Non di aiuto…

Troppe le incertezze e le preoccupazioni per essere gestite, soprattutto per una seduta caratterizzata dalla minore liquidità negli Stati Uniti per la festività del Columbus Day.

Tra i postumi sul rapporto dei posti di lavoro negli Stati Uniti di venerdì, delle nuove strette americane sulle vendite di chip verso la Cina, della decisa risposta missilistica (su infrastrutture energetiche) di Mosca verso Kiev, di un calendario ricco di appuntamenti, che trova nella lettura sul livello sull’inflazione statunitense  di giovedì il suo apice, di commenti dei membri Fed che continuano a generare incertezze (ieri la vicepresidente della Fed Lael Brainard ha sottolineato la necessità di una politica monetaria restrittiva per ridurre l’inflazione, ma ha anche sì affermato che le decisioni della Fed saranno guidate dai dati in arrivo, ovvero si continua a procedere a vista) e con i nuovi moniti del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, i quali hanno avvertito di un crescente rischio di recessione globale, i listini americani chiudono la sessione in negativo, con il Nasdaq 100 che immatricola un nuovo minimo, e quelli europei in territorio misto.

Rischi di recessione che, sebbene le varie banche centrali evitino di riportarlo all’interno dei loro scenari base, vengono ad essere stimate dai mercati. Goldman Sachs riporta come una recessione sia molto probabile, con un valore nel prossimo anno del 35% ma che dovrebbe richiedere ulteriori shock, come ad esempio quello generato dalle rinnovate pressioni al rialzo dei prezzi del greggio così come da errori di politica monetaria. JPMorgan, per voce del suo Ceo Jamie Dimon, avverte che la recessione degli Stati Uniti è probabile tra 6 e 9 mesi minacciando di scatenare “panico” nei mercati del credito e di cancellare un ulteriore 20% dal valore delle azioni statunitensi. Intanto il differenziale tra il rendimento del decennale americano e l’omologo a due anni scambia ancora in territorio negativo, mentre quello a 3 mesi ad uno scarso +0.55%.

In tale contesto non si ferma la pressione di un dollaro e di rendimenti dei Treasury in crescita.  Il rendimento del Treasury a 30 anni è salito al livello più alto dal 2014 quando le negoziazioni di titoli di stato statunitensi sono riprese dopo una pausa per il Columbus Day. Il rendimento a 10 anni è salito di circa 10 punti base al 3,98%. Rendimenti dei Treasury che continuano a dettare il ritmo sui mercati azionari. Il VIX è salito a 32 ieri e tutti i settori sono scesi, guidati dai settori ciclici e growth, più sensibili ai tassi di interesse più elevati, mentre aree difensive come i servizi pubblici ei beni di prima necessità hanno retto meglio.  I limiti dell’amministrazione Biden all’accesso della Cina alla tecnologia dei semiconduttori statunitensi hanno spazzato via oltre 240 miliardi di dollari dal valore di mercato del settore a livello globale, con performance che non si osservavano da ottobre 2008.

In Europa a tenere banco è stata soprattutto l’apertura della Germania agli Eurobond. Stando a fonti Bloomberg il cancelliere Scholz si sarebbe detto favorevole ad un debito comune dell’UE per far fronte alla crisi energetica, evitando quindi pressioni sui debiti nazionali. Una struttura simile era stata annunciata durante la fase iniziale della risposta di Covid. La proposta, qualora confermata, arriva mentre si intensifica il sostegno fiscale da parte dei governi dell’area dell’euro. Entro il 15 ottobre tutti gli Stati membri dell’UE devono consegnare alla CE i bilanci per il 2023.

In Giappone, si fatica a decifrare la strada. Dopo l’intervento a sostegno dello Yen da parte del ministro delle finanze, il premier Kishida ha oggi dichiarato in un’intervista che le aziende che trasferiscono i prezzi più alti dovrebbero anche aumentare i salari. Il governo starebbe inoltre preparando misure per sostenere le imprese in questo processo, sostenendo pienamente la politica monetaria molto allentata e l’obiettivo di rendimento della BoJ. Intanto il cambio USDJPY prosegue la sua pressione al rialzo avvicinandosi sempre di più alla soglia dei 146.

Sebbene l’inflazione/recessione resti il tema principale in questo momento, i mercati potrebbero rivolgere altrove lo sguardo, in particolare sulla stagione degli utili, con le grandi banche che daranno il via alla stagione sugli utili del terzo trimestre. Si tratterà di uno sviluppo importante, poiché la crescita degli utili è in genere un potente motore della performance del mercato a più ampio termine e ci sono alcuni elementi chiave al centro dell’attenzione. I mercati probabilmente presteranno molta attenzione ai margini di profitto nel trimestre per un’indicazione di quanto impatto provenga dall’aumento dei costi di input e del lavoro.

Seduta odierna: Continua la riunione della Banca mondiale e del FMI.

Negli Stati Uniti è attesa la pubblicazione dell’indice di ottimismo delle piccole imprese NFIB negli Stati Uniti. La pubblicazione presenta alcuni interessanti sottoindici sui piani dei prezzi e dei compensi che aggiungono informazioni sullo stato dell’inflazione e sulle pressioni del mercato del lavoro.

Nel Regno Unito cala il tasso di disoccupazione e aumentano le pressioni al rialzo sui salari, nuove pressioni quindi sul percorso di rialzo dei tassi da parte della BoE nonostante le tensioni con il nuovo governo.

Sul fronte del mondo delle criptovalute a tenere banco è soprattutto la stablecoin UST Terra Classic USD (USTC). A sostenere questo rally la proposta di Tobias Andersen per riagganciare la stablecoin, con la pubblicazione di un documento per riagganciare il Peg e quindi affrontare alcune delle sfide esistenti di fronte al protocollo.

 

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