Ieri, i mercati globali hanno segnato un modesto incremento, ma con notevoli disparità a livello regionale e settoriale. In Europa, tutti i principali indici di borsa hanno chiuso in territorio negativo, mentre negli Stati Uniti i mercati hanno chiuso vicino alla parità. Due elementi chiave hanno guidato questa tendenza: l’incremento dei rendimenti, soprattutto nella parte più lunga della curva, e l’ascesa dei prezzi del petrolio. Il settore energetico ha brillato, una mossa prevedibile dati i recenti sviluppi.
È stata la quinta sessione consecutiva di vendite per lo STOXX 600, così come per i principali listini di Milano, Francoforte, Madrid e Parigi. Le preoccupazioni principali riguardano il potenziale prolungamento dei tassi di interesse elevati, una preoccupazione ribadita ieri dal membro della BCE Elderson, il quale ha dichiarato che i tassi di interesse potrebbero non aver ancora raggiunto il loro massimo, nonostante la BCE abbia aumentato i tassi per la decima volta consecutiva questo mese. A tale apprensione si unisce inoltre la continua incertezza legata al rallentamento della crescita economica in Cina.
Questi venti contrari si sono sommati a pressioni locali, come l’andamento dello Spread in Italia, in attesa della pubblicazione del Nadef (pubblicato ieri sera), e la mancanza di un governo in Spagna. Il leader del Partito Popolare Spagnolo, Alberto Núñez Feijóo, non è riuscito a ottenere il sostegno sufficiente nel parlamento spagnolo per essere nominato primo ministro. Inoltre, sono emersi cali negli indicatori nazionali: il morale dei consumatori francesi ha toccato il minimo degli ultimi 4 mesi, e la disoccupazione ha registrato il maggiore aumento dal periodo critico causato dalla pandemia. In Germania, la fiducia dei consumatori si è indebolita più del previsto, a causa dell’alto tasso di inflazione, portando la propensione al risparmio al livello più alto dal 2011. Tutti questi fattori si sommano agli effetti della politica monetaria restrittiva in corso. La BCE ha recentemente pubblicato dati sull’andamento monetario nell’area euro, evidenziando la continua contrazione monetaria. I prestiti bancari alle famiglie sono aumentati solo dell’1% su base annua nell’agosto 2023, il livello più basso dallo stesso mese del 2015, a causa del costante rallentamento della domanda di credito. Inoltre, la crescita dei prestiti alle imprese ha subito un brusco rallentamento all’0,6%, segnando il livello più basso da dicembre 2015. La crescita complessiva del credito al settore privato, che comprende sia le famiglie che le società non finanziarie, è scesa all’0,6% ad agosto, il ritmo più debole da settembre 2015. Un quadro generale coerente nella trasmissione efficace delle politiche economiche che potrebbe costituire un argomento convincente per non intraprendere ulteriori azioni di rialzo dei tassi in questo momento.
Negli Stati Uniti, i mercati sono stati soggetti a pressioni in seguito a una sessione europea debole e al rinnovato aumento dei rendimenti dei Treasury. Inoltre, la situazione di stallo a Washington sta influenzando negativamente le azioni. Tuttavia, i titoli hanno ricevuto un inaspettato supporto dai commenti accomodanti del presidente della Fed di Minneapolis, Kashkari. Kashkari ha dichiarato che lo shutdown del governo e il protrarsi dello sciopero dell’auto potrebbero far rallentare da sole l’economia, richiedendo una minore azione da parte della Fed in termini di politica monetaria.
Oggi l’Italia è al centro dell’attenzione dei mercati dopo la pubblicazione della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) ieri sera. Le revisioni apportate hanno ridotto le previsioni economiche e hanno portato il deficit a un livello più elevato. Per essere precisi, il deficit previsto per il 2023 è stato fissato al 5,3% del PIL, mentre il governo ha aumentato l’obiettivo di disavanzo per il 2024 al 4,3% del PIL, rispetto al precedente 3,7%. Inoltre, le prospettive di crescita economica sono state riviste al ribasso, con una stima di crescita del PIL italiano pari all’0,8% per quest’anno, in calo rispetto all’1% previsto in precedenza. La coalizione di destra guidata da Giorgia Meloni affronta ora una sfida delicata nella preparazione del bilancio. Deve trovare un equilibrio tra la necessità di rassicurare i mercati globali, dimostrando un impegno per la disciplina fiscale, e il desiderio di mantenere le promesse elettorali di tagli fiscali. Inoltre, l’Italia si trova di fronte al mancato rispetto del limite del 3% di deficit imposto dalle regole europee, con previsioni che indicano un deficit al 4,3%, 3,6% e 2,9% nei prossimi tre anni, mettendo Roma sotto pressione politica da parte di Bruxelles. Nonostante ciò, il mercato sembra aver risposto positivamente, con lo Spread in lieve calo.
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