Lunedi nero sui mercati

In una giornata priva di importanti pubblicazioni a prendere il sopravvento è stata nuovamente la paura. Paura che evidenzia una preoccupazione generalizzata, in attesa del dato sul livello di inflazione statunitense, previsto per domani. Lettura, quest’ultima, la quale rappresenterà il vero test sull’affidabilità delle parole della Fed. Fiducia, che non è data per scontata, dopo aver definito “transitoria” l’inflazione lo scorso anno.

Si naviga quindi a vista, con qualsiasi preoccupazione che genera nervosismo e vendite sui mercati. Il discorso di Putin, alla parata della Vittoria, non ha riportato l’attesa dichiarazione di guerra, ma neanche di pace, e l’impatto sui mercati è stato minimo se non sul settore delle armi.. A tal riguardo ricordo come gli Stati Uniti sono in attesa dell’approvazione del Congresso di $33 miliardi di aiuti per l’Ucraina, di cui $20 sono per aiuti militari.  Inflazione, altro tema importante, che ieri non sembra aver registrato un incremento delle preoccupazioni, anzi il 5-Year, 5-Year Forward statunitense è sceso di quasi il 2,4%.

A sostenere la discesa, il calo dei prezzi energetici, con il petrolio statunitense in diminuzione di oltre il 6% nella seduta di lunedì. Proprio il calo del petrolio potrebbe aver rappresentato il termometro del nervosismo del mercato, evidenziando non tanto timori inflazionistici ma soprattutto minacce alla crescita mondiale, dopo che l’export cinese ha rilevato rallentamenti ad aprile e il lockdown a Shanghai non sembra voler giungere al termine. Nel frattempo, i membri dell’UE continuano a discutere per concordare una proposta di embargo sul petrolio russo, con il rischio di un annacquamento del pacchetto proposto per accogliere le richieste di esenzioni e concessioni degli stati dell’Europa orientale: Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.

Vendite diffuse sulle principali piazze finanziarie, sia asiatiche, europee che americane, con il Nasdaq ai livelli più bassi dal 20 novembre, dopo un sell-off di oltre l’8% nelle ultime tre sessioni.

Peggio Bitcoin, sceso del 20%, nello stesso periodo. Il supporto dei $30.000 sembra aver tenuto per il momento, offrendo una boccata di ossigeno ai suoi possessori. Tuttavia, la percentuale di indirizzi in guadagno su tali livelli è passata al 46,54%

mentre nel range tra i $26,897.95 – $36,470.64, tale percentuale si ferma a solamente il 13%.

Giornata odierna che vedrà la lettura in Italia sulla produzione industriale, attesa in calo a marzo al -1,9%, ma soprattutto l’indicatore del sentiment tedesco ZEW. Sebbene le attese siano per un ulteriore calo, un eventuale rimbalzo dai livelli depressi di aprile offrirebbe un segnale positivo che l’economia tedesca non sia ancora diretta verso la recessione. Negli Stati Uniti terranno soprattutto banco i diversi discorsi dei membri FOMC (Williams, Bostic, Kashkari, Waller e Mester) con gli investitori a caccia di indizi su un rialzo a giugno di 50 o 75 pb.

Giornata odierna che vedrà protagoniste le pubblicazioni dei conti per Sony, Nintendo, Sysco Corporation, Li Auto, Unity Software, Roblox, Coinbase, Electronic Arts, Fox, Norwegian Cruise Line, Occidental Petroleum, Peloton, Warner Music, Bayer, Munich Re e Porsche, per citarne alcuni.

In Italia riflettori puntati su Finecobank, Banca Mediolanum, Pirelli, e Salvatore Ferragamo.

 

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