Paura sui mercati in attesa dei NFP di oggi

Giornata frenetica quella di giovedì sui principali listini azionari, i quali chiudono per lo più in territorio negativo. 

Principali piazze finanziarie europee che sono state scambiate sempre in territorio negativo, eccezione per Parigi e Madrid. In una seduta caratterizzata dal nervosismo: in apertura con la correzione dei futures sugli indici americani (a seguito delle deludenti trimestrali di Meta Platform), le pubblicazioni PMI sui servizi al di sotto delle attese ed infine la tensione sulle decisioni di politica monetaria da parte della Bank of England e della Banca Centrale Europea non hanno favorito gli investitori. 

A riguardo approfondiamo le decisioni delle due Banche Centrali:

Decisione Bank of England: Per la seconda riunione consecutiva Londra decide di rivedere al rialzo i propri tassi ufficiali di interesse. Lo effettua con una decisione presa all’unanimità all’interno del board (MPC – Monetary Policy Committee) tuttavia, rispetto alla decisione di dicembre, osserviamo una forte spaccatura tra i suoi membri sulla grandezza del rialzo. Nell’ultima riunione del 16 dicembre, otto membri su nove avevano votato per un rialzo dello 0.25% (solamente Silvana Tenreyro aveva votato per un rialzo più contenuto dello 0.10%). Nella decisione odierna la maggioranza è stata molto risicata, con solamente un vota a fare la differenza. Ben quattro membri su nove hanno infatti votato per un rialzo maggiore allo 0.5% (in quello che sarebbe stato il più grande aumento da quando la BoE è diventata indipendente 25 anni fa), rispetto allo 0.25% preso dalla maggioranza.  

Tasso ufficiale che quindi passa dallo 0.25% all’attuale 0.5%, su nuovi massimi pre-pandemici. MPC che ha inoltre votato all’unanimità sulla riduzione degli acquisti di titoli britannici, cessando di reinvestire le attività in scadenza.

Nei verbali si nota una forte preoccupazione alla crescita dell’inflazione (ben 14 volte menzionata), dove la BoE prevede un picco sopra il 7% ad aprile, sostenuto dai prezzi globali dell’energia e dei beni di consumo – chissà se era già stata valutata la decisione odierna da parte del regolatore energetico britannico Ofgem di aumento del tetto sui prezzi al dettaglio di gas ed energia del 54% dal primo aprile. 

I mercati prevedono ora 4 ulteriori rialzi dei tassi (di 25 pb) entro la fine dell’anno, di cui 3 prima di giugno. Il tasso decennale britannico si avvicina all’1,4%, il livello più alto dal 2018. Sul mercato valutario la sterlina si rafforza contro il dollaro ma cede i suoi guadagni contro l’euro dopo la riunione della BCE.

Decisione BCE: Banca Centrale Europea che, come da attese, ha mantenuto inalterati i propri tassi d’interesse confermando le decisioni assunte nell’ultima riunione di dicembre. Fine del PEPP a marzo 2022, con il Consiglio direttivo che intende reinvestire il capitale a scadenza fino al 2024. Nessuna grande novità nella pubblicazione. Termine inflazione menzionato solamente sette volte, la meta di quella pubblicazione della BoE, e senza mai vere e proprie preoccupazioni del suo ultimo rialzo.

Interrogata sulla diversa risposta della BCE alla crescita dell’inflazione rispetto ai colleghi inglesi, la presidente Lagarde, ha offerto un’importante chiave interpretativa per giustificare la linea attendista: il mercato del lavoro, laddove la carenza di lavoratori in rapporto alle posizioni vacanti sta già spingendo vero l’alto i salari Oltremanica (come negli Stati Uniti). Nell’Eurozona il tasso di disoccupazione ha raggiunto il minimo storico a dicembre e la partecipazione al lavoro è tornata ai livelli pre-covid, ma non si sono registrati impatti sui salari.

La reazione dei mercati è stata forte con i rendimenti obbligazionari in forte rialzo. Il bund decennale tedesco ha chiuso allo 0,147% (+276% di incremento giornaliero). E contrariamente a quanto atteso dalla Lagarde, gli spread si allargano con il rendimento dei titoli decennali italiani che salgono di quasi 10 pb. Il mercato inizia ora a scontare il tasso di deposito della BCE più alto di 50 pb prima della fine dell’anno, cioè quasi 2 aumenti dei tassi di 25pb. Naturalmente l’euro si rafforza con il cross EUR/USD che supera gli 1.14. 

Seduta america che ha visto protagonista in negativo Meta Platform (ex Facebook), la quale ha ceduto ieri circa il 26%, incidendo per quasi 50pb sulla discesa dello S&P 500. Solamente nella seduta di ieri la società di Zuckerberg ha visto bruciare cira $237 miliardi in capitalizzazione, ovvero un valore maggiore delle 455 società dello S&P 500. Non è andata bene neanche alle altre Big Tech con Amazon che ha ceduto il 7.81% (ovvero circa $119 Mld), Microsoft il -3.9% (-$95 Mld di capitalizzazione), Alphabet il -3.64% (- $73 mld) ed Apple il  -1.67% (- $48 mld). Solamente queste cinque società hanno quindi bruciato complessivamente cica 574.46 mld di dollari, quasi l’intera capitalizzazione di Piazza Affari (stimata a ieri a circa 795.4 mld di euro).

La correzione di ieri, sostenuta dalla caduta del tecnologico, della crescita e del settore ciclico avviene in concomitanza con rialzo dei rendimenti obbligazionari americani, con il decennale USA che ieri è salito dello 0.71%, a 1.845% di rendimento. Situazione simile a quella assistita a gennaio, con una maggiore paura degli investitori e con il VIX che sale del +10.23%. 

Lo S&P 500 ha perso ieri il 2.4%, ma soprattutto il Nasdaq 100 ha ceduto il 4.22%, la peggiore seduta da settembre 2020.

Tra gli ETF di settori solamente quello del consumo di beni di prima necessità chiude in terriotorio positivo con un misero +0.03%. Male il settore del consumo discrezionale e del tecnologico. Tra le note positive di ieri i guadagni di T Mobile (+10.2%) per il settore delle comunicazioni, Humana (+6.23%) e Centene (+3.44%) per il servizio sanitario insieme alle tecnologiche sanitarie quali Becton Dickinson & Co. +5.42% e Boston Scientific +2.82%. 

Mercati azionari asiatici che rivedono oggi l’apertura di Hong Kong, dopo le celebrazioni del Capodanno lunare.

Il petrolio supera i $90 a barile. Oltre alle tensioni geopolitiche il freddo intenso che ha colpito l’America, soprattutto nel Texas, fa aumentare la domanda di riscaldamento e colpisce anche la produzione e il trasporto – soprattutto sul Bacino Permiano in Texas il quale rappresenta quasi il 40% della produzione americana. Con le basse scorte di greggio anche le minime perturbazioni possono essere maggiormente amplificate nel breve termine. Oggi i dati sulle perforazioni di Baker Hughes saranno quindi maggiormente analizzate.

Appuntamenti odierni: l’attenzione odierna è tutta incentrata sugli Stati Uniti con le pubblicazioni dei NonFarm Payrolls e del mercato del lavoro.  Sulla base del rapporto ADP e dei commenti della Casa Bianca, i salari non agricoli probabilmente sono diminuiti a causa dei giorni di malattia (personali o per assistenza all’infanzia). Poiché la domanda di lavoro rimane comunque alta, una pubblicazione debole potrebbe essere ignorata.

In Europa l’interesse sarà rivolto sulle vendite al dettaglio per l’area Euro per dicembre, atteso per le ore 11:00, dove le attese sono per una contrazione mensile dello 0.5%, tuttavia alla luce del maggior calo tedesco il dato sarà di alto interesse. 

Criptovalute: La correzione di ieri sui mercati azionari ha finalmente evitato di colpire il Bitcoin. Nella giornata odierna si assiste ad una forte salita dell’intero comparto con Bitcoin +3%, ETH +7%, Neo +9%, Comp +8% solo per citarne alcuni 

EURUSD

Deciso rimbalzo della coppia EURUSD che da venerdì scorso ha visto invertire la tendenza e portar il cambio dagli 1.1143 agli attuali 1.1447, ovvero circa 304 pips o il +2.07%. Candela doji, quella di venerdì 28 febbraio che ha rappresentato il classico segnale di inversione del trend. Allo stato attuale, con i mercati che iniziano a scontare un eventuale aumento dei tassi anche in Europa, viene meno la debolezza del euro rispetto al dollaro. Con una tendenza rialzista forte, vedi l’ADX al rialzo, il MACD che ritorna ad essere in territorio positivo e un RSI a 61 a supporto, di rilievo sarà ora la tenuta dell’area di resistenza dei 1.15 ed in estensione degli 1.16.