L’America paga il conto della crescita delle sue Big e della lora eccessiva concentrazione nell’indice. Dopo la delusione degli investitori sulle trimestrali di Alphabet, Microsoft, Meta e Tesla si aggiungono oggi quelle di Amazon e, in chiaroscuro, quelle di Apple. La risposta dei mercati alle letture dei bilanci resta positiva sull’indice, con il 74% dei titoli che ha battuto le aspettative; tuttavia, vendite marcate sono state registrate per le sue Big: Alphabet -9,63%, Microsoft -7,72%, Meta -24,56%, Tesla -6,65% e nel pre-market odierno Amazon sta registrando un calo del 12,73% mentre Apple in leggero guadagno dello 0,55%, dove aver persino registrato un -2,87%. Solamente conteggiando queste 6 società, dal 19 ottobre al 27 ottobre (tralasciando il crollo odierno di Amazon) sono stati bruciati circa $284 miliardi di capitalizzazione, pari a circa il 44% della capitalizzazione complessiva del FTSE Mib di Milano. Se lo S&P 500 e il Nasdaq 100 continuano ad essere trascinati al ribasso dal peso delle sue tecnologiche il Dow Jones allunga la sua corsa, registrando la quinta consecutiva seduta in guadagno.
In Europa, con i riflettori puntati sulla riunione di politica monetaria della Bce, i mercati estrapolano un tono più accomodante all’interno delle parole e del tono della presidente Christine Lagarde. Di fatto, l’Eurotower ha optato per un rialzo dei tassi di 75 pb, tasso che quindi passa al 2% (sui livelli del 2009), e ha mantenuto invariata la sua politica data-dependent, con assenza di una vera bussola (forward guidance). Scenari di recessione che risultano ancora esclusi, con alcune variabili dello scenario peggiore che non trovano ancora riscontro (vedi presenza di flussi di gas russo, diminuzione dei costi delle materie prime) ma con nuovi aggiornamenti attesi per dicembre. Con la BCE ancora saldamente in modalità di stretta, i rischi di recessione per l’economia dell’area dell’euro sono in aumento. L’inflazione rimane troppo alta e la BCE prevede che rimanga al di sopra dell’obiettivo per un periodo prolungato, poiché le pressioni sui prezzi continuano ad ampliarsi. La Lagarde ha altresì rimarcato l’indipendenza e soprattutto l’obiettivo della Bce nella stabilità dei prezzi (non della crescita) “We have to do what we have to do” ha riportato durante la sessione di risposta ai giornalisti, inviando indietro le accuse italo-francesi. La BCE ha inoltre annunciato modifiche alle condizioni del TLTRO, con l’obiettivo di provocare un calo significativo della liquidità in eccesso già a partire dal 23 novembre. Mercati azionari e soprattutto obbligazionari che rispondono positivamente all’appuntamento di Francoforte, con lo spread BTp/Bund in calo di 19 pb. La decisione di rinvio a dicembre sulla decisione di QT ha giovato soprattutto sui titoli periferici, italiano in primis (con il BTp decennale sceso temporaneamente perfino al di sotto del 4%). Ieri i mercati hanno abbassato le aspettative della BCE per ulteriori aumenti dei tassi di circa 25 punti base. I mercati stanno ora valutando 57 punti base per la riunione di dicembre e un picco del tasso sui depositi della BCE a circa il 2,6%
Dopo due trimestri consecutivi di crescita negativa, l’economia statunitense è cresciuta a un tasso annualizzato del 2,6% nel terzo trimestre, trainata da un settore dei consumi. La spesa personale, la quale rappresenta la vera fetta del Pil statunitense, è cresciuta dell’1,4% mentre le esportazioni nette hanno contribuito in larga misura alla crescita del terzo trimestre a causa del calo del disavanzo commerciale (beneficiando del calo del greggio). Con consumi ancora resilienti difficile dire che l’economia americana sia in recessione, tuttavia mostra segnali di fragilità. Lettura che potrebbe pertanto confermare un possibile decisione di rallentamento dei rialzi, da 75 pb a 50 pb nella riunione di dicembre.
Continua ad aggravarsi la situazione tra Cina e Stati Uniti. Le azioni di semiconduttori in Asia sono infatti crollate dopo che il sottosegretario al Commercio americano Alan Estevez ha affermato di aspettarsi un accordo imminente con gli alleati per limitare alcune esportazioni di chip in Cina. Con un settore dei semiconduttori (ETF iShares SOXX) in calo da inizio anno di oltre il 40% tra rallentamenti economici, tensioni politiche e rinnovate guerra commerciali il rischio è per un ulteriore caduta
Sul fronte societario oggi è il D-Day per Twitter con l’ingresso di Elon Musk a capo della società. “L’uccello è stato liberato”, ha twittato Elon Musk dopo aver acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari.
Sul fronte macroeconomico sono oggi attesi i dati di PIL e infrazioni per molte economie europee, così come dell’indice PCE Core negli Stati Uniti
Nella stagione delle trimestrali sono oggi attesi soprattutto i nomi delle società energetiche: Chevron, Exxon, Eni (dop Shell di ieri) così come AbbVie, Colgate Palmolive, LyondellBasell, Airbus, BBVA, Safran, Sanofi, Swiss Re e Volkswagen.
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