Seguendo la correzione dello scorso martedì, anche in questa settimana martedì si è rivelata essere una nuova seduta di contrazioni, o meglio di difficoltà per lo S&P 500 di trovare la propria direzione. Se da una parte gli investitori restano ottimisti sul futuro percorso della Fed, con una propensione al rischio che ha visto tornare in auge i principali class asset rischiosi, dall’altra devono fare i conti con trimestrali miste, con le classiche incognite generate dall’avvicinarsi della prossima riunione Fed e per ultimo di resistenze tecniche. Non sono state sufficienti le correzioni di ieri nei rendimenti dei Treasury americani a 10 anni ad offrire nuovo sprint ai mercati, con i settori Growth che chiudono la seduta nella parte bassa della classifica.
Seduta più mista in Europa, dove se da una parte gli investitori hanno potuto brindare a dati macroeconomici decisamente incoraggianti, si vedano i PMI tedeschi, francesi ma soprattutto dell’area euro, con sia i PMI composite che dei servizi tornati in area di espansione, di un prezzo del gas che incute meno timore, di un euro in deciso apprezzamento del dollaro (con il pro di una minore pressione sull’inflazione importata) ma soprattutto di una fiducia delle imprese che ha registrato il maggior incremento dall’indomani dell’epidemia di COVID-19, accompagnata da un miglioramento (per il quarto mese consecutivo) del morale dei consumatori tedeschi, dall’altra a porre dubbi ai mercati i commenti, forse eccessivamente troppo divergenti, della Bce. Colombe e falchi che troppe volte riportano nella medesima giornata commenti diametralmente opposti ponendo maggiori incertezze ad un mercato gia’ privo di una forward guidance. Ovviamente ciò lascia maggior margine ai mercati di interpretazione, nel bene e nel male, ma con una volatilità che rischia sempre di presentare il conto. FTSE Mib che tuttavia riesce a chiudere la seduta in lieve rialzo, vicini ai recenti massimi, con il settore bancario che ha beneficiato dell’aumento dei prezzi dei BTP e con le utilities in rialzo grazie ai cali dei prezzi del TTF.
Proprio l’energia resta al centro dell’attenzione in Italia, così come in tutta l’Europa. Il recente clima più mite, con gennaio che generalmente rappresenta il mese con il picco dei consumi, ha favorito la discesa dei prezzi del gas TTF. Prezzi che attualmente scambiano a circa 58€/MWh, in calo di oltre l’80% dai massimi di agosto. Tuttavia, l’attenzione non deve venir meno, con le scorte che tendono a ridursi durante i mesi invernali (ottobre-aprile) e ricostruite durante i restanti mesi.
Intanto Roma guarda sempre di più verso l’Algeria, con le importazioni da Mazara del Vallo al 40% dell’importo complessivo (dati ultimi Mise riferiti a novembre). Valori in deciso aumento, rispetto ai minimi di marzo 2020, quando il partner russo sembrava decisamente affidabile (offrendo inoltre importazioni di gas direttamente nel Nord Italia).
Intanto interessanti movimenti si registrano sul petrolio. Le ultime pubblicazioni dell’EIA sulle Strategic Petroleum Reserve (SPR) non ha registrato cali settimanali per la prima volta dal settembre 2021, segnando la fine del più grande prelievo della storia
I prezzi del greggio continuano a scambiare nel range dell’area dei $69-$82 tra speranze di ripresa della domanda cinese e timori di un rallentamento dell’economia globale. Gli investitori attendono anche ulteriori indicazioni dall’OPEC+, dopo che i delegati hanno dichiarato di aspettarsi che il comitato consultivo dei ministri raccomandi di mantenere la produzione di petrolio ai livelli attuali durante la riunione della prossima settimana. Tutto questo mentre il prossimo mese entreranno in vigore ulteriori sanzioni occidentali e tetti ai prezzi dei prodotti petroliferi russi.
Sul fronte societario Alphabet ha ieri chiuso in calo di oltre il -2% dopo che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e otto Stati hanno citato in giudizio la società per presunta manipolazione illegale del mercato della pubblicità digitale. Proprio Google Network (AdMob, AdSense e Google Ad Manager) ha rappresentato l’11% del fatturato complessivo nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2012. 3M è scesa di oltre il -6% dopo aver riportato un EPS rettificato per il quarto trimestre più debole del previsto e Verizon Communications ha chiuso in rialzo di quasi +2% dopo aver comunicato di aver aggiunto 217.000 nuovi abbonati alla telefonia wireless nel 4° trimestre, superando il consenso di 209.600. Risultati piuttosto solidi per General Electric con un risultato operativo migliore e un Free Cash Flow più elevato. Lo slancio della domanda nel settore dell’aviazione è proseguito con ordini organici del +26% rispetto all’anno precedente. A chiusura dei mercati Microsoft è invece scivolata di quasi l’1%, con margini in calo ma soprattutto sulla scia della debolezza nelle indicazioni fornite durante la successiva conference.
Nella giornata l’attenzione principale sarà rivolta sulla pubblicazione tedesca IFO per gennaio, un ulteriore miglioramento del clima economico tedesco andrebbe ad aggiungersi ai segnali positivi provenienti da altri indicatori anticipatori come ZEW e PMI, supportando l’attenuazione dei rischi di recessione nel mercato. Con proprio il governo tedesco che allontana i timori di recessione con le nuove previsioni di crescita per il 2023, attese ora in crescita dello 0,2% rispetto al calo dello 0,4% prevista in ottobre. Il governo ha abbassato le previsioni di crescita per il prossimo anno all’1,8% dal 2,3%.
In Canada è atteso un nuovo aumento di 25 punti base, mentre sul fronte societario sono attese le pubblicazioni per Tesla, ASML, AT&T, Boeing, IBM e Abbott per citarne alcuni.
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