi di interesse a lungo termine in aumento negli Stati Uniti e in Europa, che esercitano pressioni al rialzo sui tassi in Giappone, la situazione potrebbe portare a scommesse da parte degli investitori contro la politica di controllo dei rendimenti della banca centrale. Sebbene la BoJ mostri determinazione nella sua politica espansiva un eventuale cambio di rotta potrebbe generare forti ripercussioni a livello globale all’interno del mercato obbligazionario, rischiando di aggravare le pressioni sulla crescita economica globale.

Giornata odierna: L’attenzione degli investitori europei è posta sul discorso del Presidente della BCE Lagarde al Forum di Sintra, con la domanda se nuovi accenni al nuovo strumento anti-frammentazione saranno evidenziati. A tal punto non mi aspetto di assistere alle risposte che i mercati ricercano, fintanto che la stessa Bce non abbia effettuato i propri studi.

Anche il vertice del G7 potrebbe generare volatilità con le proposte sul “price cap” sul petrolio russo. Negli Stati Uniti saranno diffuse le letture sulla fiducia dei consumatori del Conference Board, così come le vendite al dettaglio e le scorte di petrolio API.

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