L’inflazione ai massimi di 40 anni non spaventa Wall Street

Prosegue il forte rimbalzo dei mercati, con un sentimento positivo sparso tra le principali piazze finanziarie.

Bene l’Europa, con i principali listini in territorio positivo. Brilla nuovamente Amsterdam (+1.03%), sempre grazie al suo peso sul tecnologico. Il settore energetico e delle materie prime invece sostengono i rally di Londra (+0.81%) e Parigi (+0.75%). Bene Milano (+0.65%) in grado di chiudere al di sopra di Francoforte (+0.43%).

La giornata di ieri era tuttavia incentrata sulle attese delle pubblicazioni sul livello di inflazione americana. Livello che ha fatto registrare un ritorno sui valori di febbraio 1982, ovvero un balzo indietro di 40 anni, al 7 per cento. I principali aumenti sono dovuti ai rincari per gli alloggi e per le auto usate. Energia che finalmente ha fatto registrare a dicembre una riduzione, terminando la lunga serie di rincari, grazie ai minori costi di gas naturale e benzina. Sebbene le aspettative dei mercati siano per una riduzione delle preoccupazioni inflazionistiche, guardiano ad esempio il 5-Year, 5-Year Forward Inflation Expectation Rate (sceso al 2.14, perfino al di sotto della sua media a 200 periodi), la domanda è se i rialzi del WTI di dicembre (che dai minimi del due dicembre ha visto un rialzo di oltre il 30%) possano nuovamente impattare sui costi.

Sebbene il dato abbia registrato un rialzo, questo non ha impattato negativamente sui mercati, principalmente in quanto è rimasto in linea con le attese. Forse i mercati sembravano aver temuto un numero ancora più alto, poiché i rendimenti obbligazionari sono scesi e i mercati azionari sono aumentati dopo il rilascio. Correzioni maggiori si sono registrate principalmente anche sul dollaro, con l’indice USDollar sceso sotto i 95 e la coppia EURUSD che è ritornata sopra i 1.146 (sui livelli di novembre).

Anche le materie prime hanno registrato una salita, approfittando anche del calo del dollaro, con l’oro sopra i 1826 dollari, l’argento sopra i $23.1 e soprattutto il rame in grado di toccare i 4.6 (valori che non vedeva da ottobre). Rialzi anche per il comparto energetico con il gas naturale a registrare il principale guadagno, sulla scia delle minori scorte (7.961M vs 10.128M attesi). Prezzi che da inizio seduta, a  4.08$ sono stati in grado di registrare massimi intraday a $4.604 (+12.8%).

 

Appuntamenti odierni: L’evento più importante è probabilmente l’audizione per la nomina del Senato alla carica di vicepresidente per Leal Brainard. Appuntamento atteso per le 16:00. Mentre il presidente della Fed, Jerome Powell, gode di un maggiore sostegno, lo stesso non vale per la Brainard. Tuttavia, è ampiamente probabile che la nomina venga approvata. I suoi commenti saranno ampiamente ascoltati, soprattutto per le visioni passate, maggiormente “dovish”. Ad ogni modo è probabile che la Brainard mantenga una comunicazione di inversione di marcia della Fed, in linea con quella di Powell.

Da monitorare inoltre il livello di inflazione alla produzione in America. Dato importante per seguire le pressioni inflazionistiche scaricate poi ai consumatori. Attenzione, inoltre, alle pubblicazioni settimanili sulle richieste dei sussidi di disoccupazione, attese in calo a 200mila.

Infine, sono attesi diversi discorsi di membri della BCE e Fed nella giornata

Criptovalute: La capitalizzazione di mercato vede nuovamente il ritorno sopra la soglia dei 2 trilioni, secondo i dati CoinMarketCap. Seduta di ieri che ha visto Bitcoin salire sopra i $44mila. Crescita avvenuta proprio sulla scia della pubblicazione del livello di inflazione americana. Si riapre quindi il dibattito se la criptovaluta possa essere considerata uno strumento di protezione contro l’inflazione. È tuttavia più probabile invece che il ritorno ad una propensione di rischio maggiore, vista anche sui mercati azionari, abbia anche influenzato Bitcoin. Sempre maggiore, infatti, il suo livello di correlazione, soprattutto con il Nasdaq.

Copper

Seduta di ieri che ha visto la rottura della lateralità, nella quale i prezzi del rame scambiavano da fine ottobre. Rottura avvenuta non con eccessiva volatilità, è quindi possibile ipotizzare anche un eventuale retest sul supporto in area $4.5, prima di tentare eventuali proseguimenti della tendenza verso l’area $4.75.

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