Mercati sui supporti. Lagarde non convince

Ieri era la giornata di Christine Lagarde, con la riunione di politica monetaria della BCE. I miglioramenti sul fronte economico escludevano ulteriori misure di stimolo per il momento, ma gli investitori speravano che il Presidente della BCE almeno tentasse di rallentare la corsa dell’euro, ma ciò non è accaduto. Al contempo, affrontare il tema di un eccessivo apprezzamento dell’euro e, al contempo, affermare chiaramente che la BCE non ha intenzione di definire un livello target per la valuta dell’eurozona, non è un elemento rassicurante per un’economia basata sulle esportazioni come quella europea. 

Sul piano generale, da un lato un Euro più forte potrebbe, potenzialmente, indebolire la ripresa economica nell’eurozona ed ampliare la divergenza tra l’andamento economico di Europa e Stati Uniti; dall’altro lato, un dollaro più debole ha un effetto reflattivo su azioni e materie prime. Alla luce di ciò, non tutto il male potrebbe venire per nuocere.

Di conseguenza, gli indici azionari si sono mossi lateralmente, sia in Europa che negli Stati Uniti. Sul piano tecnico, la tenuta di alcuni livelli di prezzo degli indici azionari su S&P500 (3.350), Nasdaq100 (11.000) e GER30 (13.000) rappresenta un buon segnale di tenuta del sentiment, dopo la correzione delle ultime sedute. 

A Wall Street, l’azionario Usa ieri si è mosso in modo altalenante, con una domanda sui titoli tech e le speranze di ulteriori aiuti governativi anti-coronavirus che hanno relegato in secondo piano i dati macro che hanno messo in luce un rimbalzo instabile. A offrire la spinta maggiore all’S&P500 e al Nasdaq ieri sono stati i pesi massimi: Amazon, Microsoft e Facebook. Anche il Vix, l’indice della volatilità, è sceso ulteriormente da un massimo di quasi tre mesi segnato all’inizio di Settembre. 

La seduta asiatica questa notte si è chiusa senza particolari spunti, in un quadro dove prosegue il repricing dei titoli tecnologici, spinto dalle aspettative di ulteriori round di stimoli fiscali, alla luce della ripresa del numero di contagi su scala globale.

Oggi il calendario macroeconomico non offre particolari spunti, con la sola eccezione del dato sull’inflazione negli Stati Uniti

TECHNICALS IN FOCUS

GOLD

Sul timeframe H4, il quadro tecnico del Gold mostra una fase di distribuzione, dopo il rialzo oltre i $2.000. La tenuta di area $1.900 conferisce un impostazione costruttiva allo strumento. La rottura di area $1.965 proietterebbe il Gold verso area $2.000, $2.015 e $2.050. Diversamente, un indebolimento del quadro tecnico ed il cedimento sotto $1.900 proietterebbe il gold verso $1.860 e $1.820. La rottura dei livelli identificati dovrebbe avvenire con volatilità, a conferma della sensibilità dei livelli di prezzo identificati.

FUNDAMENTALS IN FOCUS

W.P. Carey (WPC): alla ricerca di rendimenti nel real estate USA

Come sottolineato in passato, a commento delle scelte recenti della Fed in materia d’inflazione, e nella prospettiva di tassi d’interesse bassi per un esteso periodo di tempo, riteniamo che uno dei maggiori beneficiari potrebbe essere il settore immobiliare. In particolare, l’immobiliare USA sta mostrando importanti segnali di tenuta rispetto all’attuale quadro economico. 

W.P.Carey è un REIT focalizzato sullo sviluppo e gestione di immobili commerciali, operante in due segmenti: l’acquisto di proprietà immobiliari e la gestione degli investimenti. Il REIT gestisce più di 1.200 proprietà a singoli locatari, negli Stati Uniti e nell’Europa settentrionale.

Fonte: Presentazione gli investitori

W.P.Carey ha riportato i risultati del secondo trimestre il 31 luglio scorso. Il fondo ha riportato un calo dei ricavi del 5% su base annua, a 291 milioni di dollari, con i flussi di cassa operativi arrivati a $1,14 per azione, ovvero $0,05 in più rispetto alle stime degli analisti. Tuttavia, i flussi di cassa operativi per azione sono diminuiti allo stesso trimestre dell’anno precedente, con un calo del 7%.

La società aveva precedentemente annullato la sua guidance per il 2020, per via della crisi del coronavirus ed il suo impatto. Finora tuttavia la società sta resistendo bene alle difficoltà, in quanto la flessione dei flussi di cassa operativi è stata lieve durante il secondo trimestre, mentre il primo trimestre è stato migliore rispetto all’anno precedente. La riscossione degli affitti è arrivata al 98% per Luglio, motivo per cui si ritiene che Q3 e Q4 potrebbero tornare ad essere in linea con i livelli pre-crisi.

W.P. Carey ha generato una crescita dei i flussi di cassa operativi per azione del 6% all’anno, tra il 2009 e il 2019, con un tasso di crescita molto solido per un fondo di investimento immobiliare, che di solito evidenziano livelli di crescita più bassi. La società inoltre investe continuamente i suoi utili in nuove proprietà: dal 2012 il REIT ha investito più di 10 miliardi di dollari in nuove attività acquistando interi REIT, singoli asset o portafogli interi. La società può inoltre accedere ai mercati del debito a tassi favorevoli, il che riduce il costo complessivo del capitale, il che consente quindi di migliorare ulteriormente il profilo di rendimento dell’investimento.

La società ha aumentato il suo dividendo regolarmente durante l’ultimo decennio, senza un taglio dei dividendi od un congelamento degli stessi in questo lasso di tempo. Il payout ratio è alto, ma è del tutto normale per un REIT, che solitamente paga circa l’80% dei suoi flussi di cassa operativi in dividendi. Ad oggi il dividend yield annuale è vicino al 6% e appare sostenibile, soprattutto perché la società non ha avuto problemi a finanziarlo durante le fasi di recessione precedenti.

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