Mercati in evoluzione: Tendenza al rialzo, fluttuazioni del petrolio e l’ottimismo della Cina

Nonostante una settimana cruciale per il proseguimento del rally azionario, gli investitori hanno risposto in modo deciso, effettuando nuove operazioni e abbandonando la posizione errata di sottopeso. Tutto ciò avviene senza notizie rilevanti che giustifichino gli acquisti di ieri, anche se l’assenza di notizie negative ha la sua importanza. Alcuni potrebbero aver temuto di perdersi il rally o di giustificare rendimenti inferiori al benchmark, ma queste motivazioni iniziali non sono esaustive. La tendenza al rialzo del mercato nel 2023, inizialmente circoscritta a pochi titoli, sta vivendo un aumento della partecipazione e c’è la possibilità che la crescita del mercato continui, qualora non si dovessero verificare dati occupazionali significativamente più deboli (evitando così che i mercati temano una recessione) o l’emergere di una nuova minaccia rilevante.

Da notare che l’S&P 500 ha segnato un nuovo massimo delle ultime 52 settimane ieri, alimentando l’ottimismo degli operatori. Dal 1927, quando il mercato ha superato i massimi di 52 settimane per la prima volta in un anno, l’S&P 500 è salito l’86% delle volte (18 su 21) nell’anno successivo. In altre parole, quando il mercato raggiunge i massimi annuali dopo un periodo in cui non li ha raggiunti, la tendenza è quella di continuare a salire. Con un’inflazione prevista in calo (salvo sorprese odierne) e le banche centrali pronte a una pausa, aumentano i fattori di supporto per l’assunzione di rischio.

Nonostante l’ottimismo dei mercati, i prezzi del petrolio sono stati colpiti da un significativo sell-off. La decisione unilaterale dell’Arabia Saudita e i suoi avvertimenti ai venditori allo scoperto non sembrano aver sortito l’effetto desiderato, con i prezzi del petrolio WTI che si aggirano intorno ai 67 dollari al barile, inferiori a quelli del 5 giugno. La continua vendita di riserve strategiche statunitensi, insieme alle speculazioni (anche se smentite dalle parti coinvolte) su un possibile accordo tra Stati Uniti e Iran, potrebbe essere uno dei fattori che attualmente deprime i prezzi del petrolio, mentre si attendono notizie sulla ripresa economica in Cina.

Cina oggi protagonista sui mercati asiatici, con ripercussioni positive attese in Occidente, dopo che la Banca Popolare Cinese (PBoC) ha abbassato il tasso di repo a sette giorni di 10 punti base all’1,9%, la prima riduzione del tasso dall’agosto 2022. In attesa della prossima decisione di giovedì sul tasso dei prestiti ad un anno, prevale l’ottimismo con il messaggio della PBoC che viene ad essere interpretato come un chiaro segnale di possibili interventi delle autorità a sostenere l’economia di Pechino, dopo le deludenti rilevazioni economiche.

In Italia, nella seduta di ieri, si è assistito alla morte di Silvio Berlusconi, il Presidente del Consiglio con il mandato più lungo della storia repubblicana, durato 3339 giorni. Questo ha generato speculazioni su una possibile riorganizzazione del governo che hanno immediatamente influenzato al rialzo MFE (ex Mediaset), mentre gli altri gioielli della holding, come Mondadori e Mediolanum, hanno registrato una minore volatilità. Passaggi generazionali che si osservano anche negli Stati Uniti, come nel caso di George Soros, 92 anni, che sta trasferendo il suo impero da 25 miliardi di dollari al figlio.

 

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