NonFarm Payroll, Petrolio, Gas e Criptovalute 

Si chiude il mese di marzo e del primo trimestre 2022, con alcune interessanti sorprese.

Tra i principali rialzi del mese, all’interno dei maggiori indici azionari, sorprende osservare il MOEX (il principale indice russo) tra le prime posizioni, migliore perfino dei listini americani ed europei.

Dopo essere stato chiuso per quasi un mese – dal 28 febbraio al 23 marzo – l’indice russo MOEX chiude il mese di marzo con uno straordinario +9,43%. È vero che sono presenti ancora limitazioni sulle vendite di titoli per gli investitori esteri, ma è altrettanto significativo il rimbalzo. Indice che tuttavia da inizio anno segna ancora un forte -28,6%. 

In un contesto di intense preoccupazioni globali (Covid-19, inflazione, aumenti prezzi energetici, guerra, apprezzamento del dollaro americano e di prossime recessioni – vedi l’attenzione sulla curva dei rendimenti USA) quest’anno i principali beneficiari sono stati i mercati azionari di paesi ricchi di materie prime come Arabia Saudita, Brasile, Indonesia, Perù e Messico, per citarne alcuni.

Tra le prime sette economie mondiali bene soprattutto il Canada (+3.14%) e il Regno Unito (+1,78%). In territorio negativo invece tutte le altre: Giappone (-3,85%), USA (S&P -4,95%), Francia (-6,89%), Italia (-8,50%) ed infine Germania (-9,25%). 

Sui mercati azionari e a reddito fisso in generale, la performance trimestrale meno peggiore tra le attività statunitensi è stata il calo del 4,9% dell’S&P 500, accompagnato da un calo del 5,6% nei Treasuries. Era dal 1980 che il rendimento congiunto tra queste due categorie non risultava così misero. 

Tema Russia interessante nella giornata odierna, da un lato, come detto, osserviamo un tentativo di rimbalzo del suo indice, dall’altro la banca centrale russa ha riportato che le sue riserve in valuta e oro sono crollate di 38,8 miliardi di dollari dal picco di febbraio, offrendo il primo sguardo alle sue disponibilità dall’invasione dell’Ucraina. La riserva si è ridotta a 604,4 miliardi di dollari al 25 marzo, il livello più basso dallo scorso agosto.

Altra tema importante parlando di Russia, oltre al proseguimento dei negoziati, è la confusione creatasi in Europa sul pagamento del gas russo: rubli o euro? Il governo russo richiede che i paesi “ostili” paghino il gas russo in rubli, pretesa che ha incontrato la forte resistenza dell’Occidente, sollevando il timore che la Russia fermi le consegne di gas. Secondo il governo tedesco, il presidente russo Putin ha riferito al cancelliere Scholz che i pagamenti potrebbero continuare ad essere in euro. Sebbene manchi la conferma da parte di Mosca, un eventuale passo indietro di Putin, dopo le sue richieste pubbliche, potrebbe questa volta mostrare un segnale di debolezza politica ed economica di un presidente che ha fatto della sua immagine di fermezza il suo principale biglietto da visita. Intanto la confusione, con i trader preoccupati sui crescenti rischi di tagli all’offerta di gas naturale russo, ha portato il prezzo del gas europeo TTF sui massimi delle ultime tre settimane, a €133 per megawattora, prima di scendere nuovamente sui € 127 nella prima sessione di aprile.

Altro tema caldo, parlando di Russia, è quello legato al petrolio. Orecchie sempre da mercante per l’OPEC, la quale ieri ha nuovamente spedito al mittente le richieste americane di un maggiore incremento della produzione, fissando per maggio un aumento modesto di 430.000 barili al giorno. Ieri la Casa Bianca ha confermato il rilascio record delle sue riserve strategiche di petrolio (SPR) al ritmo di 1 milione di barili al giorno per un periodo di sei mesi, il quale coprirà circa 1/3 del calo stimato dell’offerta russa. L’utilizzo delle riserve strategiche da sole non risolverà il problema, ma certamente attenua nel breve la preoccupazione. Oggi, i paesi dell’AIE si incontreranno per discutere di possibili rilasci di riserve in altri paesi membri.  Tuttavia, tali nazioni dovrebbero focalizzarsi maggiormente sul problema strutturale del mercato del petrolio, non solamente aumentando l’offerta tramite misure di emergenza e al contempo sollevarne la domanda. 

Si infiammano nuovamente le preoccupazioni sui titoli tecnologici cinesi, dopo che la SEC ha aggiunto anche Baidu alla lista di controllo delisting. Il regolatore cinese ha risposto come i colloqui con la controparte americana restano in corso. 

Appuntamenti odierni: Mercato del lavoro americano oggi al centro dell’attenzione, con il consueto importante appuntamento mensile dei NonFarm Payrolls. Con un mercato del lavoro solido e con un’inflazione galoppante nuovi rialzi dei tassi sono ormai certi.

Mercato del lavoro solido, ma che nel futuro potrebbe evidenziare minori assunzioni con una domanda dei consumatori in netto rallentamento negli Stati Uniti 

In Europa, sono attesi i dati sull’inflazione della zona euro per il mese di marzo, con l’inflazione core che probabilmente ha accelerato oltre il 3%, aumentando così le preoccupazioni all’interno della BCE.

Summit virtuale tra Unione Europea e Cina che oggi prende il via.

CRIPTOVALUTE: Correzione del mercato delle criptovalute accompagnato dalle notizie che giungono da Strasburgo. Il Parlamento europeo ha infatti approvato le disposizioni di un disegno di legge che prende di mira i cosiddetti portafogli unhosted, con l’obiettivo di vietare le transazioni crittografiche anonime. I portafogli self-hosted sono fondamentalmente quelli che non sono detenuti da intermediari di terze parti, pensiamo a Trezor, Ledger e MetaMask (tra i piu’ popolari).

Le nuove misure potrebbero richiedere inoltre ai fornitori di servizi di crypto, come gli Exchange, di raccogliere i dati personali delle persone che effettuano transazioni superiori ai 1.000 euro di criptovalute utilizzando portafogli self-hosted prima che il trasferimento sia consentito. 

Il prossimo passo ora è che la nuova legislazione sia sottoposta a colloqui a tre tra i rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio europeo e della Commissione europea, attese per metà aprile.