Con il nuovo anno che prende oggi il via sui mercati finanziari (per alcune piazze finanziarie domani, tra cui Wall Street, Hong Kong, Shanghai, Tokyo e Londra) quello che osserviamo alle nostre spalle è senza ombra di dubbio un una landa desolata. Lo S&P 500 ha chiuso l’anno con un -18,1% – una perdita simile non veniva ad essere annotata dal 2008.
Non meglio per il mondo obbligazionario, incapace di offrire un riparo alla volatilità azionaria a causa del percorso al rialzo sui tassi d’interesse e con i mercati che non sono stati in grado di scontarlo correttamente.
Molte delle preoccupazioni che ci hanno accompagnato per il 2022 dovrebbero tuttavia allentarsi e altre prendere maggiormente rilievo. L’inflazione sarà ancora un tema importante ma è probabile che la maggiore attenzione possa nel tempo essere concentrata sugli effetti o meno di un possibile rallentamento economico. Intanto per la direttrice del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva, si prevede per le tre grandi economie, Usa, Ue, Cina, un rallentamento, con gli Stati Uniti, “più resilienti” in grado di poter evitare la recessione.
La geopolitica continuerà ad essere rilevante, con la Cina che torna protagonista sui mercati internazionali e con gli Stati Uniti e l’Unione Europea che cercano di attenuare la dipendenza cinese, soprattutto in tema di terre rare e batterie. A questo si aggiunge l’incognita Russia, la quale sembra aver creato un maggior solco tra Occidente e Oriente, e con il Medio Oriente quale nuova Svizzera.
Sebbene si inizi il nuovo anno con una settimana “corta”, questa tuttavia non sarà priva di importanti letture. In America l’attenzione principale sarà sulle letture mensili del mercato del lavoro. Le aspettative sono per un possibile incremento di 200.000 posti di lavoro e con una disoccupazione al 3,7%. Prima di alzare i veli sul NonFarm Payroll di venerdì gli investitori potranno prima conoscere maggiori dettagli dalle pubblicazioni dei verbali del FOMC così come dai PMI. Altre versioni importanti includono la bilancia commerciale, le aperture di lavoro di JOLT e gli ordini di fabbrica.
In Europa, il tema inflazione sarà di maggiore interesse, con le letture in Francia, Germania, Italia ed Unione Europea. Mercati che per lo più attendono un ulteriore calo delle pressioni, con un valore in Germania e nell’Eurozona atteso a singola cifra.
Anche in Europa le letture PMI saranno di importante interesse, così come l’indagine congiunturale dell’Eurozona. La Germania sarà inoltre al centro dell’attenzione con diverse altre pubblicazioni che includono: il tasso di disoccupazione, prezzi alla produzione, bilancia commerciale, vendite al dettaglio e degli ordinativi di fabbrica.
Nel Regno Unito, il calendario economico sarà poco fitto, con la pubblicazione dei soli indicatori monetari della BoE, dell’aggiornamento dei PMI di S&P Global e dei prezzi delle abitazioni di Halifax.
Sul fronte societario, il Consumer Electronics Show (CES )2023, che si terrà a Las Vegas dal 5 all’8 gennaio, dovrebbe riaccendere i riflettori sulle innovazioni tecnologiche come i veicoli elettrici/autonomi, il Web 3.0 e il metaverso. Restando in tema di auto elettriche, nella settimana saranno rese note le consegne per il quarto trimestre da parte di società del calibro di Tesla, Rivian, Nio, Li Auto Xpeng per citarne alcune. Con il titolo di Elon Musk che ha visto cedere solamente a dicembre quasi il 37%, la lettura potrebbe generare ulteriore nuova volatilità.
Come ogni anno, per gli amanti della strategia dei Dogs of the Dow è l’ora del ribilanciamento. I Dogs sono una popolare strategia di investimento azionario orientata al reddito che coinvolge i 10 titoli a più alto rendimento del Dow Jones. Nel 2022 la strategia ha reso una media del 2,2%, a fronte di un rendimento negativo per il Dow Jones. Per il 2023 JPMorgan e Cisco System sostituiranno Coca-Cola e Merck.
Di seguito i nuovi 10 dogs per il 2023:
- Verizon
- Dow
- Intel
- Walgreens
- 3M
- IBM
- Amgen
- Cisco
- Chevron
- JP Morgan Chase
Dal 2001, i Dogs hanno sovraperformato il Dow Jones in 13 dei 22 anni, ma in complesso risultano ancora al di sotto della performance dello stesso indice.
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