L’Opec delude ma non fa affondare i mercati

Dopo due giornate al ribasso l’Europa inverte la direzione. Milano chiude con un +0,59%, nonostante i bassi volumi per festività, Francoforte +1,02%, Parigi +1,31% e l’EuroStoxx 600 +0,66%. Londra chiusa (come oggi) per il Giubileo di Platino della Regina.

In Italia vola Moncler +3,05%, grazie alle riaperture della Cina dal lockdown, mentre nella parte bassa della classifica troviamo Saipem, in attesa dei dettagli dell’annunciato aumento di capitale, nonché le utilities.

Rialzi archiviati nonostante le pubblicazioni abbiano rivelato che i prezzi alla produzione della zona euro siano aumentati ad aprile, ad un ritmo annuo record del 37,2%, rispetto al 36,9% del mese precedente. Segno del persistere delle pressioni inflazionistiche ma anche di un rallentamento: con il dato inferiore alle attese, fissate al 38,5%, e soprattutto con la crescita mensili in notevole calo attestandosi ad un +1,2% (rispetto ad un +5,3% di marzo).

Petrolio sempre protagonista sui mercati. Alla 29° riunione ministeriale Opec+ il cartello ha deciso di ascoltare le richieste statunitensi affermando l’aumento per luglio della sua produzione di 648 mila barili al giorno, rispetto ai pianificati 432 mila. Un rialzo del 50%, il quale anticipa l’aumento previsto per settembre dividendolo equamente tra luglio e agosto (648 di luglio = 432 previsti di luglio + 432/2 di settembre). Decisione che trova i ringraziamenti pubblici da parte degli Stati Uniti, per voce della responsabile dei rapporti con la stampa, Karine Jean-Pierre, la quale in un tweet riconosce il ruolo dell’Arabia Saudita e degli sforzi degli Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Iraq, nonché della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Se la politica ringrazia, il mercato disapprova, con il prezzo del greggio salito dalla sua pubblicazione di oltre 4 punti percentuali a fine seduta.

 Mercati che si aspettavano un rialzo maggiore o perfino la sospensione della partecipazione russa al sistema delle quote – la quale rappresenta ¼ di quella complessive e pari alla stessa saudita. Con il nuovo accordo la Russia dovrebbe aumentare la produzione di 170 mila barili al giorno, tanto quanto Riyadh, il che rappresenta un target eccessivamente ambizioso, visto che la sua produzione è già scesa bruscamente in aprile. Inoltre, da mesi, molti dei membri del cartello non riescono a produrre secondo le proprie quote, evidenziando dubbi sulla reale capacità di aumento dell’offerta di barile sui mercati. Se a questo dovessimo aggiungere la riapertura cinese, e quindi un rimbalzo della domanda, e l’approvato sesto pacchetto di sanzioni europee contro la Russia il mercato evidenzia sempre le stesse tese condizioni.

L’effetto petrolio ha per fortuna generato momentanee vendite sui principali indizi statunitensi, così come l’allarme denunciato da Microsoft sul rovescio della medaglia di un dollaro eccessivamente forte, il quale starebbe danneggiando le esportazioni. La società di Redmond ha così rivisto al ribasso le previsioni per il suo quarto trimestre fiscale. Se a queste cattive notizie dovessimo aggiungere i commenti della Fed, per voce della sua vicepresidente Lael Brainard, secondo la quale sarebbero ragionevoli le aspettative di mercato (rialzo nelle prossime riunioni di 50pb) e molto difficile una pausa dei rialzi per settembre (come precedentemente trapelato dalle parole di un altro esponente della Banca centrale Usa, Raphael Bostic); nonché gli allarmi profetizzati dal numero uno di JP Morgan la chiusura al rialzo di Wall Street (S&P 500 +1,84% e Nasdaq +2,69%) evidenzia qualcosa di straordinario, con dieci degli 11 principali settori in verde, con quello dei beni di consumo discrezionale in rialzo del  3,02% e unico settore al ribasso l’energetico con un modesto -0,3%.

I dati odierni sull’occupazione negli Stati Uniti offriranno ulteriori indizi su fino a che punto la Fed possa inasprire la politica monetaria per frenare gli aumenti inflazionistici. Dati positivi, di un solido mercato del lavoro, potrebbe dare luce verde ad una possibile azione più aggressiva. Gli economisti intervistati da Reuters si aspettano che i datori di lavoro nella più grande economia del mondo abbiano aggiunto 325.000 nuovi posti di lavoro a maggio, rispetto ai 428.000 di aprile.

Criptovalute: Il mondo delle criptovalute inizia sempre di più a soffrire delle stesse problematiche che percuotono il mondo reale, della quale voleva rappresentare la cura. Dopo aver assistito agli attacchi al Peg, vedi il caso Terra/UST (come, ad esempio, nel mondo reale con Soros nei confronti della lira italiana) negli ultimi giorni collezioniamo la prima accusa di insider trading che coinvolge il mondo NFT.

I pubblici ministeri statunitensi hanno infatti accusato un ex dipendente di OpenSea, Nate Chastain (31 anni), l’ex capo del prodotto di OpenSea, di aver abusato di informazioni riservate per acquistare circa 45 NFT prima della loro pubblicazione sul portale.  Chastain, che è stato arrestato a New York, ha utilizzato conti OpenSea anonimi e ha trasferito i suoi fondi attraverso diversi altri conti in criptovaluta per nascondere il suo coinvolgimento.

Mentre l’attenzione potrebbe essere riposta sul lato negativo, ovvero della frode e dell’utilizzo del mondo virtuale per scopi non leciti, c’è da soffermarsi come la trasparenza della blockchain abbiano permesso di tracciare i movimenti.

Basti pensare che la presunta attività di Chastain è stata perfino portata alla luce, per la prima volta, da un utente di Twitter, il quale ha tracciato i dati delle transazioni pubblicamente disponibili sulla blockchain di Ethereum.

A conferma della sempre maggiore penetrazione del mondo criptovalute, oggi al Festival dell’Economia di Trento sarà discusso il tema “Criptovalute, monete tradizionali e autorità di controllo: regole esistenti, realtà del mercato e regole auspicabili” con la partecipazione del Presidente Consob Paolo Savona e della professoressa Marina Brogi nonché sul tema “Criptovalute: Bolla o moneta del futuro?” con l’intervento di Corrado Passera fondatore, Ad Illimity.