Nuovo percorso delle banche centrali?

Pur essendo attualmente considerata come meno grave rispetto alla crisi di Lehman Brothers, il solo fatto che sia descritta come una crisi può influire negativamente sulla psicologia degli investitori e degli individui in generale. Infatti, l’uso della parola “non” può avere l’effetto opposto di quello desiderato, poiché il cervello umano tende a ignorare le negazioni, specialmente se poste all’inizio di una frase. Ad esempio, se dovessi riportare di “non pensare a una macchina verde”, il tuo primo pensiero sarà probabilmente proprio quello di una macchina verde. In tale scenario può essere principalmente letto il proseguimento delle vendite sui principali mercati europei, maggiormente ingessati del peso bancario (si veda il FTSE MIB ieri in calo di oltre quattro punti percentuali, situazione alla quale non si assisteva dal 10 giugno 2022) e americani. Si salva solamente il Nasdaq il quale, grazie al crollo dei rendimenti sui Treasury e sul nuovo rivisito atteso percorso dei tassi della Fed beneficia di una decisa nuova linfa a supporto. Mercati che, in attesa di scoprire le carte in tavola sull’inflazione in giornata, scommettono non più su tassi superiori al 6% ma solamente un singolo rialzo di 25 pb nel mese per poi tagliarli già a partire da giugno.

Tassi che per dicembre vengono ora ad essere stati rivisti decisamente al ribasso (si guardi grafico sottostante), sia in America che in Europa, con la prima a riportare un tasso intorno al 4% (rispetto alle precedenti quotazioni intorno al 5,5%) e la seconda in prossimità dei 3,5% (quasi mezzo punto in meno).

In attesa che le acque tornino a calmarsi, le correnti delle preoccupazioni portano a nuove agitazioni. Dopo gli ormai noti problemi di SVB e per ultimo di Signature Bank ieri si era diffusa la voce che anche First Republic Bank fosse a rischio così come Western Alliance. Normale quindi che la volatilità ne faccia da padrona, in una situazione di caccia alle streghe, con il Vix che ieri è stato scambiato persino sopra i 30 punti.

In un tale contesto anche il rapporto tra il rame (indicatore dell’attività economica) e l’oro (considerato un bene rifugio) ha virato in deciso ribasso, portandosi in prossimità del supporto della base del canale rialzista. Evoluzione che sarà interessante da monitorare.

Oltre alle notizie che potrebbero continuare a circolare sul settore bancario oggi l’attenzione torna ad essere rivolta sull’inflazione statunitense, attesa in calo sia sul valore generale che nella parte di fondo. Una lettura in calo potrebbe allentare le pressioni al rialzo sulla Fed, per meglio analizzare l’effetto domino dei tassi sull’economia. Al contrario, nuove pressioni inflazionistiche rischiano di generare maggiore incertezza oltre che sul tessuto bancario ed economico anche sul percorso stesso della Fed.

 

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