Nuove preoccupazioni con la decisione BoJ

Nuova seduta di contrazione, la quinta consecutiva, sui mercati statunitensi. Indici ancora alla ricerca del proprio supporto, con i settori difensivi a sovraperformare sui ciclici e rendimenti obbligazionari in salita. Non hanno offerto supporto i dati economici, con la lettura sul sentiment dei costruttori di case statunitensi che ha evidenziato il dodicesimo mese consecutivo in calo, su un nuovo minimo dal 2012, se si esclude l’immediato inizio della pandemia.

In Europa una lettura macroeconomica migliore del previsto ha permesso ai principali listini di chiudere in territorio positivo.  Gli investitori hanno accolto con favore i dati IFO Business Climate della Germania che hanno evidenziato la tendenza di ripresa, con il terzo mese consecutivo in salita del morale delle imprese. In Italia, il principale indice milanese chiude in negativo, con il settore finanziario in decisa flessione, appesantito dagli aumenti delle pressioni dello spread salito da mercoledì di 25 punti base.

Proprio l’Europa è riuscita ieri a trovare l’accordo sul tetto del gas, dopo la fumata nera della scorsa settimana.  Consiglio dei ministri che ha deciso di fissare un tetto massimo ai prezzi del gas naturale a 180 euro per megawattora (ben più basso dei 275 euro proposti a novembre dalla Commissione europea). Limitazioni che entreranno in vigore dal 15 febbraio e solamente se il prezzo del gas supera i 180 euro per MWh per un periodo di tre giorni e se il prezzo TTF risulti essere superiore di 35 euro al prezzo del gas liquefatto, sempre per tre giorni. L’accordo non sarà invece applicato alle transazioni OTC (Over The Counter). Stando ad analisi Bloomberg se il tetto fosse stato introdotto all’inizio di quest’anno sarebbe stato utilizzato per più di 40 giorni in agosto e settembre.  La risposta del mercato ha assistito ieri ad una decisa correzione del prezzo del gas europeo, sceso a 108 euro MWh (-68% dai picchi di agosto). Superata la grave ondata di freddo della scorsa settimana, con i livelli complessivi di stoccaggio ancora ben al di sopra della norma, in Italia il livello si assesta al 85% mentre a preoccupare sono soprattutto i livelli inglesi, scesi al 68%, sarà ora interessante monitorare l’evoluzione stessa del prezzo del gas con i cap che tendono spesso ad essere messi alla prova dagli operatori.

La sa bene il Giappone con la Bank of Japan che, a sorpresa, ha deciso di rivedere la sua politica di controllo della curva dei rendimenti portando la parte superiore della banda di fluttuazione dallo 0,25% allo 0,50%, pur mantenendo l’obiettivo dello 0,00%. Con il cap da diversi mesi messo alla prova dai mercati e con ingenti interventi di acquisto da parte della stessa BoJ, la mossa ha portato a un balzo del rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni al di sopra dello 0,40% (su massimi dal 2015) e a un calo della USD/JPY a circa 133 dollari. Con lo Swap del rendimento giapponese a dieci anni a 0,8 le pressioni restano ancora decisamente presenti.

Decisione che spaventa ulteriormente i mercati con anche la BoJ che si allinea alle preoccupazioni della scorsa settimana dei banchieri centrali (vedi Powell e Lagarde) sulla crescita dell’inflazione.  Gli operatori potrebbero ora dover riconsiderare la loro opinione sul cambio di rotta delle banche centrali: se il Giappone sta ora cambiando politica a causa dell’inflazione, perché la Fed dovrebbe farlo il prossimo anno?

Restando in Asia, la Cina opta per mantenere, per il quarto mese consecutivo, invariati i suoi tassi di prestito di riferimento. Decisione, accompagnata dai decisi aumenti dei casi Covid, che ha portato a correzioni sull’indice. Sembra che il rally cinese, generato dalle speranze di una maggiore apertura della sua politica zero covid si sia interrotto, seguendo la scia del calo generale dei mercati.

Giornata odierna che vedrà la pubblicazione dei prezzi alla produzione in Germania. Il consenso è per un secondo calo consecutivo mensile, che naturalmente rappresenterebbe una buona notizia per l’economia tedesca, insieme all’Ifo di ieri. Sempre in Europa è attesa la pubblicazione sul dato flash della fiducia dei consumatori nell’area euro.

 

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