Gli Stati Uniti riescono ad invertire la tendenza, chiudendo in territorio positivo, grazie soprattutto all’apporto del settore tecnologico. Chiusura al rialzo che interrompe finalmente quella serie negativa che da venerdì scorso, ininterrottamente, affliggeva i principali indici americani.
In una giornata priva di importanti pubblicazioni macroeconomiche i mercati hanno posto la loro attenzione sul mondo del lavoro americano. Sebbene le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione iniziali siano salite di +4.000 unità, come da attese, a generare maggior fervore sono state le letture sulle richieste settimanali continue, aumentate di +62.000 unità, in rialzo per l’ottava settimana consecutiva e raggiungendo il massimo da 9 mesi e mezzo a 1,671 milioni. Lettura che evidenzia come il mercato si stia gradualmente raffreddando e che gli americani che perdono il lavoro hanno più difficoltà a trovarne uno nuovo.
In Europa la presidente della Bce Christine Lagarde, nell’apertura alla conferenza dell’European Systemic Risk Board (ESRB), ha riportato come l’ambiente instabile dovuto a diversi shock come guerra in Ucraina, pandemia e crisi energetica, stia ponendo rischi notevoli alla stabilità finanziaria europea. La soluzione è sempre la stessa, con la politica monetaria che si sta adeguando per garantire che l’inflazione elevata non si consolidi e che l’inflazione torni al 2% nel medio termine.
Intanto ieri la Federal Trade Commission (FTC) statunitense starebbe cercando di bloccare l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft riportando preoccupazioni sul fronte della concorrenza. Infatti, stando alla FTC, il legame tra il produttore di Xbox e il popolare editor di videogiochi potrebbe danneggiare altri operatori del mercato, limitando l’accesso dei rivali ai giochi più importanti dell’azienda. La transazione trasformerebbe Microsoft nella terza società di giochi, dietro a Tencent Holdings Ltd. e Sony Group Corp.
Oggi l’attenzione sarà posta sulla lettura dell’Università del Michigan, che si concentra sulle aspettative di inflazione. Sempre in tema, sarà pubblicato anche l’indice dei prezzi alla produzione statunitense. Con le pressioni al ribasso sulle commodities e con il rapporto tra l’indice CRB e i treasury bond a confermare tali minori pressioni inflazionistiche ci si aspetta ora la sua conferma.
Nell’area dell’euro, l’attenzione sarà invece rivolta all’opzione di rimborso anticipato del TLTRO.
Intanto in Cina l’inflazione a novembre scende all’1,6% a/a dal 2,1% del mese precedente, in linea con il consenso del mercato. Si è trattato del dato più basso da marzo, soprattutto a causa di un forte rallentamento del costo dei generi alimentari. Letture che pongono la Cina in una situazione di vantaggio, consentendo alla politica monetaria spazio per poter supportare le incertezze economiche (effetti lockdown e rischi immobiliari) senza doversi eccessivamente preoccupare dei danni inflazionistici.
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