In una giornata festiva, con le borse europee chiuse per il Primo Maggio, i listini americani hanno vissuto un vero e proprio giro sulle montagne russe. Il biglietto d’ingresso è stato staccato dalla Federal Reserve, i cui commenti, espressi da Jerome Powell, hanno tenuto gli investitori in bilico fino all’ultimo.
La sessione è iniziata con incertezza, con il principale indice americano S&P 500 che si è mosso in territorio piatto, tendente al ribasso, a causa delle preoccupazioni sollevate dalla conferenza stampa del FOMC. L’inquietudine degli investitori è stata acuita dalla pubblicazione del rapporto ADP, che ha mostrato un incremento dell’occupazione ad aprile superiore alle attese, un chiaro segnale di robustezza del mercato del lavoro americano, in una giornata probabilmente non proprio ideale. Questo dato rafforza infatti la posizione della Fed di mantenere i tassi di interesse elevati, una mossa interpretata come un freno a eventuali tagli futuri. In aggiunta, l’inaspettato aumento dell’indice dei prezzi ISM pagati ad aprile ha evidenziato persistenti pressioni inflazionistiche, spingendo la Fed verso una politica monetaria più aggressiva.
Tuttavia, il clou della giornata è stata l’attesa riunione della Fed, nella quale la banca centrale ha mantenuto invariato il tasso dei fondi federali, al suo livello più alto degli ultimi 23 anni. Nonostante la mancanza di progressi futuri nella riduzione dell’inflazione al target del 2%, la Fed ha anche annunciato un rallentamento nella riduzione del suo bilancio, passando da 60 a 25 miliardi di dollari di obbligazioni in scadenza. Una mossa che potrebbe rappresentare un necessario precursore a qualsiasi futuro taglio dei tassi di interesse, ma non garantisce che tali riduzioni avverranno nel breve termine. Allo stesso tempo, probabilmente non sarebbe stato effettuato se la Fed stesse pensando ancora di alzare i tassi d’interesse. E proprio questo dubbio è stato sciolto nel corso della conferenza stampa, alimentando il rally iniziale, dopo una reazione inizialmente tiepida del mercato.
Jerome Powell, nel corso del suo intervento, ha infatti escluso ulteriori aumenti dei tassi. Sottolineando l’attuale adeguatezza del livello di restrizione monetaria, il numero uno della Fed ha citato i recenti dati sull’occupazione come prova che le condizioni del mercato del lavoro potrebbero iniziare a distendersi, aggiungendo che è improbabile che il prossimo movimento nel tasso di riferimento sia un aumento.
No Stag, no flation: Powell ha gettato acqua sul concetto di stagflazione, affermando di non essere sicuro del motivo per cui si parla di crescita del PIL reale del 3% e di inflazione del 3%.
“I guess I would say I was around for stagflation and it was, you know, 10 percent unemployment; it was high-single-digits inflation. Right now we have – and very slow growth. So right now we have 3 percent growth, which is, you know, pretty solid growth, I would say, by any measure, and we have inflation running under 3 percent. So I don’t really understand where that’s coming from.”
Questo passaggio chiarisce che, secondo Powell, l’attuale scenario economico non riflette le condizioni di una vera stagflazione, caratterizzata storicamente da elevata disoccupazione, alta inflazione e crescita economica stagnante o negativa. Sottolinea che con una crescita del PIL del 3% e un’inflazione sotto il 3%, le condizioni attuali sono lontane da quelle di una stagflazione, ridimensionando così le preoccupazioni e le narrative più pessimistiche che circolano.
Riguardo all’imminenza delle elezioni di novembre e l’impatto su eventuali cambiamenti nei tassi, Powell ha chiarito che la Fed agisce in modo apolitico e non considera le elezioni nelle sue decisioni politiche: “We’re always going to do what we think the right thing for the economy is when we come to that consensus view that it’s the right thing to do for the economy. That’s our record. That’s what we do. We’re not looking at anything else.”
Ha ribadito che la Fed è indipendente da considerazioni politiche e si concentra esclusivamente sui dati economici e sul loro impatto: “It’s hard enough to get the economics right here. These are difficult things. And if we were to take on a whole ‘nother set of factors and use that as a new filter, it would reduce the likelihood we’d actually get the economics right.”
Passaggi che mostrano come la Federal Reserve mantenga un approccio cautamente ottimista riguardo alle politiche monetarie attuali, enfatizzando la necessità di una maggiore sicurezza sull’inflazione prima di considerare ulteriori tagli dei tassi. Allo stesso tempo, Powell assicura che le decisioni della Fed sono completamente scollegate da qualsiasi evento politico, inclusi le elezioni imminenti. Commenti politici lasciati ai lettori, in una America sempre più polarizzata.
Mercoledì i risultati sugli utili societari sono stati contrastanti. Sul lato negativo, CVS Health Corp ha chiuso in calo di oltre il -16% dopo aver riportato un utile per azione rettificato del primo trimestre più debole del previsto e aver tagliato le previsioni sull’EPS rettificato per l’intero anno. Inoltre, Starbucks ha chiuso con un calo di oltre il -15%, la sua quarta peggiore seduta giornaliera di sempre nonché la sua peggior reazione agli utili degli ultimi quattro anni, dopo quella di Aprile 2000, bruciando circa 16 miliardi di capitalizzazione. A preoccupare gli investitori le revisioni per un calo inaspettato delle vendite comparabili del secondo trimestre. Anche Super Micro Computer, protagonista di questo 2024, ha chiuso con un calo di oltre il -14% dopo aver riportato vendite nette del terzo trimestre inferiori alle attese.
Oggi il panorama degli utili aziendali presenta appuntamenti significativi, soprattutto in Europa, dove spicca Novo Nordisk, una delle protagoniste del settore farmaceutico. Questa azienda, leader indiscusso nel mercato dei farmaci antiobesità, rappresenta anche la prima azienda europea per capitalizzazione di mercato, valutata circa 578 miliardi di dollari, posizionandosi undicesima a livello mondiale e superando persino giganti come Tesla. Nel corso del 2023 ha visto aumentare le vendite di suoi farmaci contro il diabete del 24% e quelli destinati al trattamento dell’obesità del 147%, con i suoi due farmaci Ozempic e Wegovy che incidono per circa il 55% del suo giro di affari complessivo.
Negli Stati Uniti, l’attenzione degli investitori è focalizzata principalmente su due colossi aziendali nelle loro rispettive aree: Linde e Apple. Linde, una delle principali aziende nel settore dei gas industriali, ha un impatto significativo sull’ETF XLB, con una influenza approssimativa del 21%. Questo la rende un componente chiave per gli investitori che monitorano questo particolare settore dell’industria chimica e dei materiali.
D’altra parte, Apple, che si posiziona come la seconda azienda al mondo per capitalizzazione di mercato, ha registrato un calo del 12% da inizio anno, risultato che ha suscitato la delusione di molti investitori. Questo declino è particolarmente marcato se confrontato con il successo di Nvidia, che ha guidato il gruppo delle Magnifiche 7 con un impressionante aumento del 67%. Inoltre, il rendimento medio delle Magnifiche 7 è del 13.25%, evidenziando ulteriormente il divario tra Apple e i suoi concorrenti.