Nonostante l’aumento dei sussidi di disoccupazione, gli indici aggiornano i massimi

Un’altra seduta di record per gli indici azionari, dopo l’insediamento del giorno precedente del nuovo presidente Joe Biden, in un quadro che resta fortemente costruttivo, anche per effetto dei dati sulle corporate americane ed europee che evidenziano risultati superiori alle stime degli analisti ed un miglioramento complessivo della guidance per il 2021. In aggiunta, si osservano diverse prese di profitto sui titoli che hanno ben riportato, tuttavia il mercato è tirato dalle aspettative di un’amministrazione americana assolutamente determinata a sostenere il ciclo economico costantemente nel tempo. 

Come detto, il risultato congiunto di questi fattori è un’altra seduta complessivamente positiva, con l’azionario europeo che è andato a rialzo sulle speranze di un ingente pacchetto di misure di stimolo da parte del nuovo presidente Usa, e gli investitori hanno scontato le dichiarazioni di Christine Lagarde, che ha sostenuto l’ipotesi di una doppia recessione, per effetto delle misure di lockdown più estese in Europa. Sul piano settoriale, bene ieri le aziende delle telecomunicazioni in Europa oltre ad alcuni titoli del comparto retail.

A Wall Street la positività è proseguita, nonostante le richieste di sussidi di disoccupazione la scorsa settimana sono state superiori alle 900.000 unità, in larga misura per il continuo aumento di casi di Covid-19 in tutto il Paese. Sul piano settoriale, i titoli telecom e dei beni di consumo discrezionali hanno registrato i maggiori guadagni, mentre più deboli sono state le chiusure del comparto energetico, finanziario ed industriale. 

Seduta complessivamente debole quella asiatica di questa notte, spinta dalla notizia che il colosso energetico cinese CNOOC verrà rimosso dall’indice MSCI China All Shares. La scorsa settimana l’amministrazione americana uscente aveva annunciato che avrebbe imposto restrizioni alla società sulla possibilità di avere rapporti commerciali con i partner statunitensi. Deboli tutti gli indici della regione, con l’indice MSCI Asia che ha chiuso in flessione dello 0.87%.

Sul piano macroeconomico, oggi attendiamo i dati sugli indici PMI dei servizi, manifatturieri e composti nell’eurozona, mentre negli Stati Uniti usciranno le rilevazioni sulla vendita di immobili esistenti e sulle scorte settimanali di petrolio.

TECHNICALS IN FOCUS

AMZN

Interessante movimento di breakout di Amazon che è andato a rompere con volatilità la trendline ribassista che congiunge i massimi decrescenti che partono dal 2 Settembre scorso. Un consolidamento sopra i $3.300 potrebbe proiettare rapidamente il titolo nel range $3.470 – $3.500, pure nell’evenienza che si verifichi un pullback momentaneo nell’area dei $3.250. Un rottura al ribasso di area $3.180 invaliderebbe il set-up rialzista venutosi a formare, riportando il titolo nella lateralità di questi ultimi mesi.  

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Extra Space Storage: la nuova frontiera del Real Estate americano

In linea con quanto verificatosi nel corso del 2020, l’immobiliare USA continua ad essere una delle poche scommesse in grado di fornire rendimento e stabilità agli investitori, al di fuori di mercati che, in misura sempre maggiore, possono offrire rendimenti in linea capitale, ma con dividend yield oramai sempre più compressi e, in molti casi, poco attraenti. Extra Space Storage non è ancora tornata sui massimi di Febbraio del 2021, offre un dividend yield interessante e un modello di business che non ha sofferto della crisi legata allo scoppio della pandemia. 


Il titolo è uno dei più grandi REIT (Real Estate Investment Trust) di self-storage negli Stati Uniti ed è anche membro dell’indice S&P500. La società presenta un portafoglio piuttosto diversificato ed un dividend yield del 3,2%, a questi prezzi. Se analizziamo i numeri del 2020 fino al terzo trimestre, la società è riuscita ad aumentare il flusso di cassa operativo per azione del 5,6% anno su base annua, a $1,31. 

Sul piano degli utili, la società ha generato $114,63 milioni, o $0,88 per azione, a confronto dei $108.09 milioni, o $0.83 per azione, nel terzo trimestre dell’anno precedente. Anche sul fronte dei ricavi, il business ha visto un incremento dell’1,6%, a $343,02 milioni dai $337,51 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.

Come specificato, il modello di business si è mostrato resiliente alla fase di recessione, con i tassi di occupazione dei magazzini nell’ordine del 95,9%, 210 punti base in più rispetto ad un anno fa. Dal punto di vista dello stato finanziario, i numeri continuano a confermare una posizione finanziaria molto solida, con un rapporto Debito Finanziario – EBITDA pari a 6 ed un livello di copertura degli oneri finanziari (EBIT / Oneri Finanziari) pari a 3,7 volte, un livello che mette al sicuro il dividendo attuale. Tutto ciò è avvenuto nel quadro di una crescita dei ricavi nell’ordine dell’11,3% annuo negli ultimi cinque anni.

Uno degli aspetti più interessanti di EXR è inoltre il suo mercato di riferimento, con il settore del sel-storage che attualmente vale circa $90 miliardi negli Stati Uniti e che, nei prossimi quattro anni dovrebbe arrivare ad oltre $140, per un tasso di crescita annuo composto (CAGR) nell’ordine dell’11% annuo.

EXR continua ad evidenziare diversi aspetti di interesse per investitori attenti ai rendimenti derivanti dai flussi di cassa: una situazione patrimoniale molto solida, un livello di occupazione degli spazi molto alto, ricavi in crescita in doppia cifra ed un dividend yield ad oggi pari al doppio degli altri membri dell’S&P500. In un trend industriale che dovrebbe solo rafforzarsi nei prossimi anni, le condizioni di redditività di EXR sono destinate a restare molto solide.

 

Il contenuto di questa newsletter è di natura informativa ed educativa e non può essere considerata come attività di consulenza finanziaria né come raccomandazione all’investimento.

Performance passate non sono indicative di performance future. Il trading è rischioso e si raccomanda di rischiare solo il capitale che si è disposti a perdere.

Il prezzo delle cryptovalute può variare significativamente e non sono adeguate per tutti gli investitori. Il trading sulle cryptovalute non è supervisionato da alcun quadro regolatorio dell’Unione Europea