Listini americani senza direzione in una giornata priva di molti listini occidentali

In una giornata priva di molti listini occidentali, chiusi per la festa del Primo Maggio, i listini americani faticano a trovare una direzione, fluttuando intorno alla parità.

Dopo un iniziale partenza positiva i principali indici statunitensi hanno ceduto i guadagni iniziali e si sono assestati leggermente al di sotto, con il rendimento del decennale americano che invece ha puntato verso l’alto con un aumento di quasi 14 punti base.

La settimana si apre con il settore bancario americano nuovamente in prima pagina sui giornali, dopo che First Republic Bank è stata chiusa dalle autorità di regolamentazione statunitensi, la FDIC, e acquistata da JP Morgan.  Il fallimento della quattordicesima banca più grande degli Stati Uniti, con un patrimonio di 233 miliardi di dollari, è il più grande finora e il secondo nella storia delle banche retail americane (dove non viene ad essere conteggiata nella classificazione Lehman Brothers). JPMorgan Chase ha accettato di pagare alla Federal Deposit Insurance Corp (FDIC) 10,6 miliardi di dollari per acquisire First Republic Bank. L’accordo prevede che JPMorgan Chase rilevi le attività di First Republic, che comprendono circa 173 miliardi di dollari di prestiti, 30 miliardi di dollari di titoli e 92 miliardi di dollari di depositi. Inoltre, JPMorgan Chase e la FDIC hanno concordato di condividere l’onere di eventuali perdite e recuperi di prestiti per i segmenti famiglie e imprese di First Republic.

Acquisizione da parte di JPMorgan che, in circostanze normali, sarebbe stata vietata per motivi di concorrenza. Infatti, le autorità non possono approvare accordi che portino un’istituzione a detenere più del 10% dei depositi assicurati negli Stati Uniti e JP Morgan era già al di sopra di quella soglia. Tuttavia, l’offerta di JPMorgan è stata considerata la migliore e la banca ha ricevuto una deroga alle regole. Situazione che tuttavia non ha calmato le preoccupazioni sul settore delle banche regionali, con l’ETF KRE che ieri ha chiuso in calo di quasi il 2,8%, trainato al ribasso dalle vendite su PNC -6,33% e Citizens Financial Group -6,85% e con PacWest Bancorp che ieri ha ceduto il 10,64%.  Nonostante il fallimento abbia provocato un sell-off nelle azioni di alcune banche, non ha scatenato lo stesso grado di caos di mercato del crollo precedente di Silicon Valley Bank e Signature Bank. Tuttavia, i rischi complessivi sui tali società permangono poiché le banche regionali si potrebbero trovare costrette a rispettare regole più rigide.

Nuovo episodio sulla storia americana del debt ceiling. Ieri sera, il Segretario al Tesoro Janet Yellen ha annunciato che le stime sulla “data X”, ovvero quando il Tesoro non sarà in grado di far fronte ai propri obblighi di pagamento, sono state riviste al ribasso. Secondo la Yellen, il Tesoro potrebbe non essere in grado di far fronte ai propri obblighi di pagamento già all’inizio di giugno, a causa del tetto sul debito. Poco dopo la dichiarazione della Yellen, il Congressional Budget Office (CBO) ha rilevato un “rischio significativamente aumentato” di esaurimento dei fondi del Tesoro all’inizio di giugno. In precedenza, lo stesso Ufficio aveva stimato che la finestra più breve fosse quella di luglio-settembre, ma le entrate fiscali inferiori al previsto hanno aumentato il rischio di un default anticipato. Sebbene risulti assai improbabile un default americano, vista l’importanza che questo evento genererebbe sui mercati tale situazione di stallo continua ad alimentare lo stress sui mercati, con i CDS in deciso rialzo (su massimi dal 2008).

Il dato macroeconomico principale di oggi sarà la lettura preliminare sull’inflazione per l’area dell’euro, così come per l’Italia. Le attese sono per un’inflazione in aumento, ma accompagnate da un calo dell’inflazione di fondo. In ogni caso le pressioni sui prezzi sottostanti rimangono troppo elevate perché la BCE possa decidere di interrompere gli aumenti.  L’evento principale della settimana sarà mercoledì, quando la Fed annuncerà la sua decisione sui tassi d’interesse. I mercati scommettono su un possibile ultimo rialzo di un quarto di punto, ma l’attenzione sarà rivolta soprattutto ai commenti successivi. La combinazione di inflazione moderata, economia in calo e condizioni di prestito più restrittive derivanti dalle turbolenze bancarie inducono la Fed a puntare su un passaggio alla neutralità, mantenendo i tassi fermi nelle prossime riunioni, mentre si valuta il percorso di crescita dell’economia.

 

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