Madame “dovish”, Christine Lagarde, sostiene i mercati

Come noto, quella di ieri era attesa essere la seduta più significativa della settimana, con gli investitori che erano in attesa di conoscere tanto il dato sul CPI americano, che ricordiamo tuttavia non rappresentare il primo indice di riferimento per le proiezioni sull’inflazione da parte della Fed, quanto le decisioni di politica monetaria della BCE. 

Sul primo fronte, Christine Lagarde, in linea con la maggioranza dei banchieri centrali, è rimasta coerente con la visione dell’inflazione come di fenomeno “temporaneo” e tanto i dati economici passati quanto le proiezioni macroeconomiche della BCE restituiscono uno scenario futuro in linea con questo quadro di fondo. La BCE stima infatti un inflazione al di sotto della soglia del 2% nei prossimi 3 anni, e in discesa fino all’1,5% nel triennio, mentre le stime del PIL sono state riviste decisamente al rialzo. 

In un simile quadro di fondo, si deduce che la maggior parte della crescita nei prossimi anni dovrebbe essere generata da investimenti, sia privati che pubblici, mentre i consumi dovrebbero rimanere relativamente deboli rispetto al resto della ricchezza aggregata. Su queste premesse, la conclusione è l’inflazione nell’eurozona non dovrebbe rappresentare un problema per il prossimo futuro. In questo senso, in attesa della riunione della Fed della prossima settimana, possiamo certamente oggi definire Christine Lagard la più accomodante tra i banchieri centrali. 

L’altro dato in attesa era il l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, che ha evidenziato una crescita dell’indice dei prezzi al consumo dello 0,6% lo scorso mese, dopo il rialzo dello 0,8% ad Aprile. Su base annua l’inflazione è salita del 5,0%, la crescita più marcata da Agosto del 2008. 

Sul piano della reazione dei mercati, è interessante notare come il Treasury USA a 10 anni, dopo un iniziale rialzo sopra l’1,5%, ieri ha chiuso intorno all’1,46%, a conferma di come gli investitori oggi siano solo marginalmente preoccupati da un rialzo generalizzato dei prezzi. Parimenti, ieri l’S&P500 ha registrato nuovi massimi storici, su base intraday, mentre il Nasdaq è stato l’indice che ha sperimentato il rialzo più significativo, chiudendo in rialzo di poco meno di un punto percentuale. 

L’attenzione ora si sposta sul meeting della Federal Reserve della prossima settimana, dal quale dovrebbero emergere ulteriori indizi sulle intenzioni della banca centrale USA circa ad eventuali piani di c.d. “tapering”, ossia di riduzione dello stimolo monetario.

TECHNICALS IN FOCUS

AMZN

Da alcune settimane Amazon sta evidenziando segnali di accumulazione e di tenuta dei prezzi intorno al supporto di area $3.210, dove si incrociano la MM a 50 e 200 giorni. La giornata di ieri ha fornito un impulso rialzista che ha spinto il titolo in area $3.350, con la prossima area in focus che è in area $3.540, in concomitanza con i massimi storici del titolo. Considerando la prolungata lateralità nella quale si trova il titolo, un eventuale rottura dei massimi storici potrebbe proiettare AMZN verso livelli di prezzo più ambiziosi dei massimi storici. Sul piano della gestione della posizione, un eventuale ritracciamento sotto area $3.100 riporterebbe il titolo nel quadro tecnico precedente a questo tentativo di rialzo in breakout.

BTC

Se comparato con il quadro tecnico di Cardano e Ethereum, BTC resta la cripto con l’impostazione più interessante in questa fase. Il triplo minimo in area $30.000 ha tenuto, l’RSI mostra crescente pressione rialzista e l’ADX evidenzia forza direzionale. Tuttavia, è vero che BTC ha come prima resistenza l’area compresa tra $42.000 e $45.000, prima di un ulteriore test dei $50.000. Tuttavia, allo stato attuale il quadro resta costruttivo e le possibilità di un ulteriore discesa dei prezzi sono più contenute rispetto ad alcune sedute fa. Solo una rottura al ribasso di $30.000 cambierebbe significativamente l’attuale stato di cose.

Il contenuto di questa newsletter è di natura informativa ed educativa e non può essere considerata come attività di consulenza finanziaria né come raccomandazione all’investimento.

Performance passate non sono indicative di performance future. Il trading è rischioso e si raccomanda di rischiare solo il capitale che si è disposti a perdere.

Il prezzo delle cryptovalute può variare significativamente e non sono adeguate per tutti gli investitori. Il trading sulle cryptovalute non è supervisionato da alcun quadro regolatorio dell’Unione Europea.